Sotto lo Sguardo di Imre Nagy.

 


Mi è capitato diverse volte, durante il mio soggiorno a Budapest, nell' ormai lontano  2011, di trovarmi al cospetto del monumento dedicato a Imre Nagy. Rappresenta la figura di un uomo che, giunto a metà di un ponte, lì si ferma e, con sguardo malinconico e severo, osserva quel che gli accade intorno. Egli fu il punto di riferimento di un movimento che,  nell' ambito del Partito dei Lavoratori Ungheresi, mirava all'apertura del paese verso l' Occidente. Imre Nagy sosteneva che l' Ungheria dovesse uscire dal Patto di Varsavia ed accogliere gran parte dei principi della liberaldemocrazia. Per aver sostenuto questi ideali, nel corso della rivoluzione, incominciata nel 1956, venne impiccato dai militari sovietici, intervenuti a Budapest per sedare la rivolta.  Nel 2018, in quella città dove, per dirla con le parole di Tiziano Terzani, "ti senti quasi travolgere dalla storia", la statua è stata rimossa e collocata in luogo meno frequentato. Ciò per assecondare la volontà del governo, ormai fortemente destrorso, di Viktor Orban. Restò un ponte di metallo vuoto che idealmente segna il confine fra la riva dell' autoritarismo e quella della democrazia. Un passaggio che, come ci insegna anche la vicenda della nostra concittadina Ilaria Salis, incarcerata in quel paese in condizioni oltremodo vergognose, non è stato mai completato. Forse, proprio per questo e nonostante tutto, il volto di Imre Nagy continua guardare ai nostri tempi con fiero disappunto. Turbato. Davanti ad un' Ungheria che, di certo, immaginava assai diversa.

Nella foto introduttiva: il Monumento a Imre Nagy, fotografato dall'autore del blog nel 2011, quando la statua era ancora collocata in una piazzetta nei pressi del Parlamento.

Commenti

  1. Purtroppo la Storia non è una scienza e non ha formule col risultato certo. D'altro canto, se Garibaldi potesse vedere l'Italia di oggi, forse penserebbe che considerando tutto l'impegno che ci ha messo si sarebbe aspettato un risultato finale migliore...

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    1. E' tutta la vita che è un po' così. Possiamo avere grandi speranze ma la storia ci insegna che ne possiamo uscire disillusi. La storia è fatta di grandi progetti, ideali e sogni. Il contrappeso è sempre la brama di potere e ricchezza ,il desiderio di dominio, egemonia e sopraffazione del prossimo. Proprio per queste ragioni e per il fatto di non saper mai leggere la lezione della storia, per il non saper apprezzare le conquiste realizzate, si cade dalla padella nella brace. Proprio come è successo all' Ungheria.

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  2. Alcuni paesi sono molto lontani da "pensieri democratici" e non so quanto, le popolazioni interessate abbiano voce in capitolo, su qualche eventuale futuro cambiamento.
    Buona serata Fabio

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    1. Purtroppo è così. Ci sono popoli che, pur avendo provato sulla loro pelle terrificanti dittature, una volta deposta la tirannide, incredibilmente, ci ricascano. Le aspettative per l'est, dopo la fine del comunismo erano diverse rispetto a ciò che in pratica si è realizzato. In quei paesi si son create le cosiddette demokrature che utilizzano si lo strumento elettorale per formare una maggioranza , ma poi, con progressive riforme di stampo autoritario, consolidano il loro potere in forme autocratiche o oligarchiche. Una mistificazione che offende la libertà e la dignità delle persone e dei popoli.

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  3. Ogni paese anche l''Italia ( v. fatti di Pisa etc.) deve vigilare sulla propria democrazia,ma ciò non toglie che l'Ungheria anche per il caso Salis è un caso di malajustizia. In Italia si criticano i magistrati addirittura proponendo i test psico-attitudinali,ma si considera normale un personaggio politico che smania per il potere raccontando cavolate a tutto spiano anzi magari lo si glorifica,fino a beatificarlo appena muore.
    Si dice:"ma quello è stato eletto dal popolo",ma si dimentica che spesso si tratta di voti comprati con la demagogia e talora anche con mezzi ben più sporchi.

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    1. Concordo pienamente su tutto. Il caso Salis mette poi ancor più in evidenza l' autoritarismo e la mancanza di rispetto dei diritti civili che caratterizza il regime di Orban, capace persino di non rispettare e mettere in secondo piano l' eroe nazionale Imre Nagy. Quel che peggio è che il nostro governo ben poco ha fatto per difendere i diritti e la dignità di Ilaria Salis, dimostrando invece accondiscendenza verso i tribunali ungheresi e lo stesso Orban. Altri paesi, per come è stata trattata Ilaria Salis, avrebbero contestato decisamente i metodi utilizzati dalla giustizia ungherese. Grave poi che una simile violazione sia avvenuta all' interno dell' Unione Europea, senza che questa istituzione sia, a sua volta, intervenuta.

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  4. Orban sta facendo tanti proseliti e ho paura che infierirà su Ilaria Salis per ottenere sempre più consenso , anche e soprattutto in paesi esteri come l'Italia!

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    1. Ilaria Salis, probabilmente, è perseguitata più per il suo orientamento politico che per altro. Forse è anche per questo che non ha avuto adeguato supporto dal governo italiano che, come si sa, va a braccetto con Orban.

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  5. Proprio vero. C'è veramente da preoccuparsi.

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  6. Orban dovrebbe darsi una calmata.

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    1. Penso anch'io e... anche chi, dalle nostre parti, gli tiene bordone.

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  7. La deriva autoritaria va avanti dal 2018, quando l'idea delle democrazie illiberali ha preso più piede in Europa e non solo nel nostro continente. I. Nagy ha pagato con la vita la sua idea di libertà. Spero proprio che la storia non torni indietro, anche se l'Ungheria oggi è quello che è per come vediamo.
    Un salutone e alla prossima

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    1. Quella che oggi chiamiamo "demokratura" è un sistema subdolo. Prima, chi intendeva imporre un sistema autoritario faceva il "golpe", possibilmente invitando i militari al cosiddetto "pronunciamento". Questa, col tempo , è risultata una strada più difficile anche perché, da subito, veniva a galla l' intento dittatoriale dei cospiratori. Si preferisce allora, dopo aver attuato campagne populistiche e demagogiche, conquistare , in prima battuta , il potere attraverso le elezioni e, solo in un secondo momento, si da allo stato una forma diversa con progressive riforme in senso autoritario, spesso suggellate attraverso lo strumento plebiscitario, usato ad arte. Così, quasi senza accorgersene, ci si trova nel bel mezzo di un regime. Se l' opinione pubblica prendesse coscienza di ciò sarebbe cosa buona, visto che, in tutto il mondo, l' ideale democratico è, sicuramente, sotto attacco. Anche a te un salutone, a presto.

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  8. Anch'io sono stata a Budapest per alcuni giorni. Sono passati molti anni ormai e non ricordo la statua, o non l'ho vista o non c'era ancora ! Sono d'accordo con Terzani, è proprio così "ti senti quasi travolgere dalla storia ", è un paese bellissimo , però manca la libertà di pensiero! Sono passati tanti anni ma ricordo le difficoltà alla frontiera , per entrare in Ungheria. Eravamo un pullman di visitatori ma avevo avuto paura, per tutte le torrette di guardia che incontravamo verso il confine, per la lunga attesa, perchè la guida ci aveva raccomandato di stare attenti a cosa dicevamo, dato che capivano l'italiano. Sono passati tanti anni da allora, spero che le cose siano cambiate. Saluti cari

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    1. Per entrare si entra tranquillamente, il problema (come dimostra il caso di Ilaria Salis) è uscirne. In Ungheria , per girare il paese, presi a noleggio un'auto che ritirai al centro di Budapest e che dovevo riconsegnare alla partenza in aeroporto. All' atto del ritiro della vettura, gli addetti dell' autonoleggio non si curarono di inserire nel portaoggetti il libretto di circolazione. Così, alla riconsegna, con grandi ramanzine venni accusato di averlo smarrito. Chiesi allora di chiamare la stazione in cui mi era stata consegnata la vettura e ammisero di non averlo nuovamente reinserito nel cassetto, dopo che lo avevano ritirato per ragioni d'ufficio. Morale della favola: io avevo girato l' intero paese senza libretto di circolazione rischiando sanzioni e noie inenarrabili. Sotto il profilo civile e dell' organizzazione (c'era Orban anche nel 2011) il paese mi sembrò, già allora, assai modesto. Poi, si è innescato quel processo, tipico delle demokrature che, in modo inesorabile, si trasformano in ordinamenti autoritari. Oggi come oggi non ci metterei più piede.

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  9. Il commento, forse anonimo, è il mio : Mirtillo14

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  10. Scusa, sono stata estromessa dal mio blog !!! Ora tutto a posto. Saluti

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  11. l'Europa sta attraversando davvero un brutto periodo, si sta smarrendo e sta smarrendo quelli che dovrebbero essere i suoi valori fondanti. E i. Questo triste quadro ci sono paesi che non dovrebbero proprio esserci

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    1. Un intero continente sta perdendo la bussola, con una leadership di scarso valore e un popolo che continua a ballare sul ponte mentre la nave cola a picco.

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