Una Brutta Piega.


 Lo diciamo spesso. Quando le cose sembrano mettersi male. Quando scoppia una guerra d' invasione non lontano da casa e continuiamo a chiederci quanto tale vicenda possa riguardarci. Se possiamo fare finta di nulla e tirare a campare. Perché riteniamo, erroneamente, che non si tratti di affari nostri. Quando c'è un'aggressione proditoria e la reazione si dimostra ancor più violenta e sproporzionata rispetto al torto subito. Quando generazioni che dovrebbero esser giovani e moderne restano ingessate. Con volti scuri, torvi e braccia tese verso un tristo e improponibile passato. Quando le esigenze della finanza prendono il sopravvento sui diritti civili e dei lavoratori. Proprio allora pensiamo che le cose stiano prendendo una brutta piega e, perciò, guardiamo al futuro con pessimismo. Quando continuiamo ad affidare il nostro destino a persone inadeguate. Quando non ci rendiamo conto che ogni nostra azione ha una conseguenza. Quando restiamo inermi e incapaci di una qualsiasi reazione. Tutte le volte che facciamo finta di non vedere o nascondiamo la testa sotto la sabbia. Peraltro, quelle cose che sembrano prendere una brutta piega possono ancora cambiare. Ma occorre trovar la forza di guardare in faccia la realtà e reagire. Perché solo quando saremo capaci di metter da parte l' indifferenza e l' ignavia, cercando d'esser padroni del nostro destino, le cose potranno prendere una piega diversa.

Nella foto introduttiva: "Volo di Stregoni" di Francisco Goya. Madrid, collezione Jaime Ortiz Patino.

Commenti

  1. L'idea prevalente sembra essere che tanto ormai sia tutto perduto, quindi meglio godersi la vita finché si può, senza lasciarsi coinvolgere dai guai altrui...

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    1. Come si suol dire, si continua a ballare mentre la nave lentamente affonda. Si tira a campare è vero e, alla fine, non riusciamo a guardare aldilà del nostro naso.

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  2. Mai scritto fu così azzeccato nell'era che viviamo.A me scoraggia quella forma o anche piega verso l'assuefazione che poi sfocia nell'indifferenza.Quando occorre anche nel piccolo e ovunque "trovar la forza di guardare in faccia la realtà e reagire".
    Grazie per questi suoi post ,sempre degni di attenzione e riflessione.

    L.

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    1. Vorrei proporre degli scritti più rassicuranti. Ma i tempi sono quelli che sono. Ci ripieghiamo in noi stessi, si cerca di badare al proprio orticello, cercando di subire il minor danno possibile. Nel breve periodo è una magra consolazione. Nel medio e nel luogo, continuando di questo passo, resta poco spazio per l' ottimismo. Urge un risveglio dell' umanità. Il guaio è che non si vedono segni in tal senso.

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  3. ....indubbiamente i vari ostacoli, che si presentano nell'andamento del nostro percorso, non invitano alla positività, ma ogni tanto un "brio di leggerezza" aiuta a vivere meglio.
    Buon fine settimana Fabio

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    1. E' vero. Forse un po' più di satira e ironia potrebbero aiutarci a superare questa fase. Cogliere gli aspetti grotteschi e perciò ridicoli di questa società, potrebbe aiutare tanti a non prendersi troppo sul serio. Si ride poco e questo non è certo un fatto positivo.

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  4. George Orwell, ritornando dalla Spagna che era nel pieno della guerra civile fra repubblicani e franchisti, scrisse che era rimasto colpito dal "profondo sonno dell'Inghilterra", come se gli inglesi pensassero che ciò che accadeva sul continente non li avrebbe toccati. E Orwell aggiunse: ho paura che questo sonno verrà destato da cannonate sul nostro suolo...

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    1. L' isolazionismo, l' andare con indifferenza ognuno per la propria strada non ha mai portato bene. Parafrasando De Andrè direi che dobbiamo aver la capacità di sentirci sempre coinvolti e, quasi mai, assolti.

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  5. La nuova era digitale ha reso gli uomini delle bolle isolate. Ognuno vive nella sua bolla e non percepisce più le sofferenze come comunità ma come singolo che non può fare più niente.

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    1. L' isolamento ci rende indifferenti ma anche impotenti. Il cambiamento è possibile solo con un moto collettivo. Da soli non si va lontano.

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    1. Lascia nel punto in cui ci si trova e, in certi casi, porta persino al regresso.

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  7. Io credo che il problema sia come intervenire per cambiare le cose e mi riferisco, in particolare ai conflitti che insanguinano il mondo. Vorrei tanto che si tornasse a ragionare, a negoziare per cercare il modo di fermare la guerra. Non si può stare a guardare con indifferenza ! Il problema è cosa si può fare ?! Cosa può fare ogni singolo individuo per manifestare il suo dissenso ? Io non lo so. Forse ci dobbiamo unire tutti per chiedere a che comanda pace, giustizia...ma come fare ?? Saluti cari

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    1. Le istanze provenienti dalla società civile son tante e, il più delle volte, cadono inascoltate. Quello che va rilevato è che queste istanze di pace e solidarietà trovano un duro avversario in quei centri d'interesse e di affari, più o meno sporchi, che riescono a insinuarsi nel potere e a condizionare la vita di tutti. Non è facile cambiare. E' vero. Quel che dobbiamo fare è conservare e diffondere quei principi e valori ideali che ci aiutano a non perdere la speranza. Al resto penserà la storia, capace di dare all' umanità quelle solenni lezioni che, a volte, a costo di duri sacrifici, qualcosa in meglio hanno pure cambiato.

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  8. Purtroppo chi sente troppo soffre tantissimo in questa società di indifferenti... io vivo a Roma, una città sporca e passeggio ormai nella mondezza da anni. E' squallido e avvilente. Allora nel mio piccolo quando vado in un parco con il mio cane porto guanti e busta e raccolgo. Pulisco perchè tutto questo degrado mi fa male agli occhi e al cuore, ma sono sola. Ormai sono 5 anni che pulisco una pineta dietro casa. Una volta a settimana in passeggiata, raccolgo e malgrado mi vedano in tanti nessuno mai mi ha imitato o aiutato. Ormai passa tutto per i social, anche retake che è l'unico a non far sprofondare nel degrado il quartiere dove abito, sceglie giorno e orario. L'iniziativa del singolo non esiste e comunque se passano i vigili urbani sei anche a rischio multa. Non faccio altro che mandare email e segnalare in Comune, ma mi rendo conto che è una partita contro i mulini a vento. Ci stò male a sola e alla fine non frega a nessuno. Elisa

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    1. Su tante cose ci si sente davvero soli. Poi ci si guarda intorno e si scopre che, in realtà, si è molti di più di quanto non si possa pensare a veder le cose in un certo modo. Probabilmente non riusciamo a organizzare questa ondata di ideali, a convogliarla nel verso giusto. Probabilmente non la si vuole neanche ascoltare e, sicuramente, è anche per questa ragione che molti scelgono di non votare.

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  9. In troppi sembrano guardare dall'altra parte, come se non ci riguardi, non ci riguardasse, non ci riguarderà. A noi fare rumore abbastanza forte per ridestare gli animi sopiti

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    1. Molti navigano nella consolatoria convinzione che, alla fine, tutto andrà bene. Pensano che sia cosa buona concentrarsi sul proprio orticello. Non valutano però di esser passeggeri di un mondo che va vorticosamente dove non si sa. Penso che per tutti sia bene superare l' indifferenza o, almeno, visto che viaggiamo su questo folle mondo, allacciamoci le cinture. Se poi non fumiamo è pure meglio.

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  10. Il vero problema è quello che nessuno vuole metterci la faccia. Quando lotti per qualsiasi motivo ti devi scontrare con le istituzioni e il potere che ti schiaccia. Sin da giovane ho deciso di gridare il mio dissenso e ti assicuro che ne ho pagato le conseguenze. Continuo nonostante l'età a lottare contro le ingiustizie. Finché avrò respiro non mi farò piegare da nessuno.

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    1. Concordo pienamente e son convinto che questo sia forse l'aspetto più importante del problema. Se nessuno si impegna, se tutti di chiudono nel proprio particolare, sarà difficilissimo eliminare quella brutta piega. Alla fine qualcosa si paga sempre ma "chi non lotta è sconfitto in partenza".

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  11. L'indifferenza è un cancro terribile perchè inficia anche il ricordo. Non basta osservare, avere il ricordo di un passato di guerre ed orrori se poi quando si aprono nel presente scenari brutali ci si gira dall'altra parte per ignavia, vigliaccheria, codardia, menefreghismo.

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    1. La memoria, è giusto, deve esser da stimolo a non ripete gli errori del passato e ad esser partecipi e non indifferenti rispetto alle vicende del presente. Se così non fosse, son d'accordo, il ricordo resterebbe fine a sé stesso.

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