La necessità di praticare la tolleranza.



 La tolleranza è un valore, un principio, un modo d'essere che ci consente di coltivare le nostre idee e sviluppare la nostra esistenza nel rispetto delle diversità di vedute e delle altrui prerogative. Sicuramente è la base per una convivenza pacifica e civile. Un punto di riferimento fondamentale, specie in tempi come i nostri in cui ancora si fatica a rispettare le diversità e in cui assolutismo, brama di prevaricazione e demagogia sembrano prendere il sopravvento sugli ideali di democrazia e rispetto per il prossimo. Voltaire dedicò alla tolleranza un importante trattato che, per le ragioni anzidette, merita d'esser letto anche ai nostri giorni.  Nel "Trattato sulla Tolleranza", Voltaire esamina una vicenda accaduta a Tolosa, intorno alla metà del XVIII secolo. Una città, all’epoca dei fatti, conservatrice e bigotta che, ogni anno, soleva festeggiare la strage di quattromila Ugonotti (riformati di confessione calvinista), avvenuta due secoli prima, durante la notte di San Bartolomeo. Racconta Voltaire che in quella città, ai tempi così retriva, viveva la famiglia di religione ugonotta del commerciante Jean Calas, il cui figlio Marc Antoine, non potendo avviarsi alla professione di avvocato (per l’esercizio della quale era obbligatoria una certificazione di cattolicità) decise, per questa ragione di suicidarsi. La sera del 13 ottobre 1761, i suoi familiari ritrovarono il corpo del giovane impiccato. Immediatamente nella città si sparse la voce che Jean Calas avesse ucciso Marc Antoine per impedirgli di convertirsi alla religione cattolica e lo si accusò di aver messo in scena il suo suicidio con la complicità della famiglia. Senza lo straccio di una prova e, dunque, a furor di popolo, il 19 marzo del 1762, Jean Calas venne messo a morte mediante ruota. Voltaire si interessò alla tragica vicenda del commerciante ugonotto, arbitrariamente condannato e, da essa, sviluppò la sua battaglia in favore della tolleranza e contro ogni forma di discriminazione di carattere religioso. Lo fece con estrema decisione, opponendosi ai dogmi dell’autorità e della tradizione. A quel potere che usava la religione e il fanatismo ad essa legato per affermare il suo assolutismo sostanziale, difendere il predominio delle classi dominanti e addomesticare, a proprio uso e consumo, persino le sentenze:

“O i giudici di Tolosa trascinati dal fanatismo della plebaglia hanno fatto suppliziare un padre di famiglia innocente: cosa inaudita; oppure quel padre di famiglia e sua moglie hanno strangolato il loro figlio maggiore, aiutati in codesto delitto da un altro figlio e da un amico: cosa che ripugna alla natura. In un caso o nell’altro, l’abuso della più santa delle religioni ha provocato un grande delitto. Quindi è nell’interesse del genere umano esaminare se la religione debba essere caritatevole o barbara.”




Voltaire si appella alla capacità degli uomini di ragionare e invita a considerare che il fanatismo religioso, la superstizione, l’inflessibilità dogmatica e dunque, anche il pensiero unico, risultano dannosi per la vita sociale. Pertanto:


“La tolleranza è una conseguenza necessaria della nostra condizione umana. Siamo tutti figli della fragilità: fallibili e inclini all’errore. Non resta, dunque, che perdonarci vicendevolmente le nostre follie. E’ questa la prima legge naturale: il principio a fondamento dei diritti umani.”


Così diceva Voltaire e anche noi siamo portati a pensare che solo la tolleranza verso l’altrui modo di vivere e vedere il mondo, solo il reciproco rispetto, il dialogo, il confronto ragionevole, la capacità di rivedere le nostre posizioni possano costituire fonte di sviluppo e civiltà. Non certo le barriere, il rifiuto fobico verso le diversità e la repressione che portano non solo ad insanabili contrasti, ma anche ad un continuo incartarsi negli errori del passato. 

Commenti

  1. Purtroppo in questo mondo prevale troppo l'odio e la violenza,, bisogna invertire la tendenza.
    Sereno giorno.

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    1. Poco fa passava su internet questa frase di Oscar Wilde:"Perdona sempre i tuoi nemici. Nulla li fa arrabbiare di più”. Ci insegna che la tolleranza è una dimostrazione di forza e non certo di debolezza. Lo scrittore dice "li fa arrabbiare" ma, forse può farli riflettere e .. magari essere pure loro più tolleranti in futuro. Certo è difficile tutto ciò in un mondo di prevaricatori, ma è bene sempre ricordare che esiste un altro modo di vivere. Più rispettoso del prossimo e dunque più costruttivo.

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  2. Un post denso e illuminante, che ripropone con lucidità l’attualità del pensiero di Voltaire: un invito potente a riflettere su quanto la tolleranza resti oggi la sola via per arginare fanatismo, pregiudizio e arroganza del potere.
    Buona giornata Fabio

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    1. Un post vecchio, per la verità. Da me già pubblicato il 19/05/2021 sul mio blog che allora si intitolava "Passeggiando con Voltaire". E' passata molta acqua sotto i ponti, ma il problema della tolleranza resta vivo e scottante ora più che mai. Perciò ho deciso di riproporlo, proprio perché, come giustamente osservi, occorre porre un argine a quel clima di prevaricazione faziosa ed arrogante che, purtroppo, caratterizza il mondo d'oggi.

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  3. La preghiera che chiude il Trattato di Voltaire è qualcosa di magico e illuminante assieme. Dovrebbero tenerla presente tante Istituzioni attuali. Chiesa compresa.

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    1. Nessuno deve sentirsi escluso di questi tempi. La tolleranza, oltre che un ideale, deve essere un principio fondante della società e perciò deve essere favorito, praticato e diffuso da ogni istituzione. Voltaire svolge con estrema efficacia il tema e la sua profonda riflessione è utile guida non solo per chi è chiamato a esercitare i pubblici poteri ma anche per tutti i cittadini nella vita quotidiana.

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  4. condivido la logica appassionata di Voltaire e le tue affermazioni a sostegno.
    purtroppo noi spesso siamo guidati dal pregiudizio, che è il primo nemico della tolleranza.
    massimolegnani

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    1. Il pregiudizio è il male oscuro della convivenza civile. Spesso, per partito preso, si escludono analisi e confronto su qualsiasi tema dimenticando che la priorità sarebbe quella di trovare soluzioni atte a soddisfare il bene comune. Purtroppo la concezione filosofica volterriana non fa parte del patrimonio culturale di chi opera solo sulla base del principio del proprio tornaconto e, perciò, viene, il più delle volte, disattesa.

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  5. Bisogna praticare la tolleranza, con il rispetto possono garantirci una vita comunitaria serena. Purtroppo questo non avviene, odio e pregiudizi la fanno da padroni e il risultato si vede !! Il pensiero di Voltaire scritto in rosso, dice tutto , è la chiave di tutto. Saluti cari.

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    1. Si, quei concetti che ho voluto marcare in rosso sono assolutamente fondamentali. Dovremmo rivalutare Voltaire e lasciar da parte tanti falsi idoli che infestano il dibattito sociale. Un caro saluto a te.

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  6. Sfortunatamente esistono gruppi estremisti che non la pensano così e vorrebbero imporre la loro "legge" con la forza e la violenza. In medio oriente in particolare, dalla Siria all'Afghanistan, assistiamo a eventi raccapriccianti. Speriamo che si possa sradicarli.

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    1. Speriamo davvero. Ma una nuova "epoca dei lumi" che pure sarebbe necessaria, sembra oggi molto difficile da realizzare.

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  7. La parola "tolleranza" non mi piace mi fa pensare a : non ti sopporto ma ti tollero.
    Vorrei fosse sostituita dal rispetto e dall'amore. Felice giornata .
    enrico

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    1. Non credo che il termine racchiuda un senso negativo di mera sopportazione. Son più propenso a pensare che denoti un "atteggiamento di apertura e rispetto nei riguardi dei comportamenti, delle idee o delle convinzioni altrui, anche se in contrasto con le proprie". La tolleranza così intesa ci pone in un' ottica di confronto e non di malcelata sopportazione e dovrebbe portarci ad accettare il diverso modo di pensare e vivere degli altri, nella consapevolezza di non essere depositari della verità. Un cordiale saluto a te.

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  8. Molto bello il tuo posto, bello e assolutamente necessario visti i tempi. Tolleranza vuol dire dialogo e confronto e dialogo e confronto sono la base che permette ad una società, non solo di sopravvivere, ma anche di crescere.
    Un abbraccione

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    1. E' proprio vero. Poi è necessario pure difendersi dall' intolleranza che, appunto, è l' esatto contrario della tolleranza. L' intolleranza implica rigetto, repulsione, rifiuto. Spesso è mossa dal pregiudizio e, talvolta, porta persino alla persecuzione (se non addirittura) alla violenza e allo sterminio degli oppositori. Meglio allora praticare sempre la virtù della tolleranza, visto che non siamo fatti con lo stampino e dobbiamo confrontarci civilmente, ogni giorno, con l'altrui diversità. Un abbraccione anche a te.

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  9. Un post indubbiamente interessante perchè la tolleranza è in fase di estinzione ... purtroppo devo ammettere che con l'età anch'io sto diventando abbastanza intollerante, proprio nei confronti degli intolleranti.

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    1. Però "l' intolleranza verso l' intolleranza" può essere comprensibile, giacché la delusione e la rassegnazione, in tempi come i nostri, possono farsi strada.Tuttavia occorre non arrendersi e insegnare, a chi non se ne rende conto, che l' esser tolleranti, l' accettare il confronto e il dialogo è sempre molto più utile rispetto al costruire muri e barriere che, invece di attutire i conflitti, li rendono insanabili.

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