Ricordo di Giacomo Matteotti (Fratta Polesine 22/05/1885 - Roma 10/06/1924)

 


Ricorre quest'anno il centesimo anniversario dell'assassinio per mano fascista dell'Onorevole Giacomo Matteotti. Una figura fondamentale ed emblematica della storia del nostro paese che, oggi più che mai, è opportuno ricordare per la sua capacità di unire impegno politico, moderazione e coraggio civile. Proprio per questo il giornalista Curzio Maltese, in un suo articolo pubblicato nel 2006, sul “Venerdì” di Repubblica, evidenziava quanto i fascisti temessero molto di più l'opposizione moderata di Matteotti rispetto alle sfuriate, spesso senza costrutto, della sinistra massimalista. Così, il pensiero corre immediatamente al discorso parlamentare col quale Giacomo Matteotti, sfidando l'arroganza e la violenza verbale dei fascisti, denunciò in aula i brogli e le irregolarità perpetrate dal partito di Mussolini nelle elezioni del 1924. “Denunciò i singoli attentati fascisti alla libertà elettorale in una serie di località italiane; che su ottomila comuni italiani, e con mille candidati delle minoranze, la possibilità di parlare in pubblico per le opposizioni si era ridotta ad un piccolissimo numero di casi, soltanto là dove il partito dominante aveva consentito per alcune ragioni particolari o di luogo o di persona; in particolare su cento candidati socialisti unitari circa sessanta non avevano potuto circolare liberamente nella loro circoscrizione. Molti candidati avevano dovuto cambiare residenza, molti rinunziare alla candidatura per non essere boicottati sul lavoro o dover emigrare all’estero. Sfilarono, nella requisitoria matteottiana le illegalità e i soprusi attinenti alle operazioni elettorali: in sei circoscrizioni le formalità notarili impedite con la violenza; in alcuni casi fatta incetta di certificati elettorali; i rappresentanti di lista delle minoranze non ammessi quasi mai a presenziare le votazioni; in moltissimi comuni, specie di campagna, fascisti introdottisi nelle cabine a controllare l’elettore mentre votava.”* A seguito di quel discorso, il giorno 10 giugno 1924, Giacomo Matteotti fu rapito e ucciso da un gruppo di squadristi fascisti. Il suo corpo fu trovato, solo due mesi dopo, nudo e privato financo della fede nuziale, in una fossa nella macchia di Quartarella, a venti chilometri da Roma. La memoria di quanto accadde in quei giorni ci accompagna e sostiene dinnanzi ad ogni tentativo di stravolgere regole e principi con la bieca finalità di realizzare una condizione di egemonia. Il suo coraggio, la sua lealtà e la sua intransigenza siano, in questi grami tempi, un esempio per chiunque, a qualsiasi livello, svolga attività politica.

* Citazione estratta da "Storia d'Italia nel periodo fascista" Salvatorelli - Mira


Commenti

  1. Oggi anche l'opposizione va a sondaggi ci vuole coraggio ed intelligenza per dire la verità. Matteotti sarà ricordato sempre,altri dimenticati.

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    1. Quel che dispiace è che la memoria di uomini come Matteotti non induca alcuno a imitarne l' esempio. Dipende dalla mentalità di chi, per arrivismo puro e sete di potere, si dà alla politica. Ma anche da quei cittadini che li sostengono per trarne, a loro volta, vantaggio.

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  2. Ho sempre ammirato Matteotti.Buona serata.

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    1. Conobbi la figura di Matteotti quando ero ancora alle medie, grazie a mio fratello maggiore che mi diede i mezzi per difendermi dalla demagogia di una professoressa di lettere un po' fascista, proprio facendomi leggere il testo del discorso con cui Il grande parlamentare veneto denunciò i brogli elettorali perpetrarti da Mussolini e dai suoi seguaci. Dagli atti parlamentari risultavano anche le arroganti repliche dei deputati fascisti. Matteotti ebbe un gran coraggio a sfidarli e, anche per me, da allora è stato sempre un grande esempio. Buona serata a te.

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  3. Per andare contro la tirannia di turno ci vuole sempre molto coraggio, perché è noto che i tiranni fanno propaganda per apparire integerrimi, e si vendicano nel peggior modo di coloro che tentano di aprire gli occhi al popolo facendogli vedere il lupo che si nasconde dietro coloro che si spacciano per integerrimi.
    Matteotti ha pagato quel prezzo, sicuramente era consapevole del rischio che correva, ma non ha avuto paura. E per associazione di idee il pensiero va a Navalny, alla Politovskaja, e ai tanti morti "in circostanze misteriose" nella Russia di Putin. Speriamo solo che per farlo cadere e riabilitare la memoria delle sue vittime non ci sia bisogno di un'ulteriore guerra come ce ne fu bisogno per il dittatore nostrano...

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    1. Penso che l' associazione di pensiero fra la violenta repressione esercitata dal fascismo nei confronti dei suoi oppositori e le azioni condotte da Putin contro Anna Politkoskaja e Alexey Navalny sia corretta. Questo ci aiuta a capire a quali errori può condurre l' incapacità dei popoli di cogliere la lezione della storia. L' ideale sarebbe aver l' attenzione necessaria per cogliere i potenziali pericoli per la democrazia. Saperne cogliere le avvisaglie e agire di conseguenza. Purtroppo , in questo mondo, si cercano di chiudere i recinti solo quando certi tori infuriati son già scappati.

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  4. E più sarebbe importante ricordare e più cercano di annacquare il ricordo...
    Sarà un caso?
    Un abbraccione

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    1. Purtroppo non è un caso . Esiste nel nostro paese un evidente tentativo di revisione storica che occorre arginare. Molti intellettuali e giornalisti si stanno impegnando in tal senso. Occorre adesso anche un impegno concreto da parte di un' opinione pubblica troppo spesso disattenta e culturalmente impreparata.

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  5. Un'indimenticabile figura di rilievo della nostra storia, che hai fatto bene a citare.
    Buona serata Fabio

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    1. Non dobbiamo mai dimenticare queste personalità che sono un punto di riferimento per la coscienza collettiva. Saluti cari a te.

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  6. Temi che anche oggi Matteotti sarebbe eliminato da tutti anche da quella che ci ostiniamo a chiamare opposizione. Eliminato non però fisicamente ma eticamente. In primis cercando di non dargli voce sui canali mainstream e poi se questa prima soluzione non funzionasse infangandolo e deridendo le sue prese di posizione.

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    1. Penso che tu abbia ragione. Nel mondo esistono uomini "buoni per tutte le stagioni" ma anche uomini scomodi in tutte le stagioni. I primi, per dirla con le parole di Giuseppe Giusti son "sempre ritti" ... "sfruttando i frutti del mal di tutti." I secondi sempre osteggiati, umiliati e derisi e, alla bisogna, financo eliminati. Non c'è proprio ragione d'essere ottimisti. Ovunque si guardi.

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  7. Io concordo col mantenere viva la memoria di uomini coraggiosi, la malinconia mi viene nel pensare che la nostra memoria non serva al mondo, perché ben altre Memorie vengono ignorate e calpestate, ben altri orrori occorrono al mondo d'oggi senza che nessuno si accorga di quali tragedie ci andiamo di nuovo, e ancora, macchiando. Siamo fantocci ciechi e sordi. Fare tesoro, dici, ma non facciamo tesoro di nessun esempio, siamo un monumento all'ipocrisia.

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    1. La mancanza di memoria dell' umanità va a braccetto con l' indifferenza. Se questo accade è perché può fare comodo a chi cerca solo il potere un genere umano senza ricordi e incapace di guardare gli attuali mali del mondo indignandosi. E' più facile, come si suol dire, rivolgersi "alla pancia del paese" che alla sua coscienza. Purtroppo non esiste una cura dai risultati garantiti per superare questo stato di incoscienza e faciloneria collettiva che pervade la società. Resta valida per tutti l' esortazione gramsciana: "Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la nostra forza." L' indifferenza è l' esatto contrario di queste regole e, inevitabilmente, porta alla resa totale.

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  8. Il coraggio di quest'uomo è indiscutibile e ricordarlo deve aiutarci a capire che il male e la dittatura non possono vincere. Ricordarlo è un dovere per il nostro paese che oggi come oggi si trova in queste condizioni. E come dicevi qui sopra l'indifferenza è l'altro "cancro" da sconfiggere.

    Un salutone e bel post
    Buon fine settimana

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    1. L' esempio di Giacomo Matteotti ci fa comprendere quanto nella vita sia necessario scegliere la strada della legalità e della democrazia, anche se ciò può comportare gravi rischi personali. Si oppose con coraggio alla nascita di un regime delinquenziale. Non fece, come altri, finta di non vedere. Fu antifascista, ma ci insegnò, tra le altre cose, a prendere le distanze da quel qualunquismo e da quella piaggeria che sono le basi principali sulle quali si sostenta ogni forma di dittatura.

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