La solitudine è una condizione che cogli subito quando parli con una persona. Perché, senti di trovarti davanti ad un fiume in piena e percepisci il desiderio di esprimere idee, stati d'animo, ricordi e sentimenti che non riescono a trovare uno sbocco. La solitudine è una lama che taglia e lascia ferite profonde. Anche se hai la forza di convivere con lei. La ritrovi in tutti quelli che, anche se non ti conoscono, cercano di fermarti e parlarti dei loro problemi. Non solo di quei soldi che non bastano mai, ma anche del marito, della moglie o del compagno che non c'è più. Dei figli non sempre vicini e, pur se grandi, ancora bisognosi dell' aiuto dei genitori. Ti parlano degli amici di un tempo, di gioie lontane e del loro vagar solitari in una città che corre di fretta senza guardare in faccia nessuno. Occhi lucidi, sguardo mesto. Raramente traspare un malinconico sorriso. Talvolta, vedi qualcuno che parla con sé stesso e vaga con la mente. Difficile non accorgersi di questo stato d'angoscia. Di tanto abbandono e malessere. Si tratta di anziani ma anche di persone più giovani. La solitudine e l'indifferenza li travolge e disorienta. In questo mondo, in cui sembra d'essere in tanti. Ma le distanze, tra l'uno e l'altro, sono infinite e ci si sente come isole lontane.
Nella foto introduttiva : Assenzio in un Cafè di Edgard Degas.
La solitudine specialmente quando non cercata ma subita, innesca un sentimento di isolamento sociale dal quale riesce molto difficile uscire fuori e che purtroppo porta tristezza (non mi piace chiamarla depressione), angoscia nel percepire la mancanza di relazioni sociali, apatia, senso di nullità e nei casi più aggressivi conduce al lasciarsi andare e alla morte.
RispondiEliminaHai ragione la solitudine subita per abbandono o emarginazione è davvero una condizione terribile. Per forza di cose mancano gli appigli per tirarsene fuori ed è proprio qui che si innesca la disperazione. Sono gli effetti di una società che opera con indifferenza, egoismo e senza alcuno spirito di solidarietà.Diversa è la solitudine cercata. Chi la cerca, in qualche modo, se ne fa una ragione e, proprio perché la cerca riesce a trovare con essa un modo di convivenza.
EliminaLa solitudine è una brutta bestia,ne so qualcosa!Ho un marito che mi ha isolato dal mondo ...L'unico mondo per me è internet.
RispondiEliminaIl tuo commento introduce l' aspetto più duro del problema della solitudine. Ho parlato della solitudine percepita dall'esterno ma si soffre soprattutto per la solitudine che percepiamo all' interno di noi stessi. La solitudine indotta dal comportamento altrui è particolarmente pesante perché la sentiamo come una palese costrizione e dalle costrizioni bisogna cercare di liberarsi assolutamente. Internet può essere una prima via ma non basta. Tu hai mille interessi, tanti ideali e vivi in una regione ricca di arte e cultura ma soprattutto abitata da tanta gente forte di carattere, sensibile e laboriosa. Cerca di uscire e avere il più possibile contatti con le persone , di partecipare alla vita che ti circonda. Il tuo blog è interessante e i social sono una forma di contatto che , in qualche modo ci apre al mondo ma non devi accontentarti di internet.
EliminaDescrivi molto bene sensazioni che possiamo percepire in diverse situazioni.. e proprio le città, a volte, nonostamte i milioni di abitanti, creano tante piccole celle che non riescono a contattarsi, per una infinità di ragioni, prima la difficoltà all'ascolto e al concedersi. Una ritrosia che guasta i rapporti, li rende impermeabili. E ci si ritrova soli.
RispondiEliminaLa diffidenza e la paura per quel che percepiamo diverso da noi possono esser fonte di solitudine in quanto danno luogo a emarginazione. Spesso, anche solo per carattere o presa di posizione, si tende a isolarsi nella propria individualità e non si ha coscienza di ciò. Ci illudiamo di vivere in una società e perciò di non esser soli. In realtà, proprio per quella diffidenza e ritrosia che ci accompagna, siamo delle solitudini che si incontrano e che, a volte, non riescono neppure a sfiorarsi.
EliminaNon è facile vivere in solitudine.
RispondiEliminaCi vuole molta forza d'animo. Ma non è facile. Quando si è soli si e più deboli ed esposti alle prepotenze.
EliminaÈ vero, ti accorgi subito quando una persona ha il "disperato" bisogno di sfogarsi, di trovare una persona che sia disposta ad ascoltarla. Molti che mantengono un aplomb davanti agli altri, poi sui social quasi invocano che qualcuno legga i loro messaggi, anche un conforto "virtuale" li fa sentire meno soli.
RispondiEliminaSe c'è un conforto che viene dai social penso sia una cosa positiva. Vuol dire che qualcuno, tramite il web, ha raccolto il messaggio e sta cercando di dare il suo aiuto. Il guaio è nella vita di tutti i giorni in cui l'indifferenza e l'incapacità di ascolto si tagliano a fette. Ci sono persone che riescono ad essere virtuali nella vita reale e questo fa sentire chi è solo ancora più solo.
EliminaCiò mi porta in mente che quando ero volontario della croce rossa ci parlavano una volta sui senza tetto; che se valorano le calzature che trovano in strada, che si bevono alcoloci... Bevono... Non lo fanno per dimenticare o sfuggire a una situazione per quanto drammatica possa essere ma com a pretesto per trovare un compagno con cui parlare e condividere le sue disgrazie... La solitudine.
RispondiEliminapodi-.
La necessità di trovare un contatto con gli altri è comprensibile. In certe situazioni drammatiche si ha bisogno di essere ascoltati e di non trovarsi da soli con le proprie disgrazie. Non sfuggono alla realtà, appunto, né cercano di dimenticare. Cercano quella comprensione e solidarietà necessaria per alleviare la loro condizione.
EliminaQuando lavori ad uno sportello, a contatto con il pubblico, ti capita spesso di fare anche la parte del telefono amico.
RispondiEliminaE ti accorgi quanta gente non si senta, ascoltata o accolta o felice
Capita anche a me tutti i giorni e... il post è nato proprio da questa esperienza. Son veramente tante le persone che si presentano allo sportello, fanno quel che devono fare ma, alla fine, ti parlano di tante cose che col lavoro non hanno niente a che vedere. C'è un bisogno di dialogo, compagnia e comprensione nella gente che neanche si riesce ad immaginare.
EliminaSi è in tanti ma si tratta di una moltitudine di solitudini. E questo lo avverti anche nel e soprattutto nel virtuale.
RispondiEliminaSicuramente in molti utilizzano il web per abbattere il muro della solitudine. Può anche aiutare ma niente può rimpiazzare il rapporto reale fra esseri umani che, comunque, deve essere sincero, se no è come se non ci fosse .
EliminaHo sempre vissuto in modo molto apparentemente solitario e non penso di soffrire troppo di solitudine, che considero uno dei grandi malanni attuali spesso non riconosciuti nemmeno da chi ne soffre.
RispondiEliminaConcordo, la solitudine è subdola. C'è chi la sente ma pure chi non riesce a capire che il suo problema è l'essere solo e non altro. Poi c'è anche chi, per eccessivo affollamento o per meglio riflettere su tante cose, cerca la solitudine. Ma la solitudine cercata è, di certo, diversa da quella subita.
EliminaCredo che la solitudine possa essere vista da due punti di vista diversi ed opposti. A volte io trovo sia necessaria, (soprattutto in certi casi - in cui non si può mai avere un poco di pace) ma solo se ricercata - quando invece non è cercata ed è imposta dalla vita può causare effettivamente, specie a lungo andare tristezza, sconforto e depressione. Bisogna cercare di fare buon viso a cattivo gioco, spesso non è una scelta che siamo in grado di fare noi, almeno non sempre. Auguri di Buona Pasqua
RispondiEliminaSono d'accordo. La solitudine imposta dalla vita è davvero pesante. Diverso è quando la solitudine la si cerca per trovare quiete o uno spazio per la riflessione. Allora può essere anche una necessità. Un caro saluto a te e Buona Pasqua.
EliminaLa solitudine che più mi fa star male è quella degli anziani, perchè unita a una condizione di grande fragilità, al doversi adattare a cambiamenti nella propria vita spesso difficili e dolorosi. Mi sembra che manchi un sostegno da parte della società, senza una rete familiare solida la loro solitudine diventa una gabbia. D'altra parte, la solitudine può essere vissuta anche senza angoscia, con serenità, ad esempio a me piace e mi ci sento a mio agio...certo pur sapendo che ho degli affetti su cui posso contare quotidianamente.
RispondiEliminaLa condizione di solitudine negli anziani può essere davvero angosciosa. C'è tanta stanchezza, rimpianti, nostalgia di tante cose belle che non ci sono più, i mille acciacchi, la percezione della vita che volge al termine. Difficile affrontare tutte queste sensazioni in solitudine. La società, di fronte a queste situazioni, non risponde in modo efficace ma offre soluzioni solo transitorie e molto spesso totalmente inadeguate. Poi c'è il secondo aspetto : quello della solitudine cercata. Ti devo dire che spesso mi metto in questa condizione per via delle mie giornate che, talvolta, sono assai affollate. Certe volte ho davvero bisogno di quiete e silenzio e, in quei momenti, sento di star bene con me stesso.
EliminaSe me lo permetti Fabio voglio mettere un pochino di allegria anche in questo post che in fondo nasconde tutta la sua tristezza! Si parlava fra le altre della solitudine che ti lasciano le persone care che non ci sono più! Allora, devi sapere che i genitori di mia moglie avevano una tabaccheria e ricevitoria lotto a Napoli, e ora c'è un loro figlio a grestirla. I primi tempi che frequentavo casa vedevo spesso la gente che entrava a giocare i numeri. Un giorno, non ci volevo credere, successe che una signora, che era spesso triste per il marito mancato da diversi anni, entrasse in tabaccheria per prendere le sigarette. Caso volle che un'altra signora che chiacchierava vicino a lei dicesse che suo marito non voleva mai prendersi le medicine, e quindi era una capatosta! Ebbene, vidi partire la signora come un razzo per andare al banco lotto per giocarsi il 34. Poi dopo averlo fatto disse alla signora: "Signora mia, questo è di sicuro un segnale di mio marito! Anche lui non voleva prendere le medicine e quindi era pure lui una capa tosta!" E secondo la Smorfia Capatosta è il numero 34! 😂 Spero di averti fatto sorridere e di non avere sminuito il tuo post! Un abbraccio 🤗
RispondiEliminaCi vuole, ci vuole un po' di allegria che è una delle armi migliori per sconfiggere la solitudine. L'aneddoto poi è davvero piacevole e porta una ventata fresca a questa discussione. Grazie caro Nico. Un abbraccio grande anche a te.
EliminaPurtroppo non sono d'accordo con quello che scrivi. Io nella solitudine ho trovato la felicità vera. Dopo anni di matrimonio, separazione, fidanzati e amanti vari, ho capito troppo tardi che non ho bisogno di avere un uomo accanto, perchè stò benissimo da sola. Sono libera di leggere, pensare, dormire, e fare quello che voglio e più mi piace, senza sensi di colpa. Ci sono arrivata tardi a 50 anni ma per fortuna ho capito che questa è la mia strada.- Da 3 anni ho vicino a me un cane meraviglioso che ho preso in canile (8 anni di box) e insieme costruisco il mio tempo con lei o senza, con le amiche e la famiglia. Mi piace e sono serena dopo anni e anni di patimenti vari. Elisa
RispondiEliminaCapisco la tua scelta e il tuo modo di vedere. Quando la vita è affollata oltre misura può venire il desiderio di ritirarsi e star soli. Ma qui, appunto, si tratta di una scelta personale, non di solitudine subita che, invece, può essere dolorosa.
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