Il dissesto climatico, unito all' esigenza di affrancarsi il più presto possibile dalla totale dipendenza dai paesi produttori di idrocarburi, ha posto la necessità di considerare risorse naturali (quali sono il vento e il sole) al fine di garantire, in misura sempre superiore, un approvigionamento energetico equilibrato e compatibile con il perseguimento dell'obbiettivo di condizioni climatiche accettabili e con costi economici inferiori rispetto al passato. Ci sono regioni e luoghi che, per posizionamento geografico e condizioni meteorologiche generali, si prestano più di altre allo sfruttamento dell' energia eolica e solare e, proprio per questo, si pone la necessità di individuare, all' interno di esse, le aree idonee alla collocazione dei nuovi impianti di produzione e accumulo dell' energia così prodotta. Si tratta di un tema assai controverso perché, nonostante sia evidente che non si possa in alcun modo prescindere dal ricorso alle energie alternative al carbone e al petrolio, una marea di interessi, più di natura politica che di natura ambientalistica, cercano di porre il bastone fra le ruote di un carro che, piaccia o no, ha già intrapreso il suo cammino. Mi riferisco specificatamente agli interessi di quelle forze che ancora vorrebbero puntare, oltre che sul gas e sul nucleare, su tutti gli altri combustibili fossili che, ancora oggi, vengono usati a dismisura. Per fare ciò, cercano di condizionare l' opinione pubblica e sfruttarne la buona fede, anche a mezzo stampa, ricorrendo ad un malinteso senso della tutela dell' ambiente e, soprattutto, ponendo in contrapposizione gli interessi della proprietà terriera con pressanti esigenze di carattere pubblico. Ci sono, fra le altre cose, impegni legati ad accordi europei ed internazionali ai quali occorre dar seguito con puntualità. Ferma restando l' esigenza intrinseca della democrazia di dar voce ai cittadini e ai territori, è compito della politica e dei tecnici del settore, spiegare in modo esaudiente le ragioni del ricorso alle fonti rinnovabili. Di fare comprendere che su un certo numero di progetti, gran parte verranno scartati e che, pertanto, la realizzazione degli impianti sarà regolamentata. Che l' energia, un domani, potrebbe avere costi più elevati per chi dovesse insistere nello smodato utilizzo di combustibili fossili. Che, più di ogni altra cosa, viviamo un' emergenza climatica senza precedenti e sotto l' occhio di tutti. In sintesi, si può ragionare sulla collocazione degli impianti, sulle modalità di sfruttamento, sulla tutela del paesaggio e dei beni artistici e architettonici, ma sulla scelta verso le rinnovabili non si può tornare indietro. Non è ammessa in questo caso la furbizia di Bertoldo che, avendo chiesto al re Alboino di scegliere, come ultimo desiderio, la pianta al quale essere impiccato, girò tutti i boschi d'Italia trovando solo un esile virgulto che molti e molti anni ancora doveva crescere, prima di poter reggere il corpo dell'astuto villico.
Nella foto introduttiva: Pale eoliche a Frigento. Imagine tratta da Wikipedia.
Spero infatti che si trovino delle risorse alternative, più sostenibili.
RispondiEliminaQuesto mondo ci sta facendo pagare lo scotto di scelte sconsiderate che tuttora si fatica ad abbandonare.
La tropicalizzazione del clima con alternanza di caldo afoso e fortunali si accompagna alla desertificazione dei territori. Alla base gli scarichi derivanti dalla combustione di sostanze fossili e l' uso smodato di impianti ad aria condizionata. Ciminiere di navi , aziende e gas di scarico di aerei e ogni sorta di veicolo. Occorre energia prodotta in modo pulito e, per troppo tempo, non ci siamo voluti render conto che queste possibilità erano già in natura. La dipendenza da paesi produttori di petrolio e gas limita, fra le altre cose, la nostra libertà di scelta nelle politiche internazionali.
EliminaNel caso dell'Italia puntare a fonti alternative sarebbe anche un vantaggio per essere più autonomi, visto che i combustibili fossili non li abbiamo e li dobbiamo importare. Se trovassero il modo di azzerare l'inquinamento prodotto dal biodiesel saremmo a cavallo, abbiamo tanti terreni coltivabili non utilizzati che potrebbero fare al caso. Sempre in tema di speranza, l'Eni ha detto che punterà sulla fusione nucleare, ma se ne parlava già quando ero piccolo io eppure ancora stanno abbastanza in alto mare...
RispondiEliminaPer il biodiesel non so, visto che implica pur sempre combustione. Il ritardo in materia di fusione nucleare mi fa pensare che, vista l' urgenza del momento, è bene spingere su quel che abbiamo per le mani e cioè proprio eolico e fotovoltaico.
EliminaIl problema è che siamo in Italia ... e i maggiori gruppi economici (per lo più con soldi sporchi) si sono già buttati a capofitto nell'affare con largo anticipo
RispondiEliminaPurtroppo la malavita organizzata cerca sempre di fare "piatto ricco mi ci ficco". Il riciclaggio implica sempre il riutilizzo di denaro sporco in attività lecite. Quando si verificano cadi di questo genere la magistratura deve indagare e condannare i colpevoli. Tuttavia, non si può fermare un settore in modo generalizzato. Tutte le attività, anche la più piccola (forse anche di più) è sottoposta al rischio di essere preda della delinquenza organizzata.
EliminaSono d'accordo con questo post. Io credo che oggi la transizione ecologica trovi molte resistenze tra l'opinione pubblica soprattutto per la cattiva gestione comunicativa e legislativa di chi la propone. E' certo che le attuali normative penalizzino molto le categorie medio-basse, scaricando quasi esclusivamente su di loro i cambi di abitudine necessari alla salvaguardia dell'ambiente, e questo succede perché le lobby pesano molto sui processi legislativi. Finché la transizione ecologica peserà in modo sproporzionato sulle categorie più deboli, sarà facile per chi la osteggia indicarla come una prepotenza.
RispondiEliminaSpeso che chi decide prenda coscienza effettivamente della situazione, così come spero che si capisca che, al di là di tutte le soluzioni ecologiche, la vera transizione verde non può prescindere da un cambiamento delle nostre abitudini di vita.
Buona serata.
Dobbiamo abituarci a vedere un mondo diverso rispetto a quello che abbiamo sempre visto se vogliamo salvare il nostro habitat. Del resto, il cambiamento è sempre stato essenziale per lo sviluppo umano. Peraltro, devono spaventare di più la cementificazione selvaggia, la dispersione dei rifiuti lungo strade e nelle campagne, l' inquinamento acustico, il persistere di opere edili incomplete o pericolanti e chi più ne ha più ne metta. Le pale eoliche possono anche cambiare i nostri panorami ma ci aiuteranno a superare le ormai obsolete centrali a carbone. La consapevolezza di tutto ciò, certamente, si realizza con una comunicazione più efficace che, sicuramente, finora è mancata. Cordiali saluti e grazie per questo intervento.
EliminaAl mondo gliene frega assai poco del futuro del pianete (a lungo termine). Altrimenti non avrebbe prorogato già anni orsono il taglio sensibile di C02 al 2030.. il mondo che vive ora (e che dovrebbe/potrebbe decidere qualcosa) si preoccupa al massimo delle vacanze dell'anno prossimo.
RispondiEliminaPurtroppo funziona così. Male.
È un mondo che funziona per miseri interessi di bottega e che non sa guardare aldilà del proprio naso.
EliminaLe alternative ci sono, bisogna solo utilizzarle.
RispondiEliminaGiusto. Le centrali a carbone vanno spente al più presto possibile. Bisogna rendersi conto che l' emergenza climatica non può attendere.
EliminaQuest'anno, il clima impazzito , ce l'ha fatta pagare cara !!!E andrà sempre peggio se non troviamo valide soluzione e alternative !! Quindi, cambiando argomento, sei stato anche tu in Valle Vigezzo questa estate !! Ma pensa !!! Saluti
RispondiEliminaEolico e fotovoltaico sono una buona strada. Peccato che ci sia chi, per interessi legati al gas e a rivalità imprenditoriali, stimola un odio sconsiderato verso le rinnovabili al punto che, di recente, ci son stati attentati diretti agli impianti eolici. Cambiando argomento: per me è stata bellissima la vacanza in Piemonte e Val Vigezzo. Puoi trovare diverse foto di quei bei giorni su Instagram. Un salutone a te.
EliminaTi ho mandato una richiesta per poterti seguire su Instagram. Buona serata
RispondiEliminaOk, l' ho appena accettata. Un salutone a te.
EliminaSperiamo che vengano attuate tutte le misure necessarie per mantenere in vita, a meglio il nostro pianeta. Buongiorno Fabio
RispondiEliminaSperiamo, perché la situazione è davvero grave. Bentornata su questo blog.
EliminaL'Eolico ha il problema dell'impatto ambientale della pale nonché di un risultato in termine di energia prodotta ancora marginale, diverso il fotovoltaico.
RispondiEliminaForte è stato anche l'impatto delle raffinerie e delle centrali a carbone. Purtroppo non c'è mai stato (già molto prima dell' eolico) un reale interesse della società e della politica per la tutela dell' ambiente. Spetta ai tecnici trovare un bilanciamento razionale e meno impattante nello sfruttamento delle fonti di energia.
EliminaSo dai miei parenti in Sardegna che ci sono parecchie mobilitazioni per via delle numerose pale eoliche con cui vogliono invadere la Sardegna.
RispondiEliminaLa questione sarda è assai complessa e purtroppo è stata affrontata in modo non adeguato. Spesso, si è parlato di "invasione di pale eoliche" senza che ci sia stata neanche la definizione delle aree idonee all' installazione e senza contare che molti
Eliminaprogetti verranno, per forza di cose, respinti. Fra le altre cose,mi risulta che, attualmente, la Sardegna abbia, più o meno, lo stesso numero di pale eoliche della Basilicata, regione più piccola e meno abitata rispetto ad essa. La campagna anti-eolico è stata supportata da poteri politici e imprenditoriali propensi alla metanizzazione della Sardegna e alla conseguente realizzazione di un gasdotto. Poi si è aggiunto pure chi, dalla penisola ,continua a premere per la scelta nucleare.Detti potentati hanno fatto leva sugli interessi di proprietari terrieri e, demagogicamente, su un malinteso senso della tutela dell' ambiente. Si parla dell' impatto visivo delle pale eoliche, ma mai della già attuata cementificazione delle coste, dei cumuli di immondizia lungo le principali arterie dell' isola, delle tante costruzioni abusive spesso lasciate "al grezzo" dai proprietari e dai costruttori. Esiste invece la necessità pressante di chiudere tre centrali a carbone per produrre energia pulita e a basso costo. Abbiamo avuto un' estate dal clima infernale ma sembra che molti neghino l' emergenza climatica che spinge verso il ricorso alle rinnovabili . Continuiamo a dipendere pesantemente da altri paesi per quel che concerne le fonti fossili inquinanti e altamente dispendiose. Gravi, lo ripeto, gli ultimi attentati agli impianti eolici, risultato di una polemica condotta in modo aggressivo e con l' intento di creare il maggior disordine possibile.
Segnalo, per maggior chiarezza, il numero di aerogeneratori presenti nelle regioni maggiormente interessate dal progetto eolico. Puglia 1615, Sicilia 1574, Campania 1196, Sardegna 753, Basilicata 713, Calabria 624. A parte la Sicilia, la Sardegna ha un territorio molto superiore alle altre regioni citate. Va da se, tra l' altro, che l' eolico si attua là dove le condizioni meteorologiche lo consentono e, dunque, nelle regioni particolarmente ventose. Rinunciare all' eolico, in un momento in cui i paesi del nord Europa ci puntano con decisione, sarebbe, quantomeno, una scelta poco lungimirante.
RispondiEliminaÈ senz' altro una fonte di energia molto interessante, bisogna, o bisognerebbe, che non sia l'ennesima predazione dei soliti pochi sul terreno dei tanti. In questo noi italiani siamo davvero bravi: quelli che hanno saccheggiato il territorio prima cercano di farlo adesso con le rinnovabili. Le rinnovabili sono un'opportunità, ma anche un rischio se fatte all'italiana.
RispondiEliminaTutto va fatto sempre secondo regole precise. Per questo è necessaria la piena collaborazione tra istituzioni e comunità. Purtroppo, come dicevo, la protesta è sfociata in atti di violenza , mi riferisco al sabotaggio dell' aerogeneratore di Mamoiada, all' incendio delle pale eoliche depositate a Villacidro e, oggi, l' incendio di duemila pannelli fotovoltaici a Tuili. Sinché certi potentati continueranno a fomentare, anche a mezzo stampa, odio irrazionale, sarà difficile risolvere la questione in base a regole
Eliminacondivise e senza l' intervento dei poteri sostitutivi dello Stato.
Sono allibito anch'io, questa gente preferirebbe davvero una raffineria di petrolio o una o una centrale nucleare sotto casa?
EliminaPerché la cosa da fare sarebbe senz'altro di consumare meno, ma chi è disposto a farlo?
Probabilmente pensano che , nel caso in cui si realizzino delle centrali nucleari ( come vorrebbe anche "il capitano"), le si facciano in altre regioni e non immaginano neanche che le scorie della fusione verranno inviate a casa loro. Non calcolano gli effetti economici di un no così deciso alle rinnovabili, poiché, sicuramente, un domani, quel che verrà prodotto con energie fossili (metano compreso) costerà di più di quanto prodotto con eolico e fotovoltaico. Gli attentati ai quali ho fatto riferimento dimostrano la pochezza di argomentazioni da parte di chi di oppone alle rinnovabili. Mette, fra le altre cose , in luce le gravi responsabilità di chi ha condotto una campagna veemente e carica di acrimonia contro eolico e fotovoltaico . Da molte parti si sottolinea l' impellente necessità (per ragioni climatiche, ecologiche ed economiche ) di ricorrere alle energie alternative, ma c'è chi, per proprio tornaconto, per scarso approfondimento del problema o per esser stato vittima di una campagna mediatica aggressiva e martellante, continua a non capire o, peggio ancora, a far orecchio da mercante.
EliminaForse bisogna studiare altri metodi meno invasivi come le pale eoliche. Ma nel frattempo bisogna fare comunque qualcosa. Magari proviamo prima con quel che già abbiamo. Le pale possono sempre essere sostituire con qualcosa di più innovativo un giorno. Per cui proprio non capisco questo demonizzare ed aggredire. Dietro a tutto ciò c'è sicuramente altro e sarebbe meglio che si aprino gli occhi e si usi di più la propria testa.
RispondiEliminaCiao Fabio. Grazie e buona Domenica.
Pienamente d'accordo. Ci sono troppi interessi, troppe manipolazioni e molte omissioni da parte di certa stampa. Troppi slogan, poca sostanza, molta demagogia e ciò porta la gente a far scelte non sufficientemente meditate. Resta il fatto che esistono precisi impegni per lo spegnimento delle centrali a carbone e, nel momento in cui verranno spente, o si accede alle rinnovabili, o si dovrà pagare energia prodotta altrove con fonti fossili. Ovviamente, a prezzo maggiore.
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