Il Mio Ricordo di Gigi Riva.



Mi capitava spesso di vederlo, mentre passeggiava nella centrale via Pasquale Paoli. Serio ed elegante. Forse un po' solitario. I Cagliaritani che lo hanno sempre amato, lo guardavano con ammirazione ma non turbavano in nessun modo la sua privacy. Ricordo però che, ai tempi della mia infanzia, quando lui era nel fiore della sua carriera, lo incontrai in un negozio di quella stessa strada.  Avevo solo otto anni e quel giovane alto e forte parve  ai miei occhi come un eroe della mitologia greca. "Non sembra Achille?" Dissi a mia madre che mi accompagnava. Il campione che sentì le mie parole, sorrise nel porgermi quell'autografo tanto desiderato. Poi, dopo aver firmato fogli e foglietti che  avventori e commesse gli avevano presentato, completò tranquillamente i suoi acquisti. Era la primavera del 1970  e il Cagliari aveva appena vinto il massimo campionato, in barba a certe vecchie cariatidi del giornalismo sportivo italiano che mal digerivano che lo scudetto potesse abbandonare l'autostrada Milano-Torino e imboccare lo svincolo che conduce in Sardegna. La città era in festa e non aveva occhi che per il suo campione e quella incredibile squadra guidata dal "filosofo" Manlio Scopigno. Gigi Riva, appellato "Rombodituono" dal grande Gianni Brera, seminava lo scompiglio nelle difese. Col suo potente sinistro piegava le mani ai migliori portieri, segnava in acrobazia, di testa dopo un magico volo. Su rovesciata. Era una forza della natura. Davide che abbatte Golia. Lo Stadio Amsicora diventava una bolgia quando la rete si gonfiava e lui correva, coi pugni tesi verso terra, a ricevere l'abbraccio dei compagni. Scelse di non accumulare tesori nel mondo dorato delle grandi squadre. Decise di rimanere in una piccola isola per onorarla e farla grande con le sue imprese. Di donarle una gioia che più passa il tempo e più sembra immensa e irripetibile. Ha ricevuto in cambio l'amore di tutte le genti di Sardegna. Resterà sempre nei nostri cuori col suo straordinario esempio di umanità, coraggio e dignità senza pari. 

                           Ti sia lieve la terra, caro Gigi. 

                                                

Commenti

  1. Difficile poter commemorare a caldo una persona che è stata così importante per lo la nostra giovinezza,per lo spirito della nostra terra e per l'intero paese. La solitudine è tipica delle persone egregie e nel suo caso dipendeva dal bisogno di essere sé stesso e non un personaggio.
    Per questo credo che non abbia mai accettato compromessi,rifiutando ingaggi favolosi ed anche vantaggiose candidature politiche; a parte la grandezza del giocatore,tra i migliori di sempre per il coraggio e la potenza fisica,sapeva sempre decidere come comportarsi,come quando scese dal pullman dei vincitori dei mondiali del 2006,appena vide salire alcune persone che avevano in precedenza osteggiato la Nazionale e torno' a casa da solo.
    Almeno nei nostri ricordi rimarrà sempre in compagnia degli animi migliori che ci hanno donato grandi beni morali.

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    1. L' esempio di Gigi Riva è di straordinaria umanità. Parlo di esempio a ragion veduta perché tutti dovremmo cercare di trarre una lezione da una storia come la sua. Esser capace di scelte difficili, sicuramente sofferte. Esser dignitosi e schivi in ogni frangente della vita. Saper cogliere quanto onestà, impegno, dignità e coraggio siano valori che superano di gran lunga ogni gloria, onore e ricchezza. Credo ci abbia insegnato tante cose con quella semplicità che appartiene solo ai più grandi.

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  2. Un grande, sia come calciatore che come uomo, ha rifiutato ingaggi super per amore del Cagliari e dei suoi tifosi.

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    1. Dicevo poco fa ad un amico che la presenza di Gigi qui a Cagliari la respiravi nell' aria.Era l' anima del più bel ricordo di tanti di noi. Uno che col suo esempio ti insegnava che, anche partendo da piccole cose, con impegno e dedizione ce la puoi fare. Spero che i giovani calciatori del Cagliari, stimolati dall' esempio di Rombo Di Tuono sappiano trovare la forza per mantenere quella serie A che, per la nostra città è un valore carico di coraggio, volontà e impegno. Uno straordinario simbolo di riscatto. Un insegnamento che parte dallo sport e investe tutta la vita.

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  3. Molto bello questo post che hai dedicato ad un calciatore per me, come per milioni di italiani, indimenticabile. Anch'io gli ho dedicato il post di oggi. Sono un genovese "immigrato" a Milano (ma non mi lamento più di tanto) ma ho sempre vissuto a Genova e ricordo bene (come ho scritto nel post) che a Genova, storicamente, ci sono sempre state famiglie o persone provenienti da Cagliari o dalla Sardegna. E in quel 1970, quando il Cagliari vinse lo scudetto, ricordo amici d'infanzia e famiglie originarie della Sardegna sinceramente felici, contente e orgogliose.

    Hai detto bene nel commento qui sopra: un insegnamento che parte dallo sport e investe tutta la vita.

    Grazie per la tua visita che ricambio con piacere
    Un salutone e alla prossima

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  4. Redazione ANSA

    "Riva, e il tuono tacque": questo il titolo di un'intera pagina del quotidiano francese L'Equipe per la scomparsa di Gigi Riva definito "uno dei più formidabili attaccanti della storia del calcio italiano, Gigi Riva, recordman di gol in nazionale ed eroe del Cagliari e di tutta la Sardegna". "Non sentiremo più il rombo del tuono", scrive L'Equipe, "uno dei più forti attaccanti della seconda metà del XX secolo. Il quotidiano francese ricorda gli inizi di Riva, sottolineando che "si nutrì dei colpi del destino per riversare tutta la sua grinta nel calcio, prendendosela con i palloni. Quella forza, in particolare il terrificante sinistro, Riva la metterà al servizio di una causa, di un ideale, di un'isola: Cagliari, club simbolo della Sardegna". "Quel Cagliari - scrive L'Equipe - senza nessun giocatore sardo, diventerà tuttavia un motivo di orgoglio per un intero popolo. E una squadra di formidabile competitività, capace di dare sei giocatori alla nazionale ai Mondiali di Messico '70". La sua fama di uomo straordinario e fuoriclasse del calcio, come si vede, va oltre i confini nazionali. Voglio dire a te e a chi mi segue che ho scritto questo articolo tanti anni fa (2010) quando Gigi era ancora in vita. Il taglio, naturalmente era diverso e ieri lo riadattato alla circostanza modificando il finale e aggiungendo delle riflessioni finali.Ti ringrazio per aver voluto condividere il tuo pensiero su questo piccolo spazio. A presto caro amico.

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  5. Un campione ai tempi dei miei anni migliori !! Non sapevo che fosse nato a Leggiuno, ho sempre pensato che fosse cagliaritano anche di nascita. Saluti

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    1. Gigi era lombardo e, pur amando la Sardegna come pochi l' hanno davvero amata, aveva sempre una bella parlata del nord. Nasce uomo di lago e diventa uomo di mare. La terra sarda è stata da lui adottata con convinzione, ma son sicuro sia rimasto profondamente legato, come è giusto, alle sue origini. Noi Cagliaritani (ma anche tutti i Sardi) gli vogliamo un bene straordinario.

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  6. ....non sono un'appassionata dello sport del calcio, ma ho molto apprezzato questa bella dedica.
    Buona giornata Fabio

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    1. Grazie, era una dedica molto sentita. Gigi non era solo un calciatore ma una straordinaria persona umana. Non solo per le imprese sportive ma soprattutto per esser stato un grande uomo ha lasciato il segno non solo a Cagliari ma anche nella nostra Italia.

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  7. Come avevo già scritto a proposito di Ranieri, qui siamo di fronte a qualcosa che va al di là del calcio, soprattutto il nostro calcio dove polemiche, veleni, commenti tossici, vittimismo e sceneggiate sono purtroppo la norma.
    Lui era un campione ma ha sempre avuto l'umiltà del gregario. Non ha mai fatto polemiche, quando ha espresso dissenso lo ha sempre fatto garbatamente, senza urlare, senza insultare.
    Perdiamo un grande calciatore ma soprattutto un grande uomo.

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    1. Aveva unito al talento la fatica. Conosceva il sacrificio e il dolore. Costruì la sua carriera con impegno e dedizione. Forse, proprio perché sapeva che il successo nasce dal duro lavoro, fu sempre umile e dignitoso. Diverso e lontano in tutto dal modo odierno di vivere e sfruttare la fama sportiva.

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  8. Una persona unica prima ancora che un grande campione. Devo dire che ho sentito tanti giornalisti, calciator,i uomini e donne di spettacolo, persone che stimo come Buffa di Sky, dire in molti casi parole toccanti per ricordarlo, ma niente mi ha commosso come questo tuo post, lieve, commovente, che tocca tuoi ricordi personali a lui legati.

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    1. Per un bambino di otto anni, quale io ero,fu un sogno straordinario. Qualcosa di indimenticabile. Vivo nei pressi del vecchio Stadio Amsicora e, per me, inevitabilmente risale l' eco dei ricordi. La vittoria col Bari che segno la matematica conquista dello scudetto, la sfida col Santos di Pelé... Ho visto Riva di persona, per l' ultima volta, nei primi anni di questo secolo, ad un incontro per celebrare il glorioso Olimpia Brill Cagliari di basket. Era ancora in forma e sereno allora e non osai avvicinarmi perché non è facile per me prendere confidenza anche se conoscevo bene alcuni suoi interlocutori. Era una leggenda , un mito per la nostra città e forse ha ragione chi oggi dice che ci eravamo illusi che fosse immortale.

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  9. Troppo giovane io e purtroppo non l'ho mai visto giocare, ma conosco benissimo questo grande campione e uomo perbene che ha fatto la storia del calcio italiano. Mi è dispiaciuto tantissimo apprendere della sua morte. Immagino quanto sia stato emozionante per te poterlo incontrare dal vivo, incontri unici. Che la terra gli sia lieve. Non ne nascono più come Gigi Riva

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    1. Proprio vero. Penso che noi lo ammiriamo tanto perché una persona così ci mette davanti ai nostri limiti e noi dobbiamo sempre avere profonda stima per chi, con onestà e impegno, non solo ha raggiunto grandi risultati ma è stato anche capace di fornirci una lezione di grande umanità. Tu, di certo non lo ricorderai, ma quando, allo stadio Amsicora di Cagliari, morì l'attaccante della Roma Giuliano Taccola, probabilmente vittima di trattamenti farmacologici mirati a incrementarne il rendimento atletico, Gigi Riva fu l' unico che ebbe il coraggio di recarsi in ospedale per rendere omaggio alla salma.

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  10. Perdiamo un altro pezzetto della nostra infanzia, di un calcio, ma forse più giusto dire di un mondo che non c'è più

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    1. Il mondo cambia repentinamente. Scompaiono protagonista ed eroi ma resta indelebile il loro ricordo e il loro esempio. Quell' esempio che nessuno sembra più in grado di seguire. Perché si vuole tutto e subito. Senza rinunziare a nulla e nulla sacrificare. Rischiando, temerariamente, di perdere anche quel poco che ancora abbiamo.

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