"Je me souviens": Appunti di Viaggio nel Canada dell' Est (9/20 giugno 2024)


Il post che vi propongo non vuole essere un diario di viaggio e neanche la descrizione di luoghi che potrete, di certo, trovare in una qualsiasi guida turistica, o nel programma di uno fra i tanti tour operator che propongono questa meta . Quel che mi ha colpito è la vita reale del Canada e, in ispecie, del suo versante orientale. 


Gli usi, i costumi, le prerogative e le contraddizioni di un popolo non numeroso che abita un territorio sconfinato. Un paese in cui i giovani affrontano le prime esperienze lavorative già ai tempi della scuola e si staccano dalla famiglia molto prima di quanto non avvenga dalle nostre parti.


Potrebbe, in apparenza, essere una cosa buona, ma ho visto molti giovani davvero impacciati e oltremodo affaticati dalle incombenze loro affidate. Non so quanto ciò possa andar bene. Se sia meglio, nell' età giovanile, avere un tempo per lo studio e un tempo per lo svago, per poi affrontare, con maggior gradualità e maturità, il mondo del lavoro. Dico questo perché, nelle strade di Toronto e Montreal, all' ombra dei grattacieli di vetro, non vedi solo manager rampanti che si spostano freneticamente con l' immancabile borraccia di caffé fra le mani. Ci sono anche molte persone senza fissa dimora. Donne e uomini che non ce l' hanno fatta e, per orgoglio o altro, non vogliono rientrare nella famiglia di origine. Alcuni di loro accettano l' assistenza dei servizi sociali.


Altri, per molteplici ragioni, la rifiutano e vivono di espedienti. Non è tutto oro quel che luccica. Gli scintillanti grattacieli contrastano in modo evidente con la disperazione di tanti. Non è sempre facile essere canadesi e, ancor più difficile (se non quasi impossibile) è diventarlo. Perché il Canada è un paese aperto solo a chi è in grado di pagarsi una costosa istruzione universitaria o di portare un forte contributo in termini professionali ed economici. 


Si tratta di un paese multiforme. Con un' anima nativa sin troppo discreta e che, a volte, appare molto relegata ai margini dalle anime anglofone e francofone che sembrano aver preso il  sopravvento. Questa, almeno , è la sensazione che riceve chi, anche per un breve periodo,  percorre le strade di questo paese dalla natura prorompente, spesso offesa dagli incendi e da quella brutta tendenza a trasformare in luna park luoghi straordinari come Niagara Falls.


Si percepisce chiaramente l' influenza non sempre positiva dei vicini Stati Uniti d'America.  Una tendenza al ridondante, assolutamente inutile là dove la natura è da sola in grado di dar spettacolo senza il fastidioso intervento umano. Il Canada è un paese conservatore, animato da spirito affaristico. Molto legato alla monarchia britannica nell' anglofona Toronto.


Nostalgico delle sue origini nel francofono Québec. "Je me souviens", appunto, è il motto col quale i Quebecois esprimono la memoria per la loro provenienza francese. Un paese in cui le tasse vengono pagate senza riserve e che perciò offre ottimi servizi ai suoi cittadini. Una popolazione per niente bigotta e anzi, distante anni luce da quel clero corrotto e paidofilo che ha offeso gravemente la persona, l' innocenza e la dignità di tanti giovani nativi. 


Ho visto anche un paese libertario ma non libertino, in cui cui la vendita della cannabis è legale e quel che non è stigmatizzato dall' opinione pubblica non è represso dallo Stato. Un paese grande e complesso. Affascinante per la sua natura. Interessante per il suo modo d' essere e di svilupparsi. Credo che il Canada meriti ben più dei dodici giorni che ho dedicato a questo viaggio e, sicuramente, un approfondimento e uno studio  che vada ben oltre lo spazio in cui ho cercato di riassumere la mia straordinaria esperienza.

Foto n.1, lo skyline di Toronto; Foto n. 2, un caratteristico scuolabus; Foto n. 3 il villaggio  operaio della cartiera di Val Jalbert;  Foto n. 4 le Cascate del Niagara, versante canadese; Foto n. 5,  la Christ Church Cathedral a Montreal; Foto n. 6, il punto di confine tra Canada e Usa nella regione delle Mille Isole (si tratta del più piccolo avamposto di confine del mondo); Foto n. 7, un orso nero nella riserva faunistica di St. Felicien;  Foto n. 8, scorcio della Place Royale a Quebec City.


Commenti

  1. Qui abbiamo un avvio alle responsabilità molto tardivo. troppo, direi.
    Ma lì avviene forse troppo presto. Una via di mezzo sarebbe perfetta.

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    1. L' inserimento nel mondo del lavoro segna sempre un momento assai critico della vita umana . È una fase di passaggio per la quale occorre una preparazione e una maturità adeguata per non restare travolti. Se poi si è già impegnati nello studio si rischia di perdere anche i giusti tempi di svago e riposo. Iniziare bene è fondamentale per tutta la vita lavorativa di un individuo.

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  2. Un articolo intenso, e davvero interessante, che osserva "il modo di essere" di una popolazione lontanissima da noi. Splendide le immagini inserite. Buon proseguimento d giornata, Fabio

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    1. Alla fine, in un viaggio, quel che conta è cercare di capire il più possibile la vita del paese che visiti. Il valore di un' esperienza come questa risiede nell' arricchimento interiore che ne deriva.

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  3. Un viaggio interessante, dove hai avuto modo di conoscere , oltre che le bellezze del Canada, anche la realtà sociale di questo paese dove, per i giovani in particolare , non è semplice crescere. Bellissime foto. Salutissimi

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    1. Soprattutto penso sia utile mettere le esperienze di vita a confronto, valutare i pro e contro di certe scelte pedagogiche, etiche e pratiche. Dal confronto fra le civiltà, con le loro diversità, può scaturire una maggior crescita per tutti.

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    1. Ho cercato di fare non un tour panoramico ma di cogliere degli aspetti caratterizzanti del Canada. Naturalmente bisognerebbe vivere in un paese per più tempo e approfondire maggiormente la sua conoscenza.

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  5. Grazie Fabio,i tuoi reportage ci consentono di conoscere un po' di quel mondo. Sui giovani mi dispiace anche se in ogni paese possono avere altre problematiche. Sarebbe interessante conoscere qualcosa circa la diffusione di fatti illeciti,sui fenomeni migratori ed anche sulle condizioni economiche e sociali delle persone anche se dalla tua descrizione emerge una situazione molto simile a quella statunitense con le note contraddizioni di quella società. La scarsa densità degli abitanti sembra favorire la natura ed il quieto vivere,anche se alcuni effetti della globalizzazione purtroppo non risparmiano alcun territorio. Comunque poter viaggiare è molto importante e dai confronti con gli altri paesi speriamo di poter migliorare.

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    1. Da alcune fonti risulta che i crimini violenti non siano frequenti e che il possesso di armi non sia un fenomeno diffuso come negli USA. Ho visto, comunque, diverse locandine segnaletiche relative a ricercati per spaccio di sostanze stupefacenti. Perciò che concerne la migrazione, lo stato canadese, favorito anche dalla posizione geografica, ha dato un taglio netto. Difficile entrare nel paese come lavoratori se non dotati di significative esperienze e capacità.In Canada è diffusissima la locazione degli alloggi. I Canadesi cambiano spesso casa e la proprietà immobiliare riguarda soprattutto i ceti più agiati. Mi sembra, in linea di massima, un paese nel quale la gente comune, chi lavora vive con dignità, salve le eccezioni alle quali ho fatto riferimento nel post.

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  6. Il Canada mi ha sempre dato l'idea di un paese americano ma con una mentalità ancora europea. Le tue parole mi fanno capire che in parte l'impressione era corretta. Grazie per aver condiviso le foto con noi, sicuramente sarà stata una bella esperienza di viaggio per te.

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    1. Il legame fra Canada e origini europee è grande. C'è un Canada anglofono, sempre molto legato alla corona britannica e un Quebec che non dimentica le sue origini francesi e, in loro nome, ha, a più riprese cercato l' indipendenza. Nel bel mezzo Montreal, 'indecisa" nel dilemma franco-inglese.

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  7. Bellissimo post. Mi ha colpito molto la riflessione sui giovani e la loro troppo precoce responsabilizzazione. Credo sia eccessivo caricarli di responsabilità in età troppo tenera (anche se poi ogni individuo ha le proprie capacità e le proprie tendenze), ma allo stesso tempo penso che da noi si ecceda in senso opposto. Magari il compromesso sarebbe un allontanamento graduale dalla famiglia, non definitivo finché il ragazzo non è pronto, ma dai 18 anni in poi il giovane un po' di esperienze lontano da casa dovrebbe farle.

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    1. Le vie di mezzo e la ponderazione favoriscono scelte pedagogiche e di vita più adeguate . L' indipendenza economica non deve segnare un distacco chirurgico dalla famiglia di origine. I giovani hanno bisogno di solidarietà.

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  8. Ti ringrazio davvero per questa personalissima descrizione che mi ha dato un'idea non stereotipata di questo Paese che ( per quello che ne sapevo ) immaginavo - come un po' tutti - credo - come una specie di Eden sia per la bellezza del territorio sia perché nel nostro immaginario pare essere uno Stato dove tutto funziona alla perfezione.
    Straordinarie sono anche le foto che documentano i luoghi.
    Hai fatto un buon lavoro!

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    1. Nell' affrontare la descrizione di un viaggio come questo il rischio è proprio quello di cadere nella favola della "Casetta piccolina in Canadà". Nella stesura di questo post ho voluto in tutti i modi evitarlo. Ogni paese ha i suoi lati positivi e negativi. Le sue luci e le sue ombre. Proprio come il nostro. Non esiste un paese ideale. Ogni paese del mondo ha tanti aspetti da migliorare, tante buone cose da fare conoscere ma anche tanti errori da evitare di commettere in futuro. Grazie per l' apprezzamento che mi incoraggia nel proseguimento di questa vita da blogger.

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  9. La mia esperienza canadese risale al 2002, Giornata Mondiale della Gioventù (anche se potevo considerarmi già un "fuori quota"), esperienza davvero mistica e coinvolgente, dal punto di vista umano, ovviamente, e comunque anche primo volo oltroceano, alle prese coi grattacieli e ogni tipo di "grandezza", ma anche con gli scoiattoli in pieno centro cittadino e le contraddizioni della povertà tangibile verificate in seguito anche negli USA.. foro bellissime e reportage davvero esaustivo Fabio, bisognerebbe avere sempre occhio equilibrato alle prese con realtà diverse dalle nostre, realtà che spesso desideriamo sfuggire, ma che dobbiamo aiutare a migliorare.. grazie!

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    1. Proprio vero, non c'è il paese ideale e, come dimostra il tuo commento, tanti problemi di trascinano negli anni senza essere risolti. Proprio per questo motivo, è importante che tutti, aldilà dell' entusiasmo per un bellissimo viaggio, mantengano la capacità di valutare con occhio critico la realtà. Solo così di può sperare in un miglioramento. Dicendo che è tutto bello e tutto perfetto non si aiuta nessuno.

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  10. Come si vive in Canada e cosa offre, questo ci regali con questo tuo post, ossia un reportage che non si trova in nessuna guida turistica. Ottimo lavoro.

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    1. Quando ci accingiamo ad un viaggio, nessuno mai ci presenta lo spirito autentico di un paese. Fanno il loro mestiere, in fondo e ti vendono il pacchetto esaltandone tutte le doti. Capita, a volte, d'esser fortunati e di trovare, come è successo a me, una guida esperta e intellettualmente onesta, che ti aiuta a comprendere la vera anima di una nazione. E' questo, alla fine, il più grande obbiettivo di un viaggio.

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  11. Un bellissimo viaggio anche nell'animo... cibo per la mente. Bello.
    Comunque anche gli Stati Uniti d'America sono per il non assistenzialismo, o si lavora o si lavora. Mio fratello si è trasferito a Miami alcuni anni e mi ha raccontato questa loro abitudine di attaccarsi all'alcol dopo il lavoro. E' un modo per scaricare lo stress dal lavoro e alla fine sono lontani luce da noi. Abbiamo una cultura diversa della famiglia e della cultura che loro non hanno e quindi dentro sono vuoti. Non lo so', Miami è bellissima e il fascino dell'America mi ha stregato, ma sinceramente si paga a caro prezzo. Elisa

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    1. E' vero. Sono culture e civiltà profondamente differenti dalla nostra. Noi, difficilmente, cambieremmo il nostro modo d' essere con il loro e, d'altro canto, non so quanto loro accetterebbero il nostro stile di vita. Questi viaggi servono per imparare e confrontarsi e, magari, a prendere, l' uno dall' altro, qualcosa di buono. Una cosa che non ho detto è che in Canada non c'è una cucina tradizionale per cui i menù sono alquanto ripetitivi e semplici. Per chi , come noi, è abituato bene, può essere un bel problema.

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