Sentivo questa frase molto vicina al mio sentire, mentre scorrevano i titoli di coda del film "Mediterraneo" di Gabriele Salvatores. Ma quanti - mi chiedo - ancora accettano questa società così come è? Quanti ci si trascinano dentro a stento? Delusi da un "gran fermento", troppo spesso svanito in una bolla di sapone. Soffocato da ipocrisia, egoismo, arrivismo e qualunquismo. Viviamo in una mondo velleitario. Privo di valori e ideali. Carico di presunzione e aggressività. Indifferente e spesso anche violento. Per questo si fa fatica a sorridere e neanche più ci si parla. Ogni contatto col prossimo è mediato e quasi mai diretto. Peggio di così non potrebbe andare e perciò cerchi di fuggire, seguendo la spinta che promana dal tuo sogno d'evasione e rinascita. Non hai paura di sfidare i marosi con una fragile zattera pur di sottrarti a un modo di vivere che proprio non va. Per costruire una nuova vita in un mondo diverso. Più sensibile e umano. Più pacifico e sereno. C'è chi dice che questa è un' utopia. Ma tu vai avanti. "Suoni l'armonica sinché la bocca non sanguina". Perché sai bene che arrendersi, non avere più speranze segnerebbe solo la tua fine.
Bel post che condivido!
RispondiEliminaRicercare un modo diverso di vivere, fuori dall' indifferenza e dagli interessi è fondamentale. Fa piacere che questo pensiero sulla condiviso.
EliminaSia condiviso volevo dire.
EliminaScelte di vita fondamentali, che non sempre portano a un meritato successo. Buona giornata Fabio
RispondiEliminaMolti ci provano. È anche il caso dei poveri migranti che scappano dalle guerre e dalla fame , corrono il rischio del viaggio e, spesso, il mondo in cui approdano si dimostra un nuovo inferno.
EliminaCredo che ognuno di noi abbia un suo modo per sottrarsi a questa società e ai suoi mali, io mi rifugio nel mio piccolo mondo fatto di pochi amici, letture, natura, animali, piccoli viaggi. Salutoni
RispondiEliminaIl progetto della fuga può durare anni, può costare parecchio. Ho parlato di "Mediterraneo" che è uno dei film che più apprezzo. Parla di fuga da un mondo, da un paese che promette molto e mantiene poco. Mi viene in mente anche "Papillon" con l'evasione dall'Isola del Diavolo o, ancora Fuga da Alcatraz. Tutti film che trattano il tema della fuga , della necessità di allontanarsi da tutto ciò che percepiamo come costrizione e che, in nessun modo, condividiamo. Esistono mille modi per fuggire e ognuno, prima o poi, trova il suo.
EliminaL'isola che non c'è; credo di essere un primatista di fughe,a diciott'anni mi iscrissi all'università piantando in asso tutti i compagni di uno sgradito liceo,poi a poco a poco le squadre di basket e coloro che non sentivo come veri amici. Quelli rimasti sono stati purtroppo portati via dal destino. Infine ho lasciato quando ho potuto il lavoro devo dire senza rimpianti. Mi è rimasta la famiglia e quei pochi che mi sono rimasti vicini. Ho letto al riguardo Schopenhauer che, sarà un pessimista,ma consiglia di lasciar perdere le false amicizie e così continuo a fare, meglio cercare nuovi rapporti ed esperienze che riprendere e sopportare quelli che si sono rivelati negativi. Il mondo è grande 😅
RispondiEliminaCondivido in pieno. Bisogna saper scegliere il meglio per noi stessi. Sia in termini di persone che in termini di esperienze. Quando un posto o un ambiente umano non va bene meglio abbandonarli ripulendosi dai calzari le polveri nefaste e... ricordarsi sempre, come dici, che il mondo è grande per fortuna.
EliminaA volte di scappare verrebbe da farlo proprio in senso letterale. Via da qui, da questo paese, o magari proprio via dai soliti luoghi, che ne so, tipo in montagna, isolati, da soli e in pace!
RispondiEliminaIn realtà quel che cerco di fare, più che scappare, è capire e conoscere meglio me e il mio modo di sentire quel che mi sta attorno, compresi gli altri. Cerco di trovare un equilibrio tra l'approvazione altrui (un po' credo sia necessaria) e l'essere in pace con me stesso.
Poi sai, ho notato che quando tu crei un ponte verso gli altri, anche quelli che sembrano freddi e indifferenti, trovi sempre qualcuno che invece è altrettanto felice di condividere, e che magari si sente proprio come te ed è in lotta col resto del mondo, che pare appunto indifferente.
A volte le fughe aiutano. Staccare la spina per tempo più o meno lungo può essere salutare. Però apprezzo molto le tue considerazioni. Non fare cadere mai il discorso è non solo un segno di buona volontà e coraggio,ma può essere un buon metodo per trovare nuove vie senza dover fuggire.
EliminaMe lo ricordo bene quel film. La morale finale può (giustamente) essere condivisa o meno, ma personalmente ammetto che vorrei davvero fuggire. Non riesco più ad avere fiducia nell'Italia, ed è un peccato perché per tanti aspetti il nostro è un paese bellissimo.
RispondiEliminaIl nostro paese illude e disillude. Sembra si debbano fare grandi cose che ci sia sempre, come dice Abbatantuono nel film, "un grande fermento". Poi si realizza sempre poco perché, al solito, "si vuol cambiare tutto affinché nulla cambi. "Ecco che allora si resta amareggiati e si desidera la fuga.
EliminaSo di esprimere un pensiero forte ma credo che in certi casi scappare ti complici ancora di più l'esistenza. I migliori restano e combattono per apportare dei cambiamenti. Nella mia città sono ammassati nel centro storico e spesso vengono assoldati dalla malavita.
RispondiElimina"Chi parte sa cosa lascia ma non sa cosa può trovare" diceva Lello Arena in "Ricomincio da tre". E' l' incognita della fuga, il rischio di cadere dalla padella nella brace. Nelle grinfie di malintenzionati che sfruttano le delusioni e la disperazione altrui. Le scelte devono essere ponderate. La vita punisce spesso i salti nel buio.
EliminaCondivido il pensiero di ARIANO dolo che quello che lui e molti di voi chiamano fuga io la definirei voglia di cambiare e trovare un altro posto in cui crediamo si possa dare un senso e nuova speranza ai nostri sogni
RispondiEliminaHai ragione: alla base di tutto c'è sempre la voglia di cambiare e il desiderio di realizzare quei sogni che, in un certo posto, non si è riusciti a realizzare. La fuga spesso è la conseguenza della delusione. Delusione per non esser riuscito a realizzare le proprie aspirazioni personali ma anche per un modello di società che non si riesce più a sopportare. Quello che mi chiedo, davanti al desiderio di trovare un posto migliore, è se questo luogo esista davvero o se, anche altrove (come da noi) debba ancora essere realizzato. In ogni caso cambiar le cose coinvolge la responsabilità e la volontà di tanti e la fuga spesso deriva dalla constatazione di essere in troppo pochi a voler davvero il cambiamento.
EliminaCondivido le tue riflessioni sul post.
RispondiEliminaGrazie Gus, un salutone a te.
EliminaAnch'io fuggo e rifuggo, ma sarebbe importante fuggire verso un cambiamento e non solo verso un rifugio. Giusto da non lasciare le cose così come sono...
RispondiEliminaConcordo. Cercare di cambiare le cose là dove viviamo è meglio che fuggire ma... per cambiare la qualità globale della nostra esistenza bisogna essere in tanti e non tutti lo vogliono veramente.
EliminaLa fuga la devi curare nel piccolo. Il mio blog è già fuga, ad esempio, il teatro di stasera, la crociera a breve, il weekend spensierato, la spaghettata alle vongole che curo tra i miei fornelli, gli appunti a mano mentre aspetto che la consorte esca dalla gastroscopia.. tutto può essere fuga, o ristagno stantio. Dipende solo da noi.
RispondiEliminaTante fughe, piccole o grandi, possono accompagnare tutti i giorni la nostra vita non tanto per ricercare il meglio ma soprattutto per ritrovare anche solo un po' di serenità.
EliminaIo a 18 anni non sono fuggita, ho cercato una vita e un futuro migliore. L'ho trovato? Si, è successo. Ma quello che ho perduto negli anni è qualcosa che nessuno potrà mai ridarmi. Per cui va bene essere carichi di speranza e costruirsi un futuro altrove come lo desideriamo e ottimo se ci riusciamo. Ma senza dimenticare il peso di quello che andremo a lasciare. E che non ci abbandonerà mai...
RispondiEliminaQuando ci si allontana per trovare qualcosa di meglio di va sempre incontro ad incognite. Chiaramente fra le tante cose che si lasciano ce ne sono di veramente importanti. Si può andar via, ma non si deve perdere la memoria di quel che ci siamo lasciati alle spalle.
RispondiEliminaGrazie! Questo post lo sento anche molto mio.
RispondiEliminaLo spirito fuggiasco ci accompagna un po' tutti. L' impulso di scappare dettato dalla speranza in un mondo e in un modo di vivere migliore alligna sempre in noi e , a volte, diviene irresistibile.
RispondiEliminaCiao Fabio.
RispondiEliminaFuggire fa bene. Allontanarsi da un mondo che non sentiamo nostro, dalle persone che col tempo si sono rivelate false o semplicemente opportuniste è la migliore scelta.
Voler creare un nuovo stato di cose che ci sia più affine, anche questo è fuggire. Quel che conta è sentire che dove siamo e come viviamo oggi, allontanandoci da ciò che non faceva per noi, ci fa bene e ci spinge a costruire un giusto equilibrio tra luogo e coscienza.
Se tutti decidessero, comprendendo i propri limiti e le proprie ispirazioni fino in fondo, di fare ciò, vivremmo in un mondo migliore.
Grazie e buona giornata.