"Non è più una festa."


 Lo scrivo in virgolettato, perché questa frase è diventata, per molti, un luogo comune al quale non intendo aderire. Perché, si dice che alcune feste hanno preso una connotazione commerciale, altre invece non dovrebbero essere considerate più feste perché travolte da una crisi sociale che ne metterebbe in discussione il contenuto di fondo. Altre ancora perché si vorrebbe vengano intese nel senso in cui fa comodo e non più in quello per il quale sono state istituite. Dal canto mio, credo che le feste e le ricorrenze servano sempre a fare memoria. A ricordare i valori fondanti del vivere civile, le pietre miliari del progresso umano ma, sopra ogni cosa, ci aiutano ad aver ben chiara l' idea che tante conquiste sociali ed umane non sono per sempre ma vanno difese e perfezionate giorno per giorno. Penso sia questo il senso delle giornate festive, in cui è giusto fermarsi per riflettere. Voltarsi indietro per considerare quanta strada si è fatta e guardare avanti per aver chiaro quanta ancora se ne deve fare. Non è festa quando, al fine settimana, si fa il pieno di spritz per poi andare a schiantarsi dietro la prima curva e, neanche, quando si attendono, a tarda notte, quei fuochi d'artificio che annunciano l'arrivo d'un carico di sostanze atte ad addormentare la mente e il cuore. Non è festa tutte le volte che, assieme alla memoria, perdiamo la speranza.




Nella foto introduttiva: La Prateria di Sant' Isidro. Francisco Goya. Museo del Prado - Madrid.

Commenti

  1. Non è mai festa quando perdiamo l'orizonte della motivazione e approfittiamo solo per creare caos quasi a voler solo scordare le cose che non vanno, non è mai festa quando ne dimentichiamo le origini, non è mai festa se si pensa solo ad un regalo e non ad un sorriso, ad una riconciliazione, ad passo indietro rispetto tutte le irrevocabilità che spesso ci trasciniamo dietro. Non è mai festa se quello spirito non lo spalmiamo come regola di vita.
    E dopo tutta questa retorica vecchio stampo - ma vista l'età ci sta - prepariamoci alla Giornata Mondiale della Poesia, sperando se ne possa leggere e scrivere per tutti gli altri 364 giorni..

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    1. Tutto sta sempre nel guardare al senso profondo delle cose e non fermarci all'aspetto superficiale. Oltre a ciò, anche i lavoratori dovrebbero fare attenzione a diminuire il valore di questa o quella festa perché, coi tempi che corrono, qualcuno potrebbe cogliere l'occasione per farli sgobbare 365 giorni all' anno senza riposo.

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  2. Meno male che non sono i "Finti Illimani" 😅 che imperversavano alle fiere e sagre del passato. Per me anche esse erano divertenti e segnavano l'inizio della primavera. Un tempo si diceva: non esiste la mezza stagione ora non ci sono più neppure le stagioni ed il tempo a volte può cambiare all'improvviso.
    Anche la pandemia e le guerre,con le rispettive crisi economiche,hanno un po' travolto alcune possibilità di festeggiare insieme per i più svariati motivi.
    A volte sembra che anche l'umanità sia nel frattempo peggiorata e questa sinceramente è per me la sensazione più grave; ma talora, almeno si spera,dopo i periodi nefasti cominciano quelli più favorevoli.

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    1. Sono i segni di un' umanità che sembra essersi persa e deve ritrovarsi. Non che i tempi passati fossero meglio ma, questo mondo, almeno di tanto in tanto, qualche progresso lo ha avuto e qualche valore lo ha sviluppato. Non possiamo buttare tutto giù negando che c'è qualcosa di cui essere felici e orgogliosi. Qualche conquista o valore da festeggiare, perpetuare e magari anche migliorare. Sono sempre dell' idea di Massimo Troisi quando diceva "Ricomincio fa tre." Perché, appunto, dover sempre ricominciare da zero quando, almeno tre cose, nella vita, sono andate bene? Salviamo queste feste e godiamocele con serenità e consapevolezza che forse è la cosa migliore.

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  3. Diciamo che andrebbe inteso meglio il senso della ricorrenza, e questo vale per ogni festività.

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    1. Sicuro. Un giusto intendimento è fondamentale. Ma non riconoscergli un significato per negarle o abolirle, quello no.

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  4. A mio parere le feste e ricorrenze, come per esempio quella di oggi per ricordare le vittime innocenti della mafia, acquisiscono significato solo se non si riducono a un elenco di parole ma si trasformano in propositi, fatti e leggi.
    "El Pueblo Unido Jamás Será Vencido", questo brano indimenticabile degli Inti Illimani della mia giovinezza. Scusa la divagazione. Ciao Fabio.
    sinforosa

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    1. E' vero . Le parole servono a ben poco se non tradotte in azione. Queste giornate, soprattutto se destinate a commemorare fatti gravi, devono dare la spinta per risolvere certe problematiche e per consolidare i grandi ideali. Se non dovessero esserci più feste, ricorrenze e commemorazioni, si rischierebbe di perder la memoria dei fatti e, con essa, lo stimolo a non ripetere più gli errori del passato e a perseguire un progresso reale. Teniamocele care queste ricorrenze , per non rischiare di festeggiare solo eventi assai banali o, peggio ancora , quelle imposte fal dittatore o dall' autocrate di turno. P.S. il brano inserito in coda è "Fiesta de San Benito". Una ricorrenza , una tradizione che gli Inti Illimani avevano cantato forse anche perché si trattava di manifestazione non gradita al regime.

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  5. ....le feste hanno un valore insito, se si vivono con la consapevolezza della loro motivazione, senza superficialità, e soprattutto con coerenza e convinzione.
    Buona serata Fabio

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    1. Pienamente d'accordo. Penso anche che chi non è d'accordo su certe feste (in genere si tratta di feste civili) potrebbe pure pensare di andare a lavorare e, invece, chissà perché, quel giorno s'alza tardi, mangia fuori, mugugna dicendo che quella festa non è più una festa e, alla fine, se la gode molto di più di quelli che, sino al giorno prima, hanno tirato la carretta.

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  6. Trovo ci sia un po' d'ipocrisia e qualche volta falso moralismo nella frase "Non è più una festa."
    Esco dal tema e vorrei che “É FINITA LA FESTA” fosse la prima frase da dire a ladri stupratori, truffatori, corrotti, delinquenti di ogni specie, quando vengono arrestati.
    Ciao Fabio un caro saluto
    enrico

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    1. Lo penso anch'io. Molto moralismo, spesso mirato a sminuire il contenuto di certe feste e a fare cadere ogni dialogo sugli argomenti connessi. Il moralismo, infatti, è supponente e mai sincero. Pienamente d'accordo anche sul secondo punto: la festa di chi si è preso l' abitudine di farla franca deve finire.

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  7. Ci sono feste (penso a quella del mio santo patrono) che addirittura acquistano sempre più importanza ... però ci sono anche tante feste che purtroppo sono diventate solo commerciali, e giornate di festa internazionali che a mi parere sfociano spesso solo nell'ipocrisia.

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    1. Lottare con tutte le forze contro le speculazioni commerciali che cercano di impadronirsi delle feste, ma anche vivere le feste civili e religiose con convinzione e partecipazione è fondamentale. Rinunciare alla festa sarebbe, invece, come darla vinta a chi vorrebbe sopprimerle o sostituirle con altre di suo gradimento.Come darla vinta a chi vorrebbe sottrarre sacrosanti giorni di riposo ai lavoratori.

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  8. non è mai festa quando ci si dimentica di ringraziare ed essere grati invece di fare solo regali

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    1. Le feste comportano condivisione di ideali e sentimenti. Se ognuno pensa per sé, dimenticandosi degli altri viene a mancare quello spirito collettivo che è proprio di ogni festa.

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  9. Tutto dipende dallo spirito con il quale ci si accosta alla festa. Può essere condivisione, piacere di stare insieme, celebrazione di un ricordo, momento di relax e riposo. La festa non è regalo commerciale e sballo. Anche a far festa servono educazione, rispetto e senso di responsabilità.

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    1. Sono d' accordo. In ogni caso, la testa sul collo è sempre necessaria. Essere responsabili è fondamentale per fare in modo che una festa resti sempre tale.

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  10. La memoria non deve mai scomparire, giusto ricordare.

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    1. Senza la memoria, infatti, si rischia di cadere nelle solite vecchie trappole del passato.

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  11. Ci sono feste più sentite di altre, è normale. Alla fine ciascuno vive le ricorrenze a suo modo, in base al suo vissuto.

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    1. Dinnanzi a una festa, sia essa civile o religiosa, la libertà di scelta sul come viverla è fondamentale. Comprensibile anche il distacco. L' importante è che il diritto a festeggiare di chi non è indifferente alla ricorrenza non venga mai messo in discussione. Sono felice per il tuo intervento. Grazie e... un salutone a te.

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  12. È giusto e importante non dimenticare i motivi che stanno alla base delle ricorrenze, il perché una specifica data viene festeggiata.
    Un saluto

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    1. Molte ricorrenze racchiudono le nostre radici storiche e i principi fondanti della nostra società. Bisogna esserne consapevoli. Dimenticarle o, peggio ancora, deprezzarle o svilirle, equivarrebbe a esporci al rischio di una decadenza.

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  13. Concordo, Fabio. Rimango anch'io piuttosto basito da questa moda del tirarsene fuori, che alla fine diventa quasi un luogo comune del tipo: tanto sono tutti uguali. È tutt' uno schifo. È tutto un magna manga. Che se è vero è solo un motivo in più per impegnarsi di più, più a fondo, per cercare di cambiare questo schifo, questo magna, magna.

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    1. Sono d' accordo. Tirarsene fuori, dire che tutto è inutile è come disconoscere le lotte dei padri e trovare un alibi per disimpegnarsi mentre c'è ancora tanto bisogno di lottare.

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  14. Adoro gli Inti. Nulla è più una vera festa oggi, nulla può davvero festeggiarsi se si guarda in faccia la situazione attuale, nulla tranne i propri affetti loro vanno amati, protetti e festeggiati. Tutto il resto è buio.

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    1. Il fatto che erano state istituite certe feste significa che, in dati momenti storici, si è sentito che qualcosa di buono andava festeggiato e commemorato. Con l' impegno si può trovare la forza per un cambiamento senza mai chiudersi nel privato. Si rischia altrimenti di lasciare a pochi la prerogativa di decidere per tutti.

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  15. Un prosieguo del post precedente,dove sembra che qualunque cosa si scriva anche con una certa sensibilità,debba essere ulteriore motivo di pretesto per sorvolare o "condannare" una ricorrenza che vede solo e unicamente il risvolto consumistico generalizzato.Dici bene è diventato una sorta di "luogo comune" per non affrontare dell'altro che dentro può esserci,o per mettere il paletto davanti che ci possa distinguere in "categorie migliori" imponendo la propria visione facendola subire a chi a chi ha una veduta più ampia .

    Se nel precedente post ho fatto solo un piccolo accenno nel mio commento ,qui mi hai permesso di allargarne il concetto.Per cui ringrazio.

    Buongiorno a tutti:)

    L.

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    1. Viviamo in una società in cui molte persone scelgono di incontrarsi in "luoghi comuni" nei quali si tende a semplificare e sminuire certi temi di discussione o a sviarli, attraverso il ricorso ad "argomenti fantoccio", su campi diversi e distanti dal discorso originale. Si cerca di mandare il dialogo fuori tema e, a volte. di "menare il can per l' aia." Capita nei dialoghi politici ma anche quando si parla di vita quotidiana. L' importante è rendersi conto di queste modalità di interlocuzione e riportare il dialogo sui giusti binari. Grazie per il cortese intervento che, con puntualità e chiarezza, sottolinea il senso di questo post. Buona serata e a presto.

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  16. Oggi le feste sono solo legate al consumismo, al mangiare senza fine… il senso delle feste è morto da tempo perché è da tempo che sono morti i valori umani. Sopravvivono in pochi esseri, per fortuna. Ma certi valori non sono più regole, sono eccezioni.

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    1. Se dovessimo riconoscere tutto ciò, se le giornate di festa fossero davvero la fiera degli ideali per pochi ingenui, se si dovesse cedere all' andazzo consumistico, la conseguenza dovrebbe essere quella del non celebrare più queste giornate. Il risultato sarebbe che certi valori verrebbero del tutto dimenticati e chi lavora perderebbe giornate di meritato riposo con grande guadagno di chi certi valori non li ha mai praticati proprio per diffondere il consumismo e sfruttare i lavoratori. Molte categorie hanno, di fatto, già perso la possibilità di festeggiare in certe giornate, di avere il giusto riposo e stare in famiglia . Il tempo sottratto alla propria crescita personale e ai propri cari è tempo "regalato" a chi sfrutta il lavoro. Difendere anche solo questo principio dà un senso pieno alle giornate di festa in cui, di fatto, ci si ritempra dal "travaglio usato."

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  17. Vero Fabio. Ho letto il tuo post con interesse come tutti i commenti dei tuoi ospiti.
    Hai ragione, a volte si tende a ridicolizzare una festa solo per non sfigurare con la maggioranza che magari non la vuole. Ovviamente non per tutti è così, c'è anche chi davvero non sopporta le ricorrenze ma i motivi sono personali e validi tanto quanto chi al contrario ama festeggiare. Da parte mia festeggio se mi sembra giusto, se gradisco e soprattutto se la motivazione per cui si festeggia é importante per me.
    Quel che conta è decidere di farlo o non farlo con un giusto senso e nel rispetto di tutti.
    Grazie per questo spunto di riflessione e buona serata. Ciao.

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    1. A volte si nega il significato o il senso di una festa non tanto per non sfigurare con chi non vuole una certa festa, ma anche perché, per proprie convinzioni, si vorrebbe impedire a tutti la celebrazione di questa o quella ricorrenza. Tuttavia, la libertà di ciascuno va tutelata. Qualsiasi cosa si scelga. Festeggiare, ricordare, commemorare o il contrario di tutto questo. Siamo liberi e, alla fine, su queste cose, ognuno deve decidere per sé. Grazie per il tuo intervento e buona serata a te.

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