Lo Scopone Scientifico e il Codice di Chitarrella


Non è facile dimenticare certe serate estive, quando la canicola imperversava e, in famiglia, si trascorreva il tempo giocando a  scopone scientifico. Con perizia, serietà e... molto accanimento. Si scatenavano tornei al calor bianco nei quali l'obbiettivo era quello di ottenere sempre il massimo. Carte, denari,  primiera, settebello e pure qualche scopa che  non guasta mai. Quando accadeva che babbo e mamma giocavano in coppia, scoppiava il delirio. Babbo, infatti, era seguace delle regole di un certo Chitarrella. Mamma invece era istintiva ed estemporanea nelle sue giocate. Non si sa, però, chi fosse esattamente questo Chitarrella. Secondo alcuni fu un prete napoletano, secondo altri un monaco domenicano vissuto attorno al 1750. Per altri ancora un "buontempone", scanzonato e furbacchione al quale va comunque ascritto il merito di aver codificato le regole di uno dei giochi di carte più popolari della tradizione italiana. Noi, come è frequente nel bel mezzo del Mediterraneo, giocavamo con le carte francesi. Quelle, per intenderci, i cui semi sono quadri, cuori, fiori e picche. Babbo, sul rispetto delle regole di Chitarrella proprio non transigeva. Quando era "cartaro" ammoniva subito il compagno:" Ricordati che, essendo cartari, dobbiamo mantenere pari le carte dello stesso valore. Loro, invece, cercheranno di "sparigliare" e, quando lo faranno, noi dovremo far di tutto per "riapparigliare". Lui seguiva tutte le quarantaquattro massime del vate Chitarrella con santa devozione. Noi tutti, invece, andavamo un po' a naso e, perciò babbo redarguiva sempre il compagno o la compagna che, per non aver seguito, quelle regole erano considerati responsabili della sconfitta. - Chi non ha memoria - diceva - lasci pure stare lo scopone ... ricordati che non giochi solo con le tue ma anche con le carte del compagno... il cartaro che non ha sette cerchi di sparigliarli... - Sta di fatto che le regole di Chitarrella non sempre dimostravano d'essere verità assoluta, tanto che molti esperti di scopone scientifico le hanno spesse volte messe in discussione. Così anche mamma, spinta dal suo carattere estroso e indipendente, preferiva affrancarsi dai lacci e laccioli imposti dal codice chitarrelliano (...e dal pedante marito) e preferiva giocare in coppia con uno di noi figli o con una delle sue sorelle. Lui però insisteva. Diceva che lo scopone consiste nel guardar lontano, nel considerare, aldilà del guadagno immediato, il risultato finale,

                                                      "ut in negotiis sic in scopone."

Come negli affari, così nello scopone... Anche se babbo, grande filosofo e sedicente esperto in quel gioco di carte, per definire questioni negoziali e di vil denaro proprio non era portato... (Rivisitazione di un episodio tratto da un mio libretto di più di qualche anno fa, intitolato "La Casa dei Ricordi").



Commenti

  1. Il mitico scopone scientifico, protagonista anche di un film di qualche annetto fa ;-)
    Anch'io sono cresciuto imparando giochi a carte coi miei zii. Il pomeriggio giocavamo a ramino (variante della più celebre scala quaranta), scopa, briscola e naturalmente lo scopone.
    Per il ramino usavamo necessariamente le carte francesi, mentre per tutti gli altri giochi sempre le piacentine. Ricordo che anch'io, come tua madre, non ero molto portato per rammentare tutte le carte che uscivano, cosicché spesso commettevo errori madornali, soprattutto a briscola e appunto scopone (anche per il ramino servirebbe una buona memoria, ma il mazzo è più ampio e offre maggiori possibilità di recupero anche per gli smemorati). Una cosa pure in cui sono negato per la briscola e lo scopone è che non so leggere i "segni" del compagno di squadra, ma in questo caso sono giustificato: i miei zii ci giocavano per passatempo, non erano "avvelenati" dalla trance agonistica ;-) e dunque non usavano segni di alcun genere, cosicché non li ho mai potuti apprendere proprio per omissione dei miei maestri :-D

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    1. Tolto dall' ambiente familiare non ho mai praticato granché il gioco delle carte che, peraltro, mi affascina per gli scenari di vita ai quali può fare da sottofondo. Lo scopone scientifico, però, mi appassiona sempre, proprio per il suo tatticismo e per la sua capacità di adattarsi ad ambienti familiari e accalorati dal desiderio di vincere. Penso che la memoria e il saper comunicare col compagno contino parecchio ma, anche la dea bendata, in questo gioco, ha sempre la sua parte.

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  2. Uno dei migliori film di Sordi con la Mangano. Quelli meno noti e non di cassetta per me meritano molto di più; giocavo a carte spesso con gli amici in gioventù,ma sono contento di aver poi abbandonato questa abitudine un po' sedentaria. Lo scopone scientifico è sicuramente un gioco razionale come il bridge,anche se conta molto l'intesa di coppia,sicché l'emotività e le scelte improvvise di ciascuno possono condizionare il risultato;ma è comunque molto meglio che non si giochi a soldi come invece avveniva nel film.

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    1. Come dimostra la storia, il mix fra un razionale e un istintivo può essere esplosivo. A volte, però, quel tanto di istintività può risultare l' ingrediente in più per la vittoria . L' elemento che fa la differenza. Sono d'accordo con te, comunque: meglio non giocare a soldi e non rischiare mai di mettersi nei guai come il protagonista del film di Alberto Sordi.

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  3. ...preziosi giochi di carte, che permettono di trascorrere piacevolmente ore del giorno.
    Buon mese di ottobre Fabio, e un saluto

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