Brevi Pensieri sulla Vita e sulla Morte


Personalmente non amo recarmi al cimitero il due novembre. Troppa gente e, peraltro, troppa speculazione su ricorrenze come questa. Preferisco andare a visitare i cari defunti in altre giornate. Quando il camposanto è quasi vuoto e la mente meglio può dedicarsi al ricordo e alla meditazione. Camminando  su viali silenziosi raggiungo la tomba di mia madre, più vicina all' entrata e lì mi soffermo coi miei pensieri. Davanti alla lapide e alla fotografia che la ritrae serena in una meravigliosa giornata di inizio estate. Per raggiungere il sepolcro di mio padre bisogna, invece, attraversare tutto il cimitero, sino alla parte alta. Guardo il suo ritratto e... sembra quasi attendermi quel professore d'altri tempi dal volto autorevole e severo. Mi reco anche più volte all' anno in quel giardino consacrato alla memoria. Passano davanti a me volti di persone scomparse, al più sconosciute e tutti pare ci vogliano ricordare quanto sia fugace il tempo della nostra vita. Quanto inutili siano gloria ed onori. Quanto grande sia il dolore che non trova consolazione. Nobili o plebei siam tutti destinati a ritornare in cenere e con noi tutte le nostre velleità e le nostre miserie. Spesso affrontiamo la vita obnubilati da una folle presunzione d' onnipotenza ed eternità. Scacciando l' idea della morte in un oscuro anfratto della nostra mente. Solo quando ci troviamo al suo cospetto, comprendiamo quanta vanità accompagna il nostro vivere quotidiano. Quanto sia facile sprecare dietro a tante futili cose i nostri giorni e accorgersi di ciò solo quando è ormai troppo tardi.





Commenti

  1. Purtroppo col tempo capita di vedere tombe di persone conosciute, fortunatamente il Comune ha inserito on-line una mappa che consente di trovare quelle di amici perduti anche di recente. L'impressione ormai per me è che nella maggior parte di loro si trovano ormai nell'aldilà. Mi consola solo il giudizio di un grande pensatore del passato e cioè che nella peggiore delle ipotesi si tratterebbe di un sonno eterno senza più né sogni né preoccupazioni di alcun genere.

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    1. Le generazioni scompaiono con l' avanzare degli anni. Si perdono amici, congiunti ed è una situazione che crea in chi resta una profonda tristezza. La vita è dura e non sappiamo cosa ci attende poi. Quel tipo di riposo illustrato dal filosofo mi spaventa: è un po' come accettare che tutto è davvero finito

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  2. Sempre molto difficile tenere presente che non siamo eterni e che bisognerebbe non sprecare il tempo che abbiamo. Più che altro, è difficile farlo senza dover per forza fare un paragone con la morte, che è un argomento comunque deprimente e con cui è difficile fare i conti. Se si sapesse tenere un equilibrio imparando a vivere pienamente, senza l'ansia che tutto finirà, sarebbe una grande vittoria.

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    1. Non pensiamo alla morte per via delle tante ansie quotidiane ma anche perché tendiamo a godere dei momenti di serenità tenendo lontane le paure, compresa quella della morte. In questa condizione, quell' equilibrio al quale fai riferimento si può raggiungere ma l' idea della morte, la consapevolezza del fatto che, prima o poi, tutto finisce, inevitabilmente riemerge di tanto in tanto.

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  3. Come te, mi reco al cimitero, in giornate lontane, dai primi giorni di novembre, per evitare l'inevitabile confusione di quel periodo. Loro sono tutti insieme in un loculo grande, e osservandoli, uno per uno, la memoria e la commozione si fanno strada in me. Ognuno di essi, ha fatto delle scelte ben precise di vita, che siano state, giuste o no...ora riposano in pace, facendosi incontrare, di tanto, in tanto ne miei sogni...
    Un caro saluto Fabio.

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    1. Dormono sulla collina" per dirla coi versi di Edgard Lee Master ma la loro vita, comunque sia stata vissuta, è un insegnamento per noi. Gli antichi Romani avevano un culto dei lari, delle divinità domestiche che proteggevano la casa e ai quali si rendeva omaggio. Noi riflettiamo su quel che fu la loro vita, sul loro esempio e ne onoriamo la memoria.

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  4. Saggia riflessione sul tempo sprecato dietro a cose vane!! Anch'io preferisco andare al cimitero quando non c'è quasi nessuno. Da quando sono in pensione, faccio una passeggiata tutti i giorni fino al cimitero, a salutare i mieri genitori, è un qualche cosa che mi porta serenità e tranquillità. Saluti cari.

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    1. Anch'io traggo serenità da queste visite e le riflessioni, i pensieri che accompagnano la visita al cimitero aiutano ad aver maggior consapevolezza di quel che siamo e a vedere la morte con rassegnazione ma senza timore.

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  5. Tutto è vanità di vanità. La gente si crede onnipotente eppure non siamo veramente niente. Quando si va al cimitero in questi giorni sembra quasi una festa, quando si soli, soprattutto nel primo pomeriggio, si sente forte che la vita “ è un brivido che vola via” come canta Vasco Rossi.

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    1. Nel giorno della commemorazione dei defunti, i cimiteri sono tutto un vociare, per non parlare della speculazione su fiori e lumini. Personalmente sono molto critico anche riguardo a quelle lapidi che ritraggono i defunti su auto o moto potenti, con le maglie e le sciarpe delle squadre di calcio. Non sopporto cori e applausi ai funerali. Tutta vanità in contrasto con il drammatico senso della morte che dovrebbe indurre tutti a maggior sobrietà. La visita ai defunti è un momento di profonda riflessione che, in nessun modo, deve essere svilito.

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  6. A me reca quiete la visita al cimitero, per questo evito feste come quella di ieri, ma anche i festivi quando posso, e in qualità di pensionato approfitto.. poi addirittura mi piace, col buio precoce, rimanere a godermi la miriade di lucine che creano atmosfera paradossalmente festosa, il silenzio che accompagna e favorisce dialoghi immaginari e sorrisi reali, quelli mai dimenticati dei nostri cari.

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    1. Condivido in pieno. È un'atmosfera diversa quella dei giorni non festivi. La quiete stimola le riflessioni e il ricordo e il senso di quella visita diventa anche più profondo.

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  7. Si anche io rifuggo questi giorni, preferisco il cimitero in altri giorni, dove vado a trovare mio nonno e mia nonna. Mia mamma invece è in camera da letto con me, avendola fatta cremare. Praticamente ci parlo spesso e quasi tutti i giorni da ormai 13 anni. I primi tempi sentivo la sua presenza anche nei sogni... Ma la cosa veramente triste è non sentire più la sua voce. Certe volte penso di telefonargli ... che scema, lo so. Ma mi manca.
    La sua morte mi ha fatto comprendere una cosa molto semplice. In vita dobbiamo accumulare in meno possibile, in vestiti e cose, perchè poi nella morte gli eredi non possono conservare tutto e tante cose si regalano. Pensare che sono state cose molto amate da mia mamma, mi ha riempito di tristezza per la loro fine. Elisa

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    1. Hai ragione. Anch'io tante volte guardo i miei armadi e il locale di sgombero di casa. Ho troppa roba e, ora che vado in pensione, vorrei smaltire per non lasciare alle mie figlie pesanti e dolorose incombenze. So che tante cose a loro non servirebbero a niente e voglio provvedere sinché le forze mi sostengono.

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  8. Anche a me non piace andare al cimitero durante certe ricorrenze, preferisco far visita alla tomba dei miei genitori quando me la sento, senza cadenze regolari, ma nei momenti in cui vorrei sentirli ancora vicini a me...prima di un viaggio, prima di una festa o un compleanno o quando avrei bisogno di un loro consiglio. Devo dire che dalla loro scomparsa, negli anni ho diradato molto le visite, perchè recarmi là mi mette tristezza, mentre in qualche modo loro sono sempre accanto a me nella vita di tutti i giorni anche se non ci sono più. Hai ragione nel dire che normalmente, per paura, scacciamo l'idea della morte e addirittura possiamo crederci eterni oltre ogni logica, ma quando ci tocca da vicino, ci sfiora, capiamo veramente cos'è la vita e come siamo tutti quanti appesi a un filo che prima o poi si spezza.

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  9. Foscolo nei "Sepolcri" ci parlava della "corrispondenza d'amorosi sensi" che crea una sorta di ideale dialogo tra i vivi e i trapassati. Li sentiamo vicini perché siamo memori del loro affetto e delle attenzioni che in vita ci hanno riservato. Così li onoriamo con la memoria e, a volte, sentiamo quasi che siamo al nostro fianco nel duro cammino della vita.

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  10. Sai io non vado al cimitero, propio non ci vado. Non so spiegarti del perhè, posso solo dirti che le persone che ho amato è continuo a farlo ricordandoli ogni giorno .......... come se fosse un dialogo senza risposta.

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    1. Sai, anch'io per molti anni non ho trovato il coraggio per visitare i miei al cimitero però, col tempo, quel dialogo che comunque mi sembrava proseguire, pur senza recarmi al camposanto ,mi ha gradualmente portato ad andare a trovarli. Durante i miei viaggi, mi capita di visitare cimiteri anche molto lontani, di ripensare alla vita di persone a me sconosciute e molto diverse da me per costumi e modo di pensare. Al loro modo di affrontare la fine. In ogni caso son d'accordo con te quel dialogo (che forse più che un dialogo è una meditazione) deve proseguire anche se si sceglie di non recarsi in cimitero.

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  11. Si tende a non pensarci perché altrimenti si rischia di vedere tutto quel che facciamo come "inutile" (a meno che non si appartenga alla fortunata categoria di quei pochi che vivono la consapevolezza della morte con la massina tranquillità e stoica accettazione).
    Ovviamente a volte si è costretti a pensarci, quando all'improvviso ci giunge notizia di una persona a noi vicina (almeno come conoscente, a prescindere dall'intensità del legame) che ormai non è più.
    E sfortunatamente, per quanto ci si possa sforzare di farsene una ragione, quando arriva il momento non si è mai realmente "pronti".

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    1. Non è facile essere pronti. Ci sono tante persone che non vorremmo lasciare. Tante cose che avremmo voluto fare e non abbiamo fatto. Qualunque sia il momento in cui la morte viene è facile percepire un senso di incompletezza della nostra esistenza.

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  12. Non amo nemmeno io il caos e la confusione di questa ricorrenza e raramente e infatti ci vado; peraltro questo 2 novembre a aGeova per ragioni di allerta meteo anche per forte vento tutti i cimiteri sono rimasti chiusi con buona pace di tutti..

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    1. Le ricorrenze che creano confusione vanno evitate. Meglio è, appunto, coltivare la memoria nel nostro cuore e andare al cimitero solo quando lo desideriamo. Senza obblighi dettati da precetti o convenzioni del passato.

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  13. Tanta gente non ha nemmeno la possibilità di avere un morto al cimitero.
    in queste guerre i civili vengono sgozzati e arsi vivi.

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    1. La pietà verso chi muore a causa delle guerre ci dovrebbe sovvenire in queste tragiche giornate. Non dobbiamo dimenticarci mai delle vittime dell' odio anche se, purtroppo, è chiaro che gli uomini continuano a non cogliere la lezione della storia.

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  14. Ho sempre pensato alla morte e appena ho compiuto 18 anni mi sono iscritta alla Socrem. Prima la cremazione era una cosa seria, dovevi stilare un testamento e farlo vidimare in comune. La chiesa ti scomunicava ma questo per me non era un problema. Ora è tutto più facile ma ciò ha stravolto la ritualità del Tempio crematorio. Per la mia dipartita ho preparato tutto, per evitare a mia figlia oltre il dolore, le maglie intricate della burocrazia.

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    1. Dal canto mio non riesco a pensare a quel che sarà del mio corpo dopo la morte. Non ci riesco e, sicuramente, lascerò un problema ai miei cari. Penso alla morte e al dolore che genera, al senso della vita ma quell' aspetto, quello della mia sepoltura o della cremazione, ho difficoltà ad affrontarlo.

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  15. Tampoco me gusta ir al cementerio en días señalados, porque más bien se me imagina una feria, suelo visitarles en días de diario que apenas hay visitantes
    Por otro lado la muerte es un paso más de la vida, suelo pensarlo mucho y confío que no sea el final de todo, espero algo mas ..
    Un abrazo

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    1. También espero que esto no termine aquí. Pero la duda siempre me acompaña. Gracias por tu visita.

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