"Il Viaggiatore Leggero"

 


... è il titolo del libro che ho letto  quest'estate, grazie ad un utile suggerimento formulato dal giornalista Michele Serra sul quotidiano "La Repubblica". Si tratta di una raccolta di scritti politici elaborati tra il 1961 e il 1995 da Alexander Langer. Un intellettuale di notevole spessore che si impegnò con autentica passione (e non per mera ambizione personale) nella battaglia politica di fine novecento. Operò da  parlamentare europeo nel movimento dei Verdi, ma fu anche giornalista e saggista. Ebbe una formazione giovanile di stampo cattolico e, col mondo cattolico, continuò a dialogare anche quando  intraprese la militanza nell'ambito della sinistra italiana. Fu un esponente di spicco dei movimenti ambientalisti e pacifisti del nostro paese. La sua vita è una chiara testimonianza di impegno. Un intenso viaggio che ci aiuta a comprendere quanto sia fondamentale non limitarsi a vivere la propria realtà locale ed etnica, ma aprirsi e dialogare col mondo. Egli nacque a Sterzing (Vipiteno), nel Sud Tirolo, il 22 febbraio 1946 da famiglia borghese di lingua tedesca, ma rifiutò l' identificazione politica nella sua etnia (all' epoca esplicitamente richiesta dalla legislazione altoatesina), accettando il dialogo costante e il costruttivo confronto anche con le comunità italiane e ladine della sua regione. Con identica passione affrontò spinose problematiche internazionali. In ispecie, approfondì le relazioni tra il nord e il sud del mondo, la condizione  dei paesi dell'Est Europa alle prese col nuovo ordine geopolitico che si andava definendo in quegli anni. Si mosse sempre (come nel caso della guerra nella ex Jugoslavia) in favore della pace, contro la guerra e per la conciliazione fra i popoli, ma anche condannò con fermezza la violenza degli oppressori. Ciò perché Alexander Langer non fu un pacifista di maniera, ma un uomo fermo e coerente nei suoi ideali. Sono propenso a credere che, anche per le tante delusioni accumulate, in questo mondo incapace di redimersi dai propri errori, nel 1995, decise di porre fine alla sua esistenza.

"I pesi mi sono diventati davvero insostenibili, non ce la faccio più. Vi prego di perdonarmi tutti anche per questa dipartita. Un grazie a coloro che mi hanno aiutato ad andare avanti. Non rimane da parte mia alcuna amarezza nei confronti di coloro che hanno aggravato i miei problemi. "Venite a me, voi che siete stanchi ed oberati". Anche nell'accettare questo invito mi manca la forza. Così me ne vado più disperato che mai. Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto."

Questo fu il suo amaro messaggio di congedo dal mondo. A noi resta l'esempio di un'esistenza mite e preziosa. L'invito a non far cadere mai alcun dialogo. Ad abbattere i muri e costruire ponti per superare i fossi e le distanze che, ancor oggi, dividono l'umanità.

Commenti

  1. In questo mondo fatto di tanti muri, ci vogliono molti ponti.

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    1. Barriere, muri, fossi e steccati preludono quasi sempre alla costruzione delle trincee. Non fare mai cadere il dialogo e cercare di contemperare interessi ed esigenze è fondamentale per salvaguardare la pace.

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  2. Prendere a cuore problemi internazionali al punto che diventano pesi insopportabili anche per il proprio io intimo è sicuramente una prova di sensibilità.
    A volte chi più si impegna, più patisce, come pochi giorni fa la dottoressa tua conterranea che purtroppo è deceduta per aver trascurato la propria salute mettendo sempre al primo posto quella dei suoi assistiti.

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    1. Avere a cuore il bene comune è una dote assai rara. Coloro che muoiono per garantire agli altri un' esistenza migliore o per il fatto di vedere ideali e valori non tenuti in conto o, addirittura, dileggiati costituiscono esempi di vita ormai inarrivabili.

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  3. Mi spiace per questo struggente addio. Probabilmente era una persona che credeva tantissimo nei propri ideali e che si è impegnata al massimo per realizzarli. Gli insuccessi, le incomprensioni , hanno finito per avere la meglio su un animo sensibile. Saluti cari.

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    1. L'accumulo delle delusioni è spesso letale per chi lotta e si impegna per i suoi ideali. Il modo migliore per onorare uomini come Alex consiste nel continuare a perseguire quel che è giusto. Proprio come lui desiderava.

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  4. Un testo intenso che restituisce la statura morale, e civile di Alexander Langer, mostrando come il suo impegno autentico, e la sua coerenza, abbiano lasciato un’eredità di dialogo, apertura e pace che resta attuale e necessaria anche oggi.
    Buona settimana Fabio

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    1. Ci ha insegnato a vivere con moderazione. Aveva constatato la frenesia dei nostri tempi. La tendenza a raggiungere risultati e successo a tutti costi. Per questo, al moto decouberteniano "altius, fortius, citius, aveva contrapposto il suo profundius, lentius, suavius. Andare al profondo delle cose, dunque, senza essere mai superficiali, senza fretta di arrivare e sempre con dolcezza e delicatezza e non con impeto o forza. Questo per non correre mai il rischio di trovarci, nel corso del nostro cammino, prima ancora di raggiungere i nostri obbiettivi, col fiato corto.

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  5. Si conferma anche grazie a questo tuo articolo che le coscienze veramente indipendenti e sane vengono spesso oscurate e bistrattate perché sgradite si vari potentati,tanto da rendere loro la vita difficile se non impossibile.
    Purtroppo non lo conoscevo ma cercherò di informarmi e di conoscerlo meglio. 👍👋

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  6. "Alex che voleva cambiare il gioco" è il titolo dell'articolo di Michele Serra che mi ha avvicinato alla lettura della raccolta di scritti di Alexander Langer. Anch'io non conoscevo questo intellettuale. Quando egli operava, ero un giovane impiegato molto impegnato, oltre che nel lavoro, nel far crescere assieme a mia moglie la nostra primogenita. Ero al corrente delle vicende storiche dell'epoca ma, ahimè, allora Langer non lo conoscevo. L'articolo che ho citato mi ha stimolato a leggere i suoi scritti e ad avvicinarmi al suo modo di pensare che, inconsapevolmente , credo di aver sempre condiviso. Son contento che il mio modesto scritto possa aver stimolato il desiderio di conoscere questo intellettuale e politico decisamente fuori dal comune. E' questo passaparola, questo dialogo che può consentire a tutti noi di conoscere uomini e idee ed è perciò che dobbiamo sempre favorire la costruzione di quei ponti ideali che tanto furono cari ad Alex Langer.

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  7. Una persona speciale nelle sue parole e ancora di più nei suoi atti. Quel suo "non siate tristi, continuate" mi risuona ancora dentro. Una grossissima perdita davvero, ma anche un grande dono.
    Un salutone amico mio

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    1. Le persone come Alex sono davvero un grande dono per l' umanità . Ci fanno notare tanti aspetti del nostro modo di vivere e ci danno tanti suggerimenti su come migliorare . Una personalità che non va dimenticata e che è giusto sia approfondita da chi, per varie ragioni, non ha vuto modo di conoscerlo.

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  8. Ma tu guarda, quanto mi dispiace tutto ciò. Nessuno dovrebbe mai cedere, lo so, ma a volte non abbiamo validi sostegni e appoggi. O forse la sfiducia e la delusione diventano così opprimenti da non poterla più gestire. Ma resta comunque ciò che ha insegnato. Non sapevo nulla e per questo ti ringrazio Fabio. Ciao e buona giornata.

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    1. Il suo insegnamento è grande e importante ma quel che mi chiedo è se saremo in grado di portarlo avanti. Tutto quel che è successo negli ultimi venti anni non induce all' ottimismo ma credo sia giusto diffondere la sua memoria e il suo pensiero. Vivere con misura, senza frenesia, nel rispetto dell' ambiente, con spirito di tolleranza e rispetto verso il prossimo senza fare mai cadere il dialogo. Praticare la solidarietà ed essere fautori di pace.Penso sia questo che va fatto per onorare il ricordo di Alex Langer. Occorrerebbe anche maggior sensibilità e attenzione in questi tempi di assoluta superficialità e freddezza.

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  9. Dev'essere insostenibile il peso delle ipocrisie politiche per un uomo che crede davvero nei propri ideali.

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    1. È un conflitto fra modi di vedere il mondo assolutamente insanabile. Comprendo appieno quella che può esser stata la sua delusione, visto che chi ha grandi idee è spinto spesso da un grande entusiasmo iniziale. P.S. mi scuso per il ritardo nella pubblicazione del commento e nella risposta poiché tra ieri sera e oggi ero in viaggio. Un cordiale saluto.

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  10. A me dispiace sempre quando la disperazione ti fa alzare bandiera bianca, perché non si risolve in un messaggio ottimistico, per quanto uno lanci un'ultima esortazione. Comprendo che la depressione sia un mostro inaffrontabile, ma resto sempre con dei dubbi sulla possibilità di un'alternativa, specie in personaggi che hanno fatto della lotta un vessillo inalienabile.

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    1. C'è sempre dispiacere profondo e sconcerto di fronte a vicende umane come questa. Tante cose concorrono, oltre allo stato di salute generale (Langer era afflitto anche da una grave forma asmatica oltre che dalla depressione). Il peso del sentirsi inascoltato e il vedere un mondo che si rifiuta di accettare regole di umanità al posto di quelle usuali fatte di egoismo, sopraffazione e aggressività, sicuramente, ha determinato il resto . Difficile, dopo ormai tanti anni dalla morte di Alex Langer, abbandonare il pessimo. Il mondo, purtroppo, è quello che è.

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