Rialzare la Testa.



Dire che la "Festa del Lavoro" non è più una festa è diventato un luogo comune in cui molti, ormai da tempo, si ritrovano. Una formula che esprime fatalismo e rassegnazione ma anche un pizzico di indolenza. L'unico modo per superare questo stato d'animo consiste nel rimettersi in piedi e ritrovare quello spirito di solidarietà e impegno che, in passato, ha accompagnato l'azione dei nostri padri e favorito tante conquiste del lavoro. Penso che ormai non ci sia molto da dire. Possiamo tener giù la testa e arrenderci definitivamente, oppure, ricominciare a lottare per i nostri diritti, il nostro benessere lavorativo e riprenderci, con orgoglio, questa giornata di festa. La scelta spetta a noi e, in nessun modo sarà possibile, in un tempo successivo, attribuire ad altri la responsabilità sul futuro della nostra condizione di lavoratori.


                                           Buon Primo Maggio a Tutti.


Nella foto introduttiva: "Le Spigolatrici" di Jean Francois Millet . Museo D'Orsay - Parigi.

Commenti

  1. Il problema è sempre l'equilibrio fra domanda (di gente che lavori) e offerta (di candidati interessati a lavorare).
    Finché i posti di lavoro nelle aziende saranno minori rispetto alla quantità di disoccupati che li cercano (perché onestamente tutti quegli articoli tipo "cerchiamo operai / camerieri / braccianti ma non troviamo nessuno disposto a farlo" sono abbastanza stucchevoli fintantoché non elencano con precisione le condizioni di lavoro che vengono offerte) chi offre lavoro ha l'enorme vantaggio di poter contare su tanti candidati. Su dieci candidati sceglie quello più adatto, magari un laureato laddove basterebbe un diplomato però offrendogli lo stipendio per chi ha il diploma e non la laurea. E quello accetta, pensando che comunque è meglio intanto partire con un lavoro vero, con una durata quanto meno semestrale, con la possibilità di aggiungerlo al curriculum.
    É difficile alzare la voce su condizioni e clausole vessatorie varie quando sai che l'alternativa è la disoccupazione o i lavoretti part-time a condizioni persino più onerose.

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    1. Penso sia difficile perché il lavoratore è spesso solo. Il sindacato ha perso peso e forza. Un po' perché più di qualcuno ha fatto il sindacalista pensando agli affari suoi e un po' perché molti lavoratori hanno ritenuto (anche attraverso le raccomandazioni) di poter contrattare da soli la loro posizione. È crollato in larga parte il sistema delle rivendicazioni collettive , di conseguenza, si è indebolita la contrattazione collettiva. Da solo un lavoratore non può andare lontano e i datori di lavoro questo lo sanno molto bene.

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  2. Morta la classe operaia, morto il Primo Maggio. Il sindacato conta pochissimo.

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    1. Morto non direi. Bisogna ridargli un senso con l'impegno che sta mancando da parte di lavoratori e sindacati. Va celebrato per non perdere la memoria delle lotte dei padri e diffondere la convinzione che solo con lotte unitarie è possibile riguadagnare posizioni.

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  3. Purtroppo la trasformazione del lavoro non è stata capita dai sindacati, parlo di quelli maggiori, che hanno solo difeso i lavoratori in qualche modo garantiti. E adesso c'è una classe di lavoratori non difesi da nessuno.

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    1. Anche coi cosiddetti garantiti i sindacati non sono stati granché. Quello che ho notato, poi, è che fra i lavoratori è venuta a mancare la solidarietà. Se chiedi aiuto sul lavoro puoi sentirti dire "non siamo amici ', oppure "non mi compete " e così finisce che il lavoro che si potrebbe dividere fra più persone lo fa uno solo. Si può non essere amici fra colleghi ma, se manca la solidarietà, si è tutti più deboli.

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  4. Credo che ci sia ben poco da festeggiare, ormai !!!! I problemi di chi lavora sono infiniti, vedo mio fratello che lavora una settimana e due le fa a casa, arrabbiato !!! A ciò si aggiungono le morti sul lavoro, inaccettabili. Io sono in pensione ma credo che chi lavora debba proprio ricominciare a lottare per i propri diritti !! Saluti e buon 1° Maggio

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    1. Il problema della sicurezza e delle morti sul lavoro è gravissimo. Tutti, datori di lavoro e lavoratori dovrebbero rispettare le norme di tutela dell' incolumità delle persone che non possono essere messe da parte per nessun motivo. Son d'accordo con te: se non si riprende a lottare si continuerà ad andare a fondo. Le lotte poi devono essere collettive perché da soli non si va avanti di un passo.

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  5. Vorrei riportare su queste pagine il pensiero di un mio caro amico appena trasmessomi via SMS: "Io penso che il Primo Maggio non sia solo il concertone a San Giovanni o la scampagnata fuori porta con fave e pecorino al seguito . Noi che il nostro lavoro non c'è piovuto dal cielo e continuiamo a sudarcelo, sentiamo e appoggiamo questa festa che tale deve continuare ad essere per le generazioni future e non dobbiamo permettere a nessuno di svalutarla, diminuirla o sostituirla " Grazie caro M. per il tuo pensiero che insegna molto a tutti noi.

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  6. Concordo que devemos fazer tudo o que está ao nosso alcance para tornar mais dignas as condições do nosso trabalho.
    Abraço amigo.
    Juvenal Nunes

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    1. È necessario che lavoratori e sindacati si impegnino. Bisogna recuperare le conquiste del lavoro dei nostri padri e consegnare ai posteri un mondo migliore. Grazie per la cortese visita. Un cordiale saluto.

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