Sotto Anestesia


 
Non è mai facile affrontare un esame clinico  invasivo. Ci accompagna sempre una certa ansia che riusciamo a superare solo quando  tutto finisce e prendiamo atto di un referto rassicurante. Dal momento in cui viene iniettato l'anestetico a quello in cui si cade in catalessi il passo è breve. Perdi contatto con la realtà e, lentamente sei avvolto nel silenzio e nell' oscurità. Poi, ti risvegli e, piano piano, riprendi il controllo di te stesso.  Ti senti spiazzato e barcolli. Perchè comprendi che quel sonno vuoto e senza sogni ti ha allontanato  dai tuoi pensieri e dalle tue preoccupazioni. Al termine di quel breve viaggio nel silenzio, senti tutta la differenza fra il nulla e il peso che normalmente grava sulle tue spalle. Siamo tutti stressati da questo mondo che non fa altro che chiederci numeri, risultati, impegno e prestazioni. Pertanto, anche in questi momenti, quando riprendi contatto col mondo, ti rendi conto che la stanchezza che ci accompagna è grande, come grande è il desiderio di avere un po' di pace e  trovare un riparo da ansie e avversità. Abbiamo tutti bisogno di riposo. Di ritmi di vita più umani. Come si suol dire, di staccare la spina. Di osservare il mondo da lontano e in silenzio. Come dall'alto di una montagna. Per recuperare le energie. Dare il giusto peso alle cose. Definire in modo chiaro quali sono i valori che davvero contano e riprendere il nostro cammino con serenità.

Nella foto introduttiva: Venere e Marte - Sandro Botticelli. National Gallery - Londra.


Commenti

  1. È vero. Noi cerchiamo un briciolo di pace, ma è difficile toglierci l'oppressione della prestazione impeccabile che questa società pretende.

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    1. Poi ci causa danni fisici spesso molto fastidiosi. Certe volte penso che l'eremitaggio non guasterebbe.

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  2. Mia sorella è una strumentista di sala operatoria è mi ha sempre raccontato che durante l'anestesia totale, non rimaniamo inermi, anzi parliamo e diciamo cose che appartengono al nostro vissuto. Quindi vedi che il sonno e il riposo completo non esiste neanche durante un intervento chirurgico. Naturalmente vige il segreto professionale...

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    1. Il bello è che io ho avuto l'impressione di resuscitare. Di solito non sono così quando mi sveglio al mattino. Pensavo che l'anestesia un po' mi avesse annientato.

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  3. La società in cui viviamo c’impone ritmi frenetici. Ogni cosa sembra improcrastinabile, anche noi comuni mortali dovremmo imparare da politici e burocrazia e rimandare alle calende greche ciò che potremmo fare già da ora e saremmo meno stressati.
    Ciao buona giornata.
    enrico

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    1. Le aziende oggi pressano i lavoratori e, anche se richiamate dai sindacati, dopo un po' tornano alla carica. Purtroppo il clima politico non aiuta le lotte dei lavoratori. Ci vorrebbe più grinta e solidarietà da parte di tutti.

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  4. Proprio stamattina ho sbagliato l'uscita del tronchetto roma aquila - tratto urbano - per andare da mio padre e lasciare il mio cane che non stà bene e deve essere monitorato. Sono talmente stanca e presa da tanti pensieri che ho superato l'uscita e sono tornata indietro. In effetti, oggi devo essere grave, perchè ho fatto un secondo sbaglio a san giovanni e non ho girato dove dovevo. Ormai è vero che la macchina si guida da sola, facendo la stessa strada tutti i giorni ma mi sento tanto stanca e lavorare tutto il giorno mi pesa. Lo faccio da 39 anni e se non ci fosse la fornero, starei già in pensione... Comunque si lavora troppo. Elisa

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    1. Certo, poi uno si sente un po' sfasato o, come me, di trova a combattere con la diverticolite. Son già stato operato e spero di non dovermi trovare di nuovo ad affrontare una situazione del genere. Il mio gastroenterologo dice che si tratta di malattie dovute allo stress professionale. Cerco di stare riguardato ma i dolori, purtroppo, si sentono.

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  5. Lo stress del lavoro è alto,poi anche l'età media si innalza per cui siamo tutti alla ricerca di un po' di tranquillità. Che dire? Come sai io evito anche di guardare le partite della nostra squadra per evitare inutili arrabbiature. Come dice qualche politico di oggi in certi momenti bisogna farsi "zen" 😅 e remare con calma,cercando,se possibile, di evitare gli scogli più pericolosi.

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    1. Giusto, bisogna saper moderare gli sforzi e l'impegno se no, alla fine, i cocci sono nostri. Tirare i remi in barca può essere davvero salutare.

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  6. E' un'esperienze questa dell'anestesia che ci costringe a guardare la nostra vita da un altro punto di vista.

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    1. Certo. Per me non era la prima volta e, come sempre, ho riportato la sensazione chiara dell'annullamento delle mie facoltà. Si sente la differenza tra il vuoto e la pienezza della vita con tutte le preoccupazioni che comporta. Non è un relax di certo ma, una volta finita, ti chiedi dove eri finito e capisci quanto è grande il carico che ci portiamo addosso.

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  7. Conosco il caso (fortunatamente in entrambe le mie esperienze senza troppe complicazioni postume, salvo un certo inevitabile stordimento).
    In un caso specifico l'anestesista mi disse: "Ho iniettato, appena fa effetto il chirurgo opera". Non era proprio anestetico, era un sedativo, e io ho il ricordo di essere stato tutto il tempo con gli occhi aperti, vedendo sopra di me la classica lampadona circolare da camera operatoria. Dopo venti secondi di orologio (da me percepiti come tali in senso di durata) sento la voce dell'anestesista che dice "A posto" e io chiedo "L'anestetico ha fatto effetto e il chirurgo può operare?" e lui: "No, ha già operato".
    Mi hanno riportato in camera e lì i miei famigliari mi hanno spiegato che non erano passati venti secondi ma quasi quaranta minuti...

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    1. Il tempo passa e uno non se ne accorge neanche. Sembra siano passati pochi minuti e, a volte, sono ore.

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  8. Caro Fabio, sapessi come ti capisco per il problema della diverticolite,hai ben descritto il dolce risveglio dall'anestesia .Condivido, dovremmo dare priorità e il giusto peso alle pressioni che la quotidianità ci impone,
    ma spesso mi chiedo quali sono le priorità e qual'è la bilancia per il giusto peso?
    Buona settimana
    Rakel

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    1. Al senso del dovere non si scappa. Per questo spesso ci si ammala. Difficile, a volte, dosare i propri sforzi anche se, almeno qualche volta, dovremmo ricordarci che "non è l'uomo per il lavoro ma il lavoro per l'uomo."

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  9. D'accordissimo con le tue parole, sto proprio facendo scelte di vita in quella direzione.

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    1. Spero di andare in pensione al più presto. Ci son tante cose belle da fare ma, purtroppo, dovrò resistere sino all'ultimo.

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