Se, ai nostri tempi, celebriamo la Liberazione dal nazifascismo c'è più di una ragione che ci spinge a farlo. Non è solo perché il fascismo, assieme all' improponibile alleato nazista, ci trascinò in una guerra assurda e rovinosa. Non è solo perché il regime fascista soppresse le libertà di pensiero ed espressione, perseguitando con inaudita violenza i suoi oppositori e, neanche, solo perché questa dittatura fu artefice di leggi che spianarono il campo alla discriminazione razziale. Queste, di certo, sono le ragioni fondamentali, ma, ad esse se ne aggiungono altre, più strettamente legate ai nostri tempi. Appare chiaro, infatti, che la classe dirigente oggi al potere non sembra aver fatto ancora i conti con le sue origini e, anzi, mostra di avventurarsi in un revisionismo della storia che niente di buono può portare al futuro del nostro paese. Ciò, a dispetto del fatto che una destra conservatrice, finalmente slegata da un passato cupo, repressivo e sanguinoso, potrebbe svolgere un ruolo, senz' altro, più utile e costruttivo nella vita politica italiana. Contribuendo, con tale scelta, a dissolvere i ragionevoli timori, oggi esistenti, per una svolta autocratica se non, addirittura, retrograda e autoritaria. Se insistiamo nel ribadire i valori della Liberazione e della Resistenza, le ragioni sono molteplici e non trascurabili. Oggi, il Venticinque Aprile si pone non solo come la celebrazione di un momento di rinascita morale e civile, ma anche come un atto di difesa della democrazia e della Costituzione Repubblicana. Solo nel giorno in cui tutti, senza esclusione alcuna, avranno finalmente fatto i conti col fascismo, riconoscendo i danni che esso ha arrecato al nostro paese ed escludendo, nei fatti, ogni intento revanchista e restaurativo, si avrà un paese realmente pacificato e, solo in quel momento, la Liberazione sarà un processo storico pienamente compiuto.
Se, ai nostri tempi, celebriamo la Liberazione dal nazifascismo c'è più di una ragione che ci spinge a farlo. Non è solo perché il fascismo, assieme all' improponibile alleato nazista, ci trascinò in una guerra assurda e rovinosa. Non è solo perché il regime fascista soppresse le libertà di pensiero ed espressione, perseguitando con inaudita violenza i suoi oppositori e, neanche, solo perché questa dittatura fu artefice di leggi che spianarono il campo alla discriminazione razziale. Queste, di certo, sono le ragioni fondamentali, ma, ad esse se ne aggiungono altre, più strettamente legate ai nostri tempi. Appare chiaro, infatti, che la classe dirigente oggi al potere non sembra aver fatto ancora i conti con le sue origini e, anzi, mostra di avventurarsi in un revisionismo della storia che niente di buono può portare al futuro del nostro paese. Ciò, a dispetto del fatto che una destra conservatrice, finalmente slegata da un passato cupo, repressivo e sanguinoso, potrebbe svolgere un ruolo, senz' altro, più utile e costruttivo nella vita politica italiana. Contribuendo, con tale scelta, a dissolvere i ragionevoli timori, oggi esistenti, per una svolta autocratica se non, addirittura, retrograda e autoritaria. Se insistiamo nel ribadire i valori della Liberazione e della Resistenza, le ragioni sono molteplici e non trascurabili. Oggi, il Venticinque Aprile si pone non solo come la celebrazione di un momento di rinascita morale e civile, ma anche come un atto di difesa della democrazia e della Costituzione Repubblicana. Solo nel giorno in cui tutti, senza esclusione alcuna, avranno finalmente fatto i conti col fascismo, riconoscendo i danni che esso ha arrecato al nostro paese ed escludendo, nei fatti, ogni intento revanchista e restaurativo, si avrà un paese realmente pacificato e, solo in quel momento, la Liberazione sarà un processo storico pienamente compiuto.
Commenti
Credo che la rovinosa epoca del fascismo sia ampiamente superata, e trovo inutile, continuare a parlarne.
RispondiEliminaBuona settimana Fabio
La storia, gli errori del passato e tutto ciò che può risultare scomodo alla coscienza dell' umanità non deve essere mai messi da parte. Se si accettasse di metter nel dimenticatoio certe fasi storiche si correrebbe il rischio di ripeterne gli errori. Vale per il fascismo e il nazismo ma anche per tanti altri regimi che hanno posto le loro basi su repressione e morte.
Elimina...purtroppo, all'occorrenza, le violenze si ripetono, come se il passato non avesse insegnato niente....e il presente ne è una prova tangibile.
EliminaLa conoscenza dei fatti storici può limitare questo ripetersi di errori. Quando si ricade negli errori del passato è segno evidente che c'è, da un lato, una classe dirigente di basso livello culturale e morale e, dall' altro un' opinione pubblica di altrettanto scarsa levatura. E' vero , spesso la storia ripropone fasi di violenza e dittatura. Non per questo possiamo prescindere da quella analisi storica che ha condotto a grandi momenti evolutivi. Mi riferisco, a titolo di esempio, alla nostra Costituzione, nata dagli ideali della Resistenza e all' europeismo. Quello di non accogliere la lezione della storia è un problema culturale grave. Va superato incrementando studio e ricerca. Cosa questa che spesso non è gradita proprio a quei governanti che intendono instaurare o reiterare sistemi autoritari.
EliminaIo che sono molto vecchia dico che ha sempre senso parlare di fascismo che non è mai stato superato.Anzi dilaga un certo neo fascismo ovunque.Questo è per dare merito ai nostri padri e nonni che si sono sacrificati.Se gli antifascisti hanno fatto morti,si sa che eravamo in guerra.Viva il 25 aprile antifascista!Buon pomeriggio.
RispondiEliminaConcordo in pieno. Tempo fa, una scritta murale in una strada cittadina recitava così: "Abbiamo perso la memoria del XX secolo." Questo, appunto, è un errore che non deve essere commesso.
EliminaInfatti il problema è proprio che abbiamo una destra politica che prende spunto dal MSI. La vecchia DC avrà avuto mille difetti ma almeno era antifascista e aveva partecipato alla stesura della costituzione proprio escludendo il MSI.
RispondiEliminaUna componente conservatrice nella società italiana c'è, potrebbe anche svolgere un ruolo utile come dici nel post, se però viene trascinata nel post-fascismo questa possibilità decade.
Recidere le radici fasciste è difficile per la destra perché ciò significherebbe scontentare l' elettorato nostalgico del ventennio. Compito di un politico di vero spessore sarebbe invece quello di "educare" i propri elettori facendo comprendere in modo chiaro che quel che è stato non può essere riesumato. Che un conservatorismo antifascista, invece, è possibile. La volontà di orientarsi in questo senso ( ma credo anche la capacità) manca del tutto. Più facile, invece, assecondare vizi e abitudini stantie anziché provare a fare ragionare l' elettorato e riformare un partito . E qui si vede quanto l' esempio berlusconiano abbia fatto scuola.
EliminaPer me il fascismo non è mai davvero morto. Parlo con persone ogni giorno, buona parte di esse conserva quel tipo di mentalità.
RispondiEliminaPurtroppo è vero. Nonostante il fascismo abbia prodotto danni inenarrabili ,c'è nei suoi sostenitori uno spirito di rivalsa che desta viva preoccupazione. Un desiderio di rivincita privo di fondamenta, alimentato e mai sedato dai dirigenti politici della destra che, su questo Revanchismo, basa la sua scalata al potere. Son tempi difficili ma è quanto mai necessario esprimere il nostro dissenso verso questo stato di cose.
EliminaIl fascismo esiste e si è sviluppato anche a livello europeo.
RispondiEliminaEsiste, si è diffuso anche per via della crisi culturale e morale che sta investendo l' Europa e, perciò, va combattuto con determinazione.
EliminaAnch'io credo che il fascismo non sia mai morto del tutto e che la memoria del passato vada mantenuta, per non ricadere negli stessi errori. Saluti cari
RispondiEliminaTroppa nostalgia per un periodo decisamente infausto della nostra storia. Sembra che tanti, un po' per non aver vissuto quei tempi, un po' per ignoranza non si rendano conto di quanto sia stata cosa grama il ventennio e tutto ciò che ha comportato. E' necessario agire sulla cultura delle persone che, negli ultimi tempi, è scesa, con grande responsabilità da parte della politica, a livelli infimi. Un caro saluto a te.
EliminaIl 25 aprile è per me una data simbolo,che deve ricordare la liberazione dal nazi-fascismo,ma anche presidiare le nostre coscienze dal pericolo di un regime autoritario di qualunque tipo. Purtroppo i rischi esistono sempre,non solo perché esistono i cicli storici come sostiene anche Vico,ma perché la natura dell'uomo non cambia mai,come appare evidente dall'esistenza attuale di moltissimi regimi in numerosi paesi, nonché di guerre sanguinarie che nascono dallo spirito di sopraffazione purtroppo innato nell'uomo.
RispondiEliminaCerto alcune iniziative,forse le sole di rilievo,del governo italiano (premierato, autonomia differenziata, separazione delle carriere dei magistrati) a me sembrano un po' sospette, sebbene vengano ammantate da tanti buoni propositi.
Ma non dimentichiamo che le svolte autoritarie si sono realizzate anche in Italia ed in Germania utilizzando in modo perverso ed ambiguo gli strumenti (leggi,c.d. riforme,elezioni ed istituzioni) dello Stato democratico.
Demagogia e populismo sono le armi da sempre subdolamente usate da chi intende instaurare regimi autoritari. Giustamente tu dici che la ricorrenza del 25 aprile è buon presidio non solo contro il nazi-fascismo ma anche contro ogni sorta di dittatura di qualsiasi forma o colore. Noi ammettiamo questo in totale serenità ma è grave, oltre che poco rassicurante ,che l' attuale classe dirigente si limiti a richiedere agli altri attestazioni di anticomunismo, mentre loro non sono in grado di compiere una speculare dichiarazione di antifascismo. Vien da pensare che, aldilà di ogni affermazione di circostanza, fascisti erano e fascisti son rimasti.
EliminaCiao Fabio, purtroppo sembra che il passato abbia insegnato molto poco. Continuano ad accadere fatti veramente deprecabili, una volta si pensava all'ignoranza ed oggi?.
RispondiEliminaUn saluto caro
Rakel
Forse non è il passato a insegnare poco ma chi dovrebbe imparare dalla storia a non studiarla con sufficiente impegno e dedizione. Purtroppo, chi sguazza nell' ignoranza non può riconoscere gli errori e neanche le opportunità che la vita offre per superarli. E' fondamentalmente una questione culturale prima ancora che politica.
EliminaSu iutubb si trova ancora il video in cui la presidente del consiglio definisce il grande traditore come uno dei migliori statisti italiani degli ultimi 50 anni. uno che ha fatto le leggi fasciste, le leggi fascistissime, le leggi raziali... Uno che ha promesso un posto al sole agli italiani e poi ha fatto tornare gli alpini a piedi dalla Russia... Uno che ha detto se avanzo seguitemi, se indietreggio sparatemi e poi è scappato con i tedeschi... Uno che ha preso in mano uno stato arretrato come l'Italia e lo ha mollato distrutto ed in macerie in mano agli americani...
RispondiEliminaCredo che ci sia molto bisogno di parlarne, ancora e ancora
Assolutamente necessario. Molti vorrebbero edulcorare, indorare, riabilitare, insabbiare, mistificare e gettare tanto fumo negli occhi. Ci son tante cose invece che non debbono essere dimenticate, delle quali bisogna continuare a parlare per non rischiare d'esser sopraffatti. Oggi la Resistenza deve continuare.
EliminaSembra impossibile che, nel 2024, si debba ancora temere di veder tornare l'ombra del fascismo. La storia dovrebbe aver insegnato, ma invece...
RispondiEliminaDai tempi di Berlusconi ai tempi attuali i tentativi di stravolgere la Costituzione sono stati diversi. Proprio dal Cavaliere, si mosse, con alterne vicende, lo sdoganamento del neofascismo. Oggi siamo davanti a tentativi di revisione storica ai quali tutti abbiamo il dovere di opporci. I valori dell' antifascismo vanno sostenuti, se non si vuole correre il rischio d'esser ributtati indietro di quasi un secolo.
EliminaIo sono vagamente disamorato. Facciamo proclami, Feste della Liberazione, poi consegnamo il paese alla destra, non riusciamo a mettere su una coalizioncina per fronteggiare questo dilagare, ci scandalizziamo dappertutto ma - guarda un po' - disertiamo le urne "tanto vincono quelli là".
RispondiEliminaQuesto sarebbe un paese profondamente antifascista. A chiacchiere.
Certo è che la sinistra farebbe qualsiasi cosa pur di deluderci. Aveva ragione Nanni Moretti quando diceva "con questi leader non vinceremo mai". Purtroppo, se arrivano proposte dalla base, se qualcuno osa auto-proporsi gli tarpano immediatamente le ali. Se si rendesse la base maggiormente partecipe ci sarebbe di certo più entusiasmo e, magari, qualcuno in più potrebbe prendere in considerazione l' idea di tornare a votare.
EliminaIl fascismo non è morto, è fra le parole di molti nostri politici, negli slogan terrorizzanti ripetuti all’infinito, nelle urne elettorali, in tutti quegli italiani che sostengono idee bizzarre di classificare gli individui secondo categorie, nella negazione di diritti e parola, è qui in Italia, qui in Europa, in molte parti del mondo. Non è morto, purtroppo. Ciao.
RispondiEliminasinforosa
E' proprio così. Di certo il fascismo non è più quello delle camicie nere, dei labari e dei gagliardetti ( anche se una fascia di nostalgici legati a queste manifestazioni esteriori ancora esiste). Il fascismo si manifesta nella volontà di sovvertire la Costituzione, nella volontà di realizzare un' autocrazia fomentando paure e discriminazioni di ogni sorta. Il fascismo, come sempre, manipola l' informazione, può anche ottenere il potere col consenso popolare ma poi lo congela per evitare alternanze e cambiamenti. Cambia, si trasforma e si camuffa per passare inosservato e affermarsi sfruttando gli egoismi e gli istinti semplificatori delle persone. E' subdolo. Ma sta tirando fuori la testa e non possiamo non accorgercene.
EliminaConcordo sul come sia importante non dimenticare le vite offerte per avere la libertà ma proprio per rispetto di questi valori e di queste vite dovremmo forse capire che la libertà oggi è minacciata ed entrare nell'ottica di dover lottare di nuovo per non perderla del tutto.
RispondiEliminaInfatti. Il sacrificio dei padri va onorato con l' impegno e la lotta di chi crede nella democrazia. L' indifferenza e il silenzio giocano a favore di chi intende sottrarci quella libertà che i nostri padri conquistarono con autentico coraggio e dure lotte.
EliminaArgomento più che mai attuale. Per quanto mi riguarda il XXV aprile per me sono i ricordi e le testimonianze delle buonanime dei miei genitori e dei miei zii (e ancora oggi è così). Sono loro che hanno spiegato a me e alle mie sorelle cosa hanno passato in quegli anni, perché oltre al fascismo (e tutto quello che sappiamo) ci hanno parlato del vivere nascosti, della paura di morire sotto le bombe e la fame che hanno visto e vissuto sulla loro pelle.
RispondiEliminaPerché il XXV aprile è la festa della liberazione dal fascismo ma anche la liberazione dal dramma della guerra con morte e distruzione in Italia come in Europa. Mio padre era del 1932 (più o meno come mia madre) quindi troppo giovane per andare in guerra anche se l'ha vissuta. Dei fratelli maggiori di mio padre uno è morto in una trincea e gli altri due fratelli maggiori hanno vissuto prima al confino a Ventotene (dove conobbero Altiero Spinelli e altri) in quanto oppositori del regime perché si dichiararono pacifisti, inviati successivamente al lavoro obbligatorio all'Ansaldo di Genova a costruire armi per le navi da guerra. Un calvario che hanno vissuto in quella fabbrica insieme ad altri operai (insultati come traditori della patria, periodicamente manganellati a dovere e altro ancora) dove ognuno sulla tuta aveva un simbolo (la stella a sei punte per gli Ebrei, un simbolo per gli oppositori politici, uno per i sindacalisti, uno per gli omosessuali ecc. Una decina di anni fa l'Ansaldo a Genova aveva dedicato una mostra per quegli uomini del lavoro obbligatorio). Quando arrivò l'8 settembre del '43 con l'armistizio di Badoglio quei miei due zii scapparono insieme agli altri e vissero alla macchia nascosti.
Quando passò il 25 aprile del 1945 mio padre e i suoi fratelli (tornati a casa vivi) si stupirono di come tutti erano diventati antifascisti...quando sino a due anni prima c'erano ancora le "adunate oceaniche" con gli italiani che marciavano con il braccio nel saluto romano.
Ed eccoci a oggi. Se vediamo quello che vediamo (i vari rigurgiti, le censure e tutto il resto) penso che l'Italia non ha mai fatto veramente i conti con quel passato. Diversamente dalla Francia che passò dal collaborazionismo con il Terzo Reich al ritorno del Generale De Gaulle (che preferì l'esilio a Londra piuttosto che arrendersi ai nazisti). De Gaulle sapeva perfettamente chi aveva collaborato con i nazisti, e i suoi consiglieri (fra le varie cose) gli dissero "Se vuoi stanare in mascalzone toccagli il portafoglio". E così De Gaulle fece una legge del primo governo democratico del dopoguerra: chiunque aveva dei franchi francesi (certamente era per chi ne aveva tanti) doveva obbligatoriamente andare in banca a dichiararne la provenienza...è in questo modo che ne trovarono parecchi di collaborazionisti.
Quindi per me i valori validi ancora oggi sono la libertà in ogni sua forma, il rifiuto di qualsiasi forma di violenza e prevaricazione e rimanere onesti dentro sino al midollo.
Un commento un po' articolato e ti ringrazio per lo spazio.
un salutone e alla prossima
Ti ringrazio per la tua testimonianza. In questi tempi, in cui molti sembrano avere la memoria corta o non conoscere la storia, la tua narrazione è fondamentale. Giusto anche il riferimento agli Italiani che passarono, in un batter d'occhio, dalle adunate oceaniche " all' antifascismo. Il fatto è che attribuire i pieni poteri ad un dittatore, per un popolo di opportunisti come gli Italiani, significa delegare responsabilità e autoassolversi dinnanzi alle sue malefatte, dimenticando che, se il fascismo andò al potere, fu proprio per via degli "anni del consenso ". La responsabilità di un popolo non deve essere sottaciuta e, anzi, va stigmatizzata quanto quella del dittatore di turno. Sicuramente ce ne son tanti, anche ai nostri giorni, passati , in un battibaleno, dalla sinistra a questa destra che cerca di imporsi in forma autocratica. Gli Italiani sono opportunisti come pochi e, forse, proprio per questo inestinguibile vizio, ricadono periodicamente negli errori del passato. Grazie ancora e anche a te un salutone e Buon Venticinque Aprile.
EliminaFascismo è un termine che incute paura ,una paura che solo chi l'ha davvero vissuta e magari tramandata quale "storia vera "ai nipoti e figli ,come la grande testimonianza di decliviodomani,fa rendere conto di cosa si stia parlando .
RispondiEliminaForse dirò qualcosa che non ci troverà in sintonia,ma ho timore dell'uso di questo termine che se ne fa ,non mi sembra possibile e paragonabile quell'atrocità storica nel DNA di tanti italiani,togliendo la politica in cui non mi riconosco da diversi anni .Questo si mi fa paura,continuare ad usare un termine che incute terrore.
Buona serata
Non è tanto il termine che ci incute terrore, quanto il rischio di ricadere in una forma di governo autoritaria, seppur rimodulata secondo gli schemi dei nostri tempi. Certo, anche una politica così distante dai valori fondanti, così priva di progettualità e propensione al bene comune ci spaventa e disgusta. Son tempi grami in cui non si riesce a trovare la medicina per i tanti mali che affliggono società e politica. Buona sera e grazie per l' intervento.
Elimina"C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m’intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi, a liberare i nostri figli, a costruire un’umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L’altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell’odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi.” Da "Il Sentiero dei Nidi di Ragno" di Italo Calvino. Riporto questa a citazione perché fortemente evocativa. Chiara e forte sui rischi ai quali, ancor oggi, ci sottopone chi non intende fare i conti col passato e dare un taglio alle sue radici fasciste. Importante, di questi tempi, schierarsi e non aver paura, al pari dei nostri padri che sacrificarono la loro vita per liberarci dal nazifascismo.
RispondiEliminaIeri ho partecipato come sempre alla manifestazione. E' un dovere verso chi ha donato la vita per regalarci la libertà.
RispondiEliminaE' fondamentale, specie di questi tempi, esser partecipi della giornata del Venticinque Aprile. E' una testimonianza e un tributo doveroso a chi si è sacrificato per fare dell' Italia una moderna democrazia. Un atto di difesa della Costituzione nei confronti di chi vorrebbe stravolgerne il senso e tentare con mezzi, più o meno subdoli, di instaurare un sistema autocratico e, nei fatti, autoritario e repressivo.
EliminaLe basi del fascismo sono ancora ben presenti, adesso anche sdoganate dalla situazione politica e più che vedersi nell'azione del governo (però sono anche lì) purtroppo si ascoltano quotidianamente nei discorsi della gente comune.
RispondiEliminaEd è proprio per questo, per non perdere i consensi di questi soggetti che l' attuale classe dirigente non prende le distanze dal fascismo, poi, loro stessi provengono da quella storia e, tuttora, sono legati ad essa a doppio filo.
EliminaSe il fascismo fu dittatura e privazione della libertà in primo luogo, ha senso rinverdire oggi i motivi per cui festeggiamo il giorno in cui ce ne siamo liberati, perché basta che ci assopiamo un istante, basta distrarci un attimo, basta abbassare la guardia, per ritrovarsi in una dittatura e per perdere la libertà.
RispondiEliminaTutto ciò che oltre a questo fece il fascismo (guerra e leggi razziali comprese) fu solo una conseguenza delle prime due: se c’è una sola mente al comando e tutti gli altri credono, obbediscono e combattono soltanto, prima o poi ci si va a schiantare, perché il potere assoluto da alla testa e rende i tiranni sospettosi e paranoici, oltre a perdere il senso della realtà e della loro forza reale.
Esiste oggi il pericolo fascista con questa destra estrema al potere in Italia e altrove? Oggi più che mai siamo disposti a tollerare forme di potere e di soprusi inaudite all’interno di una matura democrazia, oggi non c’è più un potere credibile che possa ostacolare una nuova forma di fascismo, oggi non esistono più valori oltre il denaro, il potere e l’appartenenza al branco.
Ciao
Il pericolo risiede appunto nell' acquiescenza, nella tendenza di molti a vendersi per un piatto di lenticchie. Son questi, invece, i momenti in cui non si deve aver paura. Proprio come non ebbero alcun timore quei Partigiani che noi onoriamo e che, col loro sacrificio ci donarono quella libertà che oggi viene messa a serio pericolo. Esser presenti e partecipi, in questo momento, è fondamentale. L' indifferenza, invece, può segnare la distruzione della nostra democrazia. Un saluto a te..
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