Carta insudiciata.



Tutti, ormai, si azzardano a scriver libri. Politicanti da quattro soldi, principi decaduti. Calciatori, cantanti e guitti d' ogni sorta.  Parlano delle loro vite. Cercano di esaltarsi e promuoversi. Quando occorre, persino di resuscitare. Ispirati da una musa maldestra. Son sempre in televisione questi "dilettanti allo sbaraglio", per presentare il loro ultimo libro. Mossi, solamente, dall'uzzolo di fare il "cantastorie di sé stessi" e guadagnare, con facilità,  qualche euro in più. La loro prosa è povera nei contenuti e nello stile. La forma, talvolta, involuta e scorretta. Non saprei dire se scrivano davvero o se, alle loro spalle,  ci sia qualcuno che gli regga la mano e la penna. Eppure, certe pubblicazioni sono sempre ben al centro delle vetrine e non relegate, come si dovrebbe, sul retro delle edicole. Meglio sarebbe se certi libercoli fossero "dati alle fiamme". Proprio come gli Annali di Volusio che, a buon diritto, il grande Catullo definiva "cacata carta".

Nella foto introduttiva: Busto di Catullo presso la Protomoteca della Biblioteca civica di Verona.

Commenti

  1. ...Probabilmente, in molti, seguono "le mode del periodo" per non sentirsi sottovalutati rispetto agli altri..
    Buon mese di maggio Fabio

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    1. E' diventata una sorta di reazione a catena. - Se scrive lui - pensa qualcuno - lo posso fare anch'io.- In realtà sarebbe meglio non dare l' imprimatur a certi libri, almeno in omaggio al principio della "dignità di pubblicazione". Purtroppo entrano in ballo interessi di vario genere e così si continua a mandare in stampa certe cose.

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  2. Pur di far soldi inventerebbero qualunque cosa :D
    Poi figurati se scrivono loro, si avvarranno di ghostwriter presumo.

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    1. Sono d' accordo. Penso sia tutta una grande mascherata, realizzata con la complicità degli editori. Magari scartano anche dei buoni autori per fare spazio a certi personaggi.

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  3. Manco solo io a scrivere un libro sulla mia vita.E ne avrei da dire,ma io non seguirò questa moda.

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    1. Quando si creano le mode vien solo la voglia di starsene fuori. Scrivere un libro è un bell'impegno. Se lo fai con passione e serietà, rischia di diventare un lavoro. Bisogna valutare quanto si è disposti a correre questo rischio. Specie quando sul lavoro hai già profuso il tuo impegno e non hai, al fine, altra pretesa che leggere libri che siano davvero interessanti e ben scritti.

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  4. Oddio Fabio, io ho scritto! Ma, facciamo così, prenderò spunto da questo tuo post, che fra parentesi condivido nei suoi contenuti, ovviamente citandoti, e racconterò il perché dei miei libri. Ciao Fabio. Buona continuazione di giornata :)
    sinforosa

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    1. Non preoccuparti, ci siamo cascati un po' tutti. Compreso il sottoscritto. Molti anni fa ho autopubblicato qualcosa che i soliti quattro gatti hanno letto, Pochissime copie vendute. Molte regalate. Ora per me è materiale tutto da rivedere ma, sinceramente, non ne ho granché voglia. Preferisco fare il blogger in libertà. Quando ne ho voglia bene, altrimenti faccio altre cose. Gente come noi, comunque, è molto diversa da quella che critichiamo in questo post. Cerchiamo di fare le cose per passione e, di certo, senza velleità di sorta. Un salutone a te e a presto.

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  5. Gli editori alla fine sono imprenditori e inseguono il profitto, quindi propongono i libri che vendono di più, e l'autobiografia di un concorrente di un reality che racconta dettagli piccanti della sua avventura con una valletta di un talk show probabilmente vende più copie di un romanzo impegnativo. Qualche domanda dobbiamo farcela anche noi come "società civile"...

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    1. E' tutta una questione di vil denaro, si sa. Forse spetta alla gente rendersi conto del fatto che son soldi buttati. Ma, forse, per molti va bene così e i soldi che spendono per questi libri, probabilmente,li grattano dai muri. Anche qui si dimostra che c'è una società da rivoltare come un calzino.

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  6. Concordo in toto con Ariano ed aggiungo che molti hanno i ghostwriter ma tanti come gli sportivi, per esempio, lo hanno alla luce del sole perché sul libro leggi due nomi quello dello sportivo accanto a quello del giornalista che traduce in italiano accettabile i fatti di vita dello sportivo in questione

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    1. Proprio vero. Giusto poi spezzare una lancia per quei poveri (si fa per dire) scrittori e giornalisti costretti a decriptare certi linguaggi confusi e, a volte, persino oscuri. Opera non meno ardua della traduzione di Platone dal greco antico.

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  7. Io ho letto il libro di Ilary Blasi perché mi incuriosiva la storia della sua separazione, dopo tanti anni. È un libro molto scorrevole , che ho letto in fretta. Non credo proprio che sia tutta farina del suo sacco, si sarà fatta aiutare.Comunque lei racconta la sua versione, bisognerebbe sentire anche quella di Totti, che non ha avuto modo di difendersi. Anni fa avevo comprato il libro della Hunziker, perché volevo capire come aveva fatto una come lei a cadere vittima di una setta!! Però, a parte questi due casi, preferisco di gran lunga autori seri e non mi faccio coinvolgere da questi show. Ora sto leggendo Donato Carrisi, il suggeritore. Saluti.

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    1. A volte andiamo in cerca di qualche lettura distensiva che ci faccia un po' divagare. Può capitare di incappare nei libri dei cosiddetti vip , proprio per distrarsi. Personalmente preferisco dei buoni fumetti, un libro umoristico o una pagina sportiva di un quotidiano . Un salutone a te.

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  8. È qualcosa che ho notato anch'io ed ho sempre dubbi (poi confermati) che tutto sommato sono libri di poco conto salvo qualche rara eccezione. Se teniamo conto che sino a due anni una media del 56% degli italiani non legge niente di niente (il Covid aveva fatto fare qualche progresso in avanti, + 20% ma siamo di nuovo tornati indietro) il 44% degli italiani compra e legge 1 libro all'anno. Il mercato editoriale italiano si regge su una media fra il 22 e il 24% di italiani che comprano e leggono 3 o 4 libri all'anno. Quindi tutti questi nuovi libri chi li compra?

    Ne avevo parlato in un post qualche tempo fa. L'Italia è molto indietro da questo punto di vista rispetto ad altri paesi Europei, idem per la qualità...salvo, come dicevo, gli scrittori quelli veri, quelli che scrivono perché sono bravi e interessanti.

    Un salutone e buon fine settimana

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    1. La statistica che ci proponi fa davvero pensare. Specie se aggiungiamo il pesante calo delle tirature dei quotidiani e dei periodici che trattano cultura, politica e attualità. Il nostro è un paese che legge poco, legge male e ... talvolta compra i libri solo per far bella mostra sugli scaffali. Magari si tratta proprio degli scaffali che, stracolmi di volumi, appaiono in TV dietro a tanti figuri che cercano di darsi la parvenza di intellettuali. Anche a te un salutone e auguri per un felice weekend.

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  9. Forse non è nemmeno una questione di soldi o due vendite, credo che l'importante sia fare parlare di se stessi e il libro, ma si più ancora, tutte le trasmissioni o gli eventi in cui viene presentato, sono un ottima occasione per finire sotto ai riflettori. Poi che il libro sia realmente venduto o addirittura sia letto, è secondario

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    1. Son personaggi in cerca di un palcoscenico e quel palcoscenico serve loro per tentare di esercitare influenza e guadagnare un bel po' di soldi. Basta che il libro circoli, che la gente immagini che loro siano in grado di scrivere. Sicuramente vogliono apparire meglio di ciò che sono in realtà. Per chi, come loro, bada solo alle apparenze, i contenuti contano poco. Sono creatori di illusioni se non addirittura di mistificazioni.

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  10. Mi è venuto da ridere perché le mie pubblicazioni (POSTODIBLOGGO un blog da sfogliare - autopubblicata - ma anche l'altro di Aletti) le ho piazzate in edicole di amici edicolanti.. e qualcosa riesco anche a vendere, però mi manca la vetrina della Gruber o quella di Fabio Fazio.. ahah di sicuro mi tiro fuori dal gregge di personaggi che non hanno mai scritto nulla di loro pugno e cercano solo residua gloria nel mondo di cartapesta e paillettes che frequentano..

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    1. Le mie autopubblicazioni sono state distribuite tramite due librai di buona volontà. So, per certo, che son state vendute ad amici e parenti. Ma davvero si tratta di poca roba e molte copie son state pure regalate. Alla fine mi da molta più soddisfazione il blog, perché mi rende davvero tanto in termini di dialogo e confronto con tante persone che, diversamente, non avrei mai avuto la fortuna di conoscere. Meglio esser semplici e capaci di offrirsi con tutti i propri limiti, piuttosto che essere falsi come certi palloni gonfiati che bazzicano nei talk show. Un salutone a te e buon fine settimana.

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  11. C'è un bellissimo intervento della compianta Michela Murgia a riguardo, risalente ai tempi di quando condivideva con Augias il programma Quante storie. Lo dedicò ai libri di Fabio Volo, sempre in alto nelle classifiche, ma evidentemente dei "libroidi".

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  12. Bellissima espressione per descrivere certi surrogati librari. Michela Murgia (che non smetteremo mai di rimpiangere) ci ha lasciato, dal canto suo, una straordinaria eredità letteraria e di pensiero. Grazie per il tuo intervento e per questa significativa citazione.

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  13. Io dal tempo della pandemia faccio la spesa in Rete per avere la consegna a casa. Per questo motivo SCRIVO LA LISTA DELLA SPESA E LA METTO IN INTERNET. Vale come opera letteraria?😂
    Ciao Fabio, buona settimana.
    enrico

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    1. Certo! Ci può essere molto più di artistico, creativo e letterario in una lista della spesa piuttosto che in certi "libroidi" (mi è piaciuta molto questa espressione) che ci propongono i media. Se poi nella lista c' è anche del cioccolato è stato raggiunto il massimo dell' ispirazione.😉

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  14. Ero un'assidua frequentatrice della Feltrinelli . Da giovane, quando i libri per noi poveracci, erano miraggi, Negli anni sessanta entravo nella vecchia e piccola libreria gestita da due commessi squisiti, e giorno dopo giorno leggevo i libri che mi interessavano. Oggi non riesco più ad entrare in quella mega libreia, nella quale i libri vengono poggiati su dei tavoloni e dati in pasto ai lettori. Mi piace scegliere e valutare, prima di acquistare. Serena settimana.

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    1. Ormai è una sorta di mercato generale. Magari c'è anche chi compra , non legge e utilizza quei libri come pezzi d' arredamento da mettere in bella mostra solo per darsi un' aria. Anche a te l' augurio di una buona settimana.

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  15. Non solo ormai scrivono attori, cantanti e vari tipi di personaggi pubblici, ma lo fanno anche molti miei amici e conoscenti, che poi mi invitano alla presentazione dei loro libri e si può fare lo sgarbo di non comprarli? Infine ci sono pure le bancarelle sui mercatini, sempre rigorosamente presentati dall'autore. C'è chi scrive la storia del nonno tornato dalla guerra, chi quella del papà ferroviere o della zia zitella. In fondo sono storie di vita vera, magari un po' romanzate, ma sempre piacevoli perché ricordano un po' il nostro vissuto. Mi chiedo: chi ha solo la terza media si farà correggere la bozza? Ma! Comunque scrivono proprio tutti...manco solo io! :D

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    1. Peccato che, a tanto scrivere, non corrisponda una pari voglia di leggere. Si legge poco e si producono anche molti libri che, probabilmente, si acquistano solo per mera amicizia e neanche tanto volentieri.

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  16. non esageriamo :)
    in fondo non è obbligatorio leggerli o parlarne (e neppure ascoltare chi ne parla).
    ciao

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    1. Giusto. Possiamo anche ignorarli e dedicare il nostro tempo ad altro. La libertà, alla fine, è quel che ci salva.

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    2. forse (per gli umani) è invece una trappola :)
      lieto giorno

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    3. Bisogna saperla utilizzare bene... anche se poi, quel che è bene varia da persona a persona.

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  17. Ciao Fabio, condivido in toto il contenuto di questo tuo post. Credo che molti stanno cavalcando l'onda, tutto è moda.
    Penso che queste pubblicazioni saranno degli strafalcioni.
    Gradito il tuo pensiero sui miei versi.
    Saluto di stima
    Rakel

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    1. La tua poesia è davvero bella e tanto vera. Grazie a te per la tua presenza su queste pagine.

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