La Festa del Lavoro, i Giovani e... Quelli che han tirato i remi in barca.

 


Poco importa che io sia ormai fuori dal mondo del lavoro. Perché la Festa del Primo Maggio continuo a sentirla con immutato trasporto. Perciò, in questa occasione, dedico il mio pensiero a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori ma,  soprattutto, ai giovani che si affacciano verso una realtà lavorativa,  oggi, più difficile che mai. A loro dico di svolgere i loro incarichi  con diligenza ma, allo stesso modo, di difendere, con decisione, ogni diritto e prerogativa che gli compete. Siate intransigenti su tutto ciò che riguarda salute e sicurezza perché i diritti della persona, piaccia o no, devono sempre prevalere sulle esigenze del profitto, della produzione, dell' economia e della finanza. Non c'è niente che valga quanto la vostra salute ed incolumità fisica. Non regalate il vostro tempo. Perché ogni minuto in più che dedicherete al lavoro sarà sottratto alle vostre famiglie oltre che a voi stessi. Impegnatevi senza farvi sfruttare. Pretendete sempre la giusta retribuzione. Difendete le vostre posizioni non solo come singoli ma, soprattutto, in forma collettiva perché, quando i problemi sono grandi, da soli non si va da nessuna parte. Siate uniti e solidali. Pretendete la formazione sul lavoro ma non rinunciate in nessun modo alla vostra crescita personale. Culturale, civile e morale. Perché questa sarà, sopra ogni altra, cosa la vostra forza. Godete dei frutti della vostra fatica. Non rinunciate al riposo e allo svago per ritemprare anima e corpo. Ricercate la serenità e la felicità per voi e le vostre famiglie senza dimenticare d' esser parte della società civile. Ricordatevi, sempre, d' esser persone e non meri ingranaggi di un meccanismo produttivo. Siate lucidi, determinati e sereni nel prendere le vostre decisioni, ma soprattutto uniti. Perché  solo così, la vostra condizione lavorativa potrà esser molto migliore di quella che la mia generazione vi ha lasciato in eredità. Noi abbiamo la colpa di aver dato per scontati i diritti e le conquiste di chi ci ha preceduto. Di non aver compreso che ogni posizione acquisita va difesa giorno per giorno. Di aver, colpevolmente, tirato i remi in barca, quando l' approdo era ancora lontano da raggiungere. "La mia generazione ha perso". Ma voi avete ancora, solo che lo vogliate, la possibilità di riprendere la strada ed esser padroni del vostro destino. Fate che questa riflessione, così amara, sia per voi un punto di partenza. Uno stimolo per onorare la  ricorrenza del Primo Maggio ed essere più forti e coraggiosi di noi che non siamo stati capaci di difendere, col dovuto impegno, le conquiste dei nostri padri.
                         Buona Festa del Lavoro a Tutti.

Nella foto introduttiva: ritratto a pastello dell' ex presidente dell' Uruguay Pepe Mujica che, col suo pensiero, ha molto ispirato le riflessioni di questo post . Disegno realizzato molti anni fa dall' autore del blog.




Commenti

  1. ....la situazione del lavoro, nel nostro paese, non è rosea, ed i giovani sono costretti a lottare con forza, per una loro giusta collocazione lavorativa, in un ambiente, che dia loro prospettive di crescita.
    Un caro saluto Fabio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La situazione è assai complessa perché tanti fattori sono intervenuti a modificare il mondo del lavoro. Mi riferisco soprattutto alla precarietà, allo scardinamento del sistema dei diritti sanciti dallo Statuto dei Lavoratori e poi all' esternalizzazione delle attività, mirata a ridurre il costo del lavoro, cercando, oltre confine , prestatori di lavoro non sindacalizzati e con minori esigenze. Anche il progresso informatico e meccanico ha ridotto la necessità di mano d'opera. Ma l' aver precarizzato i rapporti di lavoro ed esternalizzato le attività produttive, senza una efficace reazione da parte di lavoratori e sindacati ha complicato, più di ogni altra cosa, la realtà lavorativa dei nostri tempi.

      Elimina
  2. Auguriamoci che il lavoro, e il lavoro dignitoso, possa essere appannaggio di tutti. Buona festa del lavoro.
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bisogna riprendere a lottare. Manca la guida di leader sindacali forti e i giovani dovranno trovarli nelle loro fila visto che, chi li ha preceduti ha fallito miseramente. Sarà necessario aver coraggio e determinazione. Leggere il romanzo "Metello" di Vasco Pratolini può dare idea di quel che intendo e poco importa che i tempi erano diversi. Un salutone a te e, naturalmente, Buon Primomaggio.

      Elimina
  3. La situazione è seria, i margini di manovra scarsi, e tanti giovani finiscono per fare scelte che ai loro genitori possono sembrare azzardate... ma finché c'è vita si può lottare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo, innanzitutto è necessario non perdere la speranza. Poi i giovani devono anche studiare e approfondire non solo le conquiste del lavoro del dopoguerra, ma anche comprendere perché tanti diritti e prerogative sono andati perduti. Quando si smette di lottare e impegnarsi, quando si perde di vista l' importanza dello strumento della contrattazione collettiva, quando si crede di poter reggere da soli il confronto con la controparte datoriale si andrà, di sicuro, verso la sconfitta. Poi le lotte comportano sacrifici e, se non si è disposti a sostenerli, la battaglia è persa in partenza.

      Elimina
  4. Purtroppo il capitalismo qui in occidente ha vinto e non intende fare prigionieri. Ce l'ho coi nostri governi che si sono succeduti nel corso degli anni e lo hanno permesso, ma anche con l'unione europea che lentamente è diventata sempre più iperliberista, arrivando al punto di mettere il capitale finanziario sopra l'essere umano in termini di importanza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In molti si son scordati che la nostra Costituzione sancisce una serie di principi che pongono la persona umana, il suo sviluppo intellettuale e morale, la sua integrità fisica sopra ogni altro valore economico, finanziario e produttivo. L' iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto coi diritti della persona. Oggi pesa proprio questo stravolgimento dei valori, al quale ci si è opposti in modo del tutto insufficiente. La nostra Costituzione è in pericolo. C'è troppa indifferenza e questo rischia di portarci definitivamente al tracollo.

      Elimina
  5. Anch'io ho completato la mia vita lavorativa ma mi rendo conto che la situazione al giorno d'oggi non è facile. Ho un fratello che lavora ancora e lo vedo tra mille difficoltà, ogni giorno !! Vorrei che la sua situazione migliorasse ma non so come aiutarlo, non posso fare altro che sostenerlo !! Sono d'accordo con ciò che scrivi e bravo per il disegno. Saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che sostenerlo dando buoni consigli sia davvero importante. Chi lavora, oggi, non va lasciato solo. L' incoraggiamento, il sostegno morale può aiutare a prender decisione corrette e a resistere in "questa valle di lacrime" che oggi è il mondo del lavoro. Un salutone a te.

      Elimina
  6. Ho felicemente tirato i remi in barca da diversi anni anche perché nel mio settore per andare avanti occorreva essere "impegnati" (me lo dissero via mail esplicitamente) ... cioè nel partito,nella corrente o, peggio ancora,nelle varie lobbies.
    I giovani hanno avuto più difficoltà di noi nella ricerca del lavoro anche perché i tempi sono cambiati e,come avete notato, vi sono meno tutele e controlli. La politica,poi, all'inseguimento di facili consensi,non sembra in grado di programmare il futuro, soprattutto dei giovani,in modo adeguato. Peraltro, rispetto a molti paesi ( di alcuni si sa poco perché sono dittature o democrature),per ora abbiamo mantenuto la possibilità, almeno con il voto,di incidere in qualche misura sulla situazione.Quindi è opportuno riflettere con attenzione per dare il voto a chi in concreto dimostra di sostenere meglio i diritti dei cittadini,tra i quali quelli importantissimi relativi al lavoro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo. In molti abbiamo tirato i remi in barca non solo per raggiunti limiti di età ma anche perché esacerbati da certi andazzi non sopportabili. Con la coscienza d'aver fatto pienamente il nostro dovere. Dispiace , invece, quando si vedono i sindacati coi remi tirati in barca, i lavoratori acquiescenti con le parti datoriali e incapaci di difendere i loro diritti, come andrebbe fatto, giorno per giorno. Fanno schifo, invece, le lobbies, le correnti e le camarille che avvelenano gli ambienti di lavoro. Sacrosanto il tuo invito ad un voto da destinare a chi mostra di lottare per gli interessi dei cittadini e dei lavoratori ma, questi ultimi, devono ritrovare la strada delle rivendicazioni e della contrattazione collettiva. Diversamente, non si farà un solo passo in avanti.

      Elimina
  7. La situazione è molto peggiorata, stipendi fermi e tolti tanti diritti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è altro che la conseguenza dell' aver smesso di lottare. Ora bisogna ricominciare daccapo.

      Elimina
  8. Mi hanno fatto lavorare fino a 67 anni e ho potuto vivere dignitosamente grazie alle mie mani e alla mia testa. Auguro a tutti i giovani di trovare il lavoro che diventi una gioia e non una fatica. Quando si lavora con passione e dedizione anche qualche soddisfazione...arriva! Buona festa del lavoro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dedizione e impegno son necessari per fare in modo che il lavoro non sia solo un peso. E' bene però non dimenticare che ci sono valori quali l'incolumità fisica e la sicurezza, la giusta retribuzione, il rispetto per la dignità , la necessità del riposo, l' indennità di malattia che vanno sempre difesi. Non tutti garantiscono ciò ai lavoratori perciò, oltre all' impegno nello svolgimento dei propri compiti, sarà necessario aver sempre la forza per ottenere il rispetto dei propri diritti e delle proprie prerogative. Anche a te tanti auguri per un buon Primomaggio.

      Elimina
  9. Scrivi..."Noi abbiamo la colpa di aver dato per scontati i diritti e le conquiste di chi ci ha preceduto. Di non aver compreso che ogni posizione acquisita va difesa giorno per giorno...." come hai ragione, purtroppo!! Nata nel '67 pensavo che fosse tutto già scontato per sempre e invece ci hanno tolto tutto senza un fiato da parte nostra, troppo basiti per reagire, troppo increduli per combattere.
    Tolto proprio da quella sinistra in cui credevamo e per cui abbiamo sognato un governo di giustizia sociale mai avvenuto, anzi tutto peggiorato e perso.
    Quanta delusione e sopratutto quanta amarezza.
    I giovani di oggi devono lottare ogni giorno per una giusta retribuzione e per i loro diritti, tanti però vanno all'estero se possono, dove hanno retribuzioni giuste e adeguate.
    Noi siamo ancora Medioevo su questo.
    A ogni generazione la sua dose di dolori direi... ma noi avevamo la speranza di un cambiamento, che poi non c'è stato, ok. Adesso tocca a loro, troveranno una forma di lotta spero, una forma di reazione, o soccomberanno ad essa. Elisa

    RispondiElimina
  10. Ne ho visto tante nei miei trentacinque anni di lavoro. Ciò che non ho visto, ho studiato e imparato da buoni maestri. Mi piace ricordare, assieme ai padri costituenti, l' impegno di Giuseppe Di Vittorio per la tutela dei diritti dei lavoratori e il cammino arduo e faticoso per la costruzione della legge n. 300 del 20 maggio 1970, meglio nota come Statuto dei Lavoratori. Con tale legge, la vita sindacale entrò nei luoghi di lavoro e questo fu il culmine delle lotte sostenute dai lavoratori. Dico sostenute a bella posta. Perché quando il sostegno dei lavoratori viene a mancare, quando si osa solo pensare che i diritti sono acquisiti per sempre, quando l' azione sindacale perde vigore, allora, è certo che si rischia, come è accaduto, di far molti passi indietro. La colpa dunque è di quelle generazioni che non sono state capaci di tenere il passo. Giusto dunque riconoscere gli errori commessi. E' un modo questo di tramandare almeno la lezione della storia visto che, in fin dei conti, non siamo stati capaci di altro.

    RispondiElimina
  11. Lasciamo loro un bruttissimo mondo e a volte sembra che gliene facciamo pure una colpa. Ma a creare i falsi miti di guadagno o dell'apparire siamo stati noi con questa società che abbiamo costruito.
    In questo un vero fallimento.
    Buon primo maggio, sempre e comunque

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli stiamo lasciando anche l' onere (se lo vorranno e sentiranno) di recuperare il terreno perduto. Non siamo in una bella posizione per fare loro della morale ma riconoscere le colpe della nostra generazione può essere un punto di partenza per cercare di fare delle buone scelte. Anche a te Buon Primo Maggio che sarà sempre una grande occasione per riflettere su questi basilari argomenti.

      Elimina
  12. Il mondo del lavoro si è fatto davvero molto complicato. Ci dobbiamo augurare che qualcosa cambi. Buona serata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bisognerà che chi ha le forze e tutto l' interesse a farlo si attivi. Diversamente cambierà ben poco o, forse, si perderà anche quel che resta dei diritti.

      Elimina
  13. È straordinario, il tuo post è un vero e proprio manifesto sociale ed oserei dire, nel senso più alto e nobile del termine, politico sul lavoro ed il diritto sia ad esso che alla vita nel suo insieme

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho solo cercato di dire quello che ho visto, di raccontare ciò che ho tratto dalla mia esperienza. Spero, nel mio piccolo, che possa essere utile a chi lavora e, ancor più ai giovani che passano di qui. So, però, che è solo un messaggio nella bottiglia, gettato nell' oceano.

      Elimina
  14. Ho sentito che anche oggi Festa del lavoro c'è stato un infortunio mortale. È mostruosamente inconcepibile che si muoia perché qualcuno vuole lucrare sulle misure di sicurezza.
    Ciao Fabio buona serata
    enrico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assenza di scrupoli da parte dei datori di lavoro, da parte di chi, per conto loro, organizza il lavoro cercando di fare risparmiare sulla sicurezza. Noncuranza e indifferenza da parte della politica che pensa solo a mantenere le poltrone. Scarso impegno da parte dei sindacati. I lavoratori sono le vittime ma anche quelli che, pur essendo l' ultimo anello della catena, dovrebbero protestare con maggior veemenza. Senza essere acquiescenti, come, purtroppo, accade spesso. Buona serata a te caro Enrico.

      Elimina
  15. Grazie a voi che avete onorato la Festa del Lavoro col vostro impegno e i vostri interventi e... se volete ancora intervenire il dialogo è sempre aperto. Un salutone a tutti.

    RispondiElimina

Posta un commento

I commenti sono moderati e verranno pubblicati solo se espressi in termini pacati e civili e purché non abbiano carattere di spam o contenuto pubblicitario.