Talento sprecato?


 Non sempre il lavoro ci consente di esprimere tutte le nostre migliori capacità. Pertanto, quando esse si manifestano fuori  dall'ambiente lavorativo, si finisce col destare un po' di stupore nel prossimo. - Ma come mai hai scelto di fare quel lavoro? Sei proprio sprecato! - Ti dicono. Così, chi si trova a fare i conti con queste osservazioni, inevitabilmente, riflette sulle opportunità negate o non colte per varie ragioni. Sul fatto che quel lavoro, così arido e lontano dalle nostre attitudini, ci permette, se non altro, di sopravvivere. Sulla soddisfazione per esser stati capaci di svolgere anche un'attività che non ci è del tutto congeniale. Per aver sostenuto una prova di forza,  un'esperienza a tratti molto dura che, comunque, ha contribuito alla nostra formazione. Può essere che il nostro lavoro non ci consenta di realizzare con pienezza la nostra personalità. Perché è la vita stessa che non ci permette di fare tutto quel che desideriamo o perché, forse, abbiamo molto meno talento di quanto possiamo credere.  Nel dipingere, nello scrivere in prosa o poesia, nel  recitare o altro. Quel che conta, per ciascuno di noi, è non lasciare che l'estro e la creatività  vengano travolti dal grigiore della quotidianità. Se le doti e la capacità, unite alla passione, esistono, prima o poi emergeranno e non sarà certo un tedioso ufficio o una ferrigna officina a tarparci le ali.

Nella foto introduttiva: "Esiodo e la Musa" di Gustave Moreau - Museo D'Orsay - Parigi.

Commenti

  1. È un ragionamento sano. Il lamento è odioso.

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    1. Son dell'idea, appunto, che non si deve vivere di rimpianti ma che bisogna cercare di realizzarsi là dove si trovano gli spazi giusti. Il lavoro può essere duro e difficile, può anche restringere i nostri spazi di libertà ma, quando se ne sostiene il peso con impegno e dignità è sicuramente un successo personale.

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    1. Grazie a te. Speriamo che il tempo permetta di fare delle passeggiate.

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  3. Quante volte ho sentito "Ma tu che ci fai in banca?!" E invece no.. sono convinto che quello che sono lo devo alle scelte della vita, anche Ragioneria invece del Classico, quando il richiamo della letteratira, l'amore per i libri e la lettura non era ancora al top, avrebbe potuto magari essere controproducente, creare nausea magari. Il mio contatto col pubblico, con le persone, le storie, la confidenza..tutte di un arricchimento incredibile; chissà se altre vie, diverse soluzioni, avrebbero permesso ugualmente tutto quello che mi sento di essere ora, un carattere curioso, passionale, disponibile.. certi "grigiori" possono addirittura esaltare la ricerca di colore e differenza.. voglio crederlo..

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    1. Condivido e sottoscrivo quel che dici. Dopo aver fatto il classico e dopo una laurea in giurisprudenza, ho cambiato completamente rotta per lavorare in banca. Ho fatto questa scelta per acquisire l'indipendenza il più in fretta possibile, perché volevo sposarmi visto che questo era il mio più grande desiderio. Forse la banca non era esattamente la mia strada ma, come tu dici, offre un'enorme possibilità di contatti in grado di arricchirti più di quanto non si possa immaginare. Aggiungo che in banca c'è una marea di artisti nascosti e gente talentuosa. Molti si chiedono che ci stanno a fare ma nessuno, alla fine, rinnega la scelta.

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  4. Infatti è così. Le mie attività "creative" sono un hobby nel tempo libero, ma non tutti possono diventare scrittori o sceneggiatori professionisti. Nel frattempo dovevo pur vivere e il mio monotono lavoro da impiegato me lo permette.
    Se sono bravo eventualmente avrò fama postuma ;-)

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    1. È quello che penso anch'io. Non è facile fare coincidere le proprie passioni col lavoro. Il lavoro ci consente di andare avanti e poi il tempo libero può essere utilizzato per realizzare ciò che più ci aggrada.

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  5. Mi sono cimentata in diversificate attività lavorative, con tanto impegno e gratificazione. Ora, che ho più tempo libero amo scrivere, e anche in questo settore sono riuscita a diversificare in poesia, racconti, riflessioni, video e il tempo assume una piacevole dimensione.
    Buon fine settimana e un saluto, silvia

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    1. Son d'accordo: il fatto di essersi cimentati in diverse attività lavorative può poi aiutare a diversificare e render più varie e interessanti le nostre stesse passioni. Un salutone a te.

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  6. Non tutti fanno un lavoro che li gratifica quindi si cerca all'esterno di fare le cose che piacciono per una realizzazione.

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    1. La realizzazione personale è fondamentale. Se fuori dal lavoro si riesce ad esprimersi si può digerire meglio anche un'attività lavorativa non proprio gratificante.

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  7. Mi rendo conto di quanto quello che sto per dire suoni davvero da privilegiati, ma a volte la vita sembra avere un suo modo di rimetterci su certi binari, l'importante è non arrendersi del tutto, lasciare accesa almeno una fiammela del nostro personalissimo fuoco.

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    1. Quel che dici è incoraggiante. Anch'io penso che se si devia il corso di un fiume, questo, col passar del tempo, tenterà di riprendersi il suo alveo.

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    2. Ho fatto un lavoro molto interessante e da me prescelto,ma l'ambiente a lungo andare è diventato malsano per la cupidigia e l'ambizione di alcuni. Purtroppo le debolezze umane rendono gravoso anche il lavoro più piacevole;per mia fortuna ho potuto scegliere di liberarmene al momento opportuno per dedicarmi anche ai miei hobbies preferiti; resta un po' di rammarico per ciò che si sarebbe voluto fare in meglio anche per gli altri e non si è potuto per la meschinità e la presunzione di chi egoisticamente confonde il proprio interesse con quello generale.

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    3. Son queste le cose che rovinano anche i lavori migliori. Quando entrano in ballo egoismo e cupidigia tutto crolla e allora vien proprio voglia di andarsene. A volte non è possibile e occorre stringere i denti e andare avanti. Quando però si presenta l'occasione è giusto prender cappello, mollare tutto e praticare nuove strade. Resta il rammarico per ciò che si sarebbe potuto realizzare e non si è potuto fare per l'arrivismo e il carrierismo sfrenato di certi individui. Una ragione in più questa per non smettere mai di coltivare i propri interessi e le proprie passioni.

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  8. Sono d'accordo con te. Spesso la creatività ci regala quelle soddisfazioni che, nel lavoro, non riusciamo a trovare. Saluti. Buona domenica.

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    1. Il lavoro è fatica e responsabilità. Difficilmente offre occasioni per esaltare la propria creatività. Ciò può succedere solo se il lavoro che si svolge coincide con le nostre passioni. Ma, anche in questo caso, si è spesso limitati dal "dovere".

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  9. Se si ha in dono lo si deve seguire in ogni modo e non soffocarlo mai. Certo la ita poi può aiutare in questo obiettivo o no ma non si può lasciare che il talento venga inibito

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    1. Certo non va soffocato, indipendentemente dal fatto che si abbia o no successo. Esiste infatti la necessità di esprimere comunque la nostra personalità.

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  10. Tutto dipende dalla volontà e dalla costanza con cui si vogliono realizzare le nostre aspirazioni. Quasi tutto.

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    1. Certo. Occorre metterci del nostro. Poi ci vuole un po' di buona sorte ma il fatto di avere il coraggio di mettersi in gioco è la base di tutto.

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