Anna Politkovskaja nel ricordo della figlia Vera.

 


Voglio parlarvi oggi del libro scritto da Vera Politkovskaja e intitolato "Una Madre". In esso, l'autrice ripercorre la vicenda umana e professionale della madre Anna, giornalista della "Novaja Gazeta", assassinata a causa delle sue inchieste volte a denunciare i lati più oscuri e gli orrori del regime putiniano. Al fine di comprendere meglio i fatti, la scrittrice ci guida, prima di ogni altra cosa, in un viaggio nella storia russa dell'ultimo trentennio. Dalla caduta dell'Urss e di Gorbaciov, sino all'affermazione politica di Vladimir Putin. Ci narra, in questo complesso  contesto storico, delle indagini giornalistiche condotte con estremo coraggio da Anna Politkovskaja. Ella, infatti, "scriveva la verità nuda e cruda, su soldati, banditi e civili finiti nel tritacarne della seconda guerra di Cecenia. Parlava di dolore, sangue e morte, corpi smembrati e destini infranti." Metteva in evidenza i delitti e le omertà della Russia di Putin. Proprio a causa dei suoi scomodi reportage, venne uccisa, nell'ascensore del palazzo in cui viveva, al centro di Mosca, il 7 ottobre del 2006. Anna Politkovskaja è ora, per tutti, un fulgido esempio di coraggio e impegno civile. Il suo sacrificio ci esorta a comprendere il valore della libertà di espressione e di stampa. - Siate coraggiosi - diceva - e chiamate sempre le cose con il loro nome, dittatori compresi.- Oggi, dinnanzi all'invasione dell'Ucraina sarebbe, di certo, inorridita nel sentir parlare di "operazione militare speciale" e non di guerra, come invece si dovrebbe. Ho letto con interesse e profonda emozione la storia di questa grande giornalista, che, nonostante il suo impegno professionale e sociale, fu una presenza forte e sicura per la sua famiglia . Il libro di Vera Politkovskaja merita tutta la nostra attenzione. Leggerlo, son sicuro, ci porterà a riflettere su quelle doti di perseveranza, abnegazione e coraggio nella ricerca della verità che costituiscono il presupposto essenziale per la difesa di ogni principio e valore fondativo di uno stato di diritto. Un'esortazione a lottare contro ogni tirannia e a non essere servi acquiescenti di qualsiasi forma di "demokratura".

Nella foto introduttiva, la copertina del libro.



Commenti

  1. L'omicidio della Politovskvaja è stato di fatto il punto di non ritorno della nomenclatura putiniana. Se prima provavano a mostrarsi "aperti" al dialogo, da quel momento in poi non hanno più nemmeno fatto finta, hanno semplicemente imposto le loro prevaricazioni in stile bullo del quartiere.

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  2. Lo stile è tipicamente mafioso. Minacce, intimidazioni, emarginazione, violenza fanno parte del gioco sporco praticato dal regime. La stessa Vera Politkovskaja è stata costretta alla fuga per difendere non solo la propria incolumità ma anche quella della giovane figlia. L'ingannevole facciata riformista di un tempo è caduta e ora la belva mette ben in mostra le zanne.

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  3. Sono d'accordo è un fenomeno di bullismo o di mentalità poliziesca disumana e priva di cultura,ma ciò che è più grave mi pare il sostegno che gli viene dato anche in Italia da politici,intellettuali,giornalisti etc. ipocriti e senza scupoli

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    1. Quel tipo di sostegno fornito da pseudo-intellettuali, politicanti e pennivendoli è vergognoso. La sensazione è quella di trovarsi davanti ad affabulatori prezzolati, e "utili idioti" che, come sempre accade, le dittature cercano di sfruttare a loro vantaggio.

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  4. Ne ho sentito parlare alla Tv.Che storia triste!

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    1. Una tragedia che deve farci riflettere. In un paese normale con la stampa dovrebbero circolare informazione e idee. Quando ciò viene impedito con modalità intimidatorie e violente, significa che la libertà è soffocata e no esiste una condizione di normalità.

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  5. Dio ha fatto nascere Putin per dimostrare che il diavolo esiste.

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    1. La speranza è che il diavolo, dopo aver fatto le pentole, non faccia pure i coperchi.

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  6. Un libro da leggere, per onorare la sua autrice ma, soprattutto , per capire come stanno veramente le cose , nella Russia di Putin. Purtroppo, là non c'è libertà di stampa e questa giornalista ha pagato con la vita il suo desiderio di far conoscere i fatti come stanno. Saluti cari.

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    1. Proprio così. Noi non dobbiamo dimenticare ed essere sempre coscienti del fatto che i diritti di libertà e i diritti civili vanno difesi ogni giorno.

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  7. Per non parlare dei mercenari della Wagner che favoriscono la pressione migratoria...autentici mascalzoni

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    1. Anche questo è un nell'argomento. Magari, appena possibile, potrei affrontarlo.

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  8. Penso di leggerlo presto. Anna non va dimenticata ... per il coraggio e per la serietà con cui ha cercato di documentare la criminosità e la falsità di un sistema praticamente mafioso.

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    1. Mafioso è il termine esatto per definire questo regime che gestisce affari i e potere con intimidazioni, omertà e violenza. Son d'accordo con te. La realtà è questa.

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  9. Putin non ha nulla a che vedere con la vecchia Unione Sovietica, basta vedere l'opposizione politica, che viene minacciata ogni giorno.

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    1. Sono d'accordo Putin è un nazionalista. Pur provenendo dalle file del KGB, col vecchio regime non ha più niente a che fare. Come dicevo potere. affari e denaro sono la sua molla. Il suo è un capitalismo di stato infarcito con nazionalismo e totalitarismo.

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  10. Certamente non si schiererebbe con Putin ma nemmeno sarebbe così tenera con l'occidente. Questa guerra è voluta dagli USA come da Putin. Ad essere innocente ed a subirne le conseguenze è il popolo, quello ucraino in primis ma anche quello russo per le ripercussioni su chi non segue ed abbraccia la propaganda di regime.

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    1. Attribuirei una incidenza diversa al fattore occidentale fra le cause della guerra. Spesso si è accusato l' occidente di espansionismo verso est, ma la sensazione chiaramente percepita è di una invasione militare russa nei confronti dell'Ucraina e comunque , di una scelta di campo in senso occidentale dell'Ucraina. In base al principio di autodeterminazione dei popoli ciò dovrebbe essere accettato. La logica degli stati cuscinetto mi fa invece pensare alla concezione di paesi a sovranità limitata. Con la guerra la Russia ha stretto ancor più le maglie della censura e ,perseguitato con maggior forza i suoi oppositori. Anche per questo Vera Politkovskaja, agli inizi del conflitto, ha scelto la fuga dalla Russia per difendere la sua famiglia.

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  11. Sarebbe da far leggere e da var vivere a tutti questi putiniani in pantofole che abbiamo in casa. Essere contro la guerra vuol dire anche essere contro sto dittatore

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    1. Per me è come la Resistenza. Gli invasi e gli oppressi hanno tutto il diritto di reagire e difendersi. La pace si, ma l'autodeterminazione dei popoli va salvaguardata.

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