L' opera che vi propongo in apertura di questo post è stata realizzata dalla pittrice Artemisia Gentileschi, vissuta tra il 1593 e il 1656. L' artista rappresenta l'episodio biblico in cui la giovane e bella Susanna subisce le attenzioni di due attempati molestatori che non esitano a ricattarla pur di ottenerne i favori. A seguito del suo rifiuto, i due vecchi (che rivestivano il ruolo di giudici della comunità ebraica esule a Babilonia) la calunniarono accusandola di adulterio e la condannarono alla lapidazione. Intervenne però il profeta Daniele che, una volta scoperta la trama ordita contro la giovane, si battè per tutelarne l'onore e la reputazione sino ad ottenere la condanna di quei turpi uomini che non avevano esitato a sfruttare la loro posizione pur di piegare Susanna alla loro volontà. Di certo, quest'opera gronda di "lacrime e sangue", visto che anche Artemisia Gentileschi fu vittima della violenza del maestro di bottega, Agostino Tassi. La pittrice ebbe il coraggio di denunciare il suo persecutore e la forza di sostenere le dure prove alle quali fu sottoposta nel corso del processo. Alla fine il Tassi fu condannato ma la violenza subita segnò profondamente l'esistenza di Artemisia. Ancor oggi, purtroppo, la cronaca ci parla con frequenza di femminicidi e atti di violenza nei confronti delle donne. Per questo ognuno di noi è chiamato ad esprimere il suo sdegno verso questi atti criminosi e ad esprimere piena solidarietà nei confronti delle donne vittime di violenza. Il fatto d'esser uomini o d'essere in qualsiasi modo più forti non legittima nessuno ad ottenere tutto quel che vuole, abusando della propria forza o del proprio potere. La storia di Susanna, l'amaro caso di Artemisia Gentileschi e la sua drammatica pittura possono aiutarci, in questa giornata, a riflettere su questi comportamenti malvagi, violenti e prevaricatori. A comprendere quanta strada ancora debba essere percorsa prima che si possa parlare compiutamente di civiltà.
L'opera nell'immagine introduttiva è un olio su tela intitolato "Susanna e i Vecchioni". Fu realizzata da Artemisia Gentileschi nel 1610 e, attualmente, fa parte della Collezione Graf von Schönborn, che si trova a Pommersfelden (Germania).
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