A Difesa del Giornalismo d'Inchiesta

 


Apprendo dai giornali del mattino che son state fatte saltare, con potenti cariche di esplosivo, le auto del giornalista Sigfrido Ranucci e della figlia. Un atto chiaramente intimidatorio e potenzialmente letale. E' evidente che l' informazione, da sempre garantita da Ranucci con impegno e amor di verità, non è gradita a poteri occulti e delinquenza organizzata. Parimenti è lampante che costoro, non avendo argomenti da addurre a loro difesa, si affidano al tritolo per eliminare e fare tacere quei giornalisti che svolgono il loro mestiere con coraggio e senza reticenza. Vogliono mettere il bavaglio al giornalismo d'inchiesta. Fare in modo che tante scomode notizie passino sotto traccia, affinché l' opinione pubblica non abbia modo di indignarsi e richiedere giustizia. Perché le mafie e i poteri forti,  si sa,  tacciono,  non uccidono e non compiono atti clamorosi quando non si sentono braccati. Ma nel momento in cui  sentono sul collo il fiato di chi indaga su di loro, mettono, senza esitazione, mano alle bombe. A dispetto di ogni forma di intimidazione,  noi cittadini  chiediamo e sosteniamo un giornalismo indipendente e severo. Sempre capace di denunciare i mali oscuri della nostra società. Libero da qualsiasi forma di condizionamento o minaccia. Chiediamo, perciò,  allo Stato di non fermarsi alle dichiarazioni di sdegno che, in queste circostanze, con rito formale e scontato, vengono solitamente espresse, ma di agire senza esitazione affinché gli autori di questo vile gesto vengano al più presto identificati e assicurati alla magistratura. Ciò affinché non passi la regola che basti minacciare o arrecare violenza per imbavagliare la stampa e tenere i cittadini all' oscuro di tante scomode verità.

Commenti

  1. Purtroppo dubito che lo Stato vada oltre lo "sdegno formale e scontato". Stiamo arrivando a pessimi livelli di sopraffazione e arroganza da parte di loschi poteri che, con quelli forti, di poteri, vanno a braccetto.

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    1. Le indagini vanno fatte e vanno portate avanti con perseveranza. E' una questione di rispetto nei confronti di chi rischia la vita per dir cose che altri avrebbero taciuto, ma anche nei confronti di un' opinione pubblica che ha il sacrosanto diritto di conoscere la verità dei fatti e che è ormai abbastanza stufa dell' omertà e dell' indifferenza che certi, invece, vorrebbero coltivare.

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  2. Un testo intenso e appassionato che difende con forza il valore del giornalismo libero, denunciando, la violenza, come strumento dei potenti, e invocando giustizia e protezione, per chi cerca la verità.
    Buona serata Fabio

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    1. E' una cosa incredibile come ciclicamente questi attentati contro il giornalismo d'inchiesta si manifestano. Queste bombe son state collocate in concomitanza con l' anniversario della morte della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, vittima di un attentato dinamitardo, nel 2017, per aver evidenziato nei suoi articoli le connivenze tra mafia e potere politico nel suo paese. Il titolo del suo libro "Di la verità anche se la voce trema" è , ancor oggi, un' esortazione ad andare avanti senza piegare la testa dinnanzi alle minacce dei poteri forti.

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  3. Vediamo se scoprono l'autore del gesto. Potrebbe anche trattarsi di un balordo, ma in genere certi atti hanno dei mandanti che non coincidono con l'esecutore materiale.

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    1. Ha tutte le caratteristiche di un atto preordinato col chiaro scopo di intimidire e mettere a tacere. Non so se scopriranno l' autore ma certo è che, se non si fanno indagini accurate, se non si farà di tutto per scoprire l' autore di questo crimine, si presterà ancora il fianco ad azioni di questo genere. Noi cittadini dobbiamo protestare, ma alle istituzioni spetta il compito di agire con fermezza.

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  4. Un avvertimento come l'attentato dell'Addaura di Falcone...il potere corrotto prima manda qualche segnale e,poi,se la vittima non cede,colpisce.
    Si vede che è anche un momento cruciale per la nostra democrazia ... I cittadini mi sembrano in preda a grande spaesamento dovuto anche alla guerra cognitiva in atto;occorre molta attenzione per evitare di ricadere negli errori del passato.

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    1. C'è una situazione generale davvero preoccupante in cui ora si insinuano anche le bombe al fine di fomentare un clima di paura e tensione. Hai ragione. La gente sembra davvero spaesata. Ci vorrebbe invece una forte reazione a livello di opinione pubblica e a livello istituzionale ma, guardandosi intorno, si corre
      Il rischio d'esser presi dallo scoramento. Sono d' accordo: è un momento di crisi profonda per la nostra democrazia e non darà affatto facile uscirne.

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  5. Purtroppo sono tempi bui per l'informazione e non solo.

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    1. Son tempi bui è chiaro, ma ci vorrebbe una risposta decisa da parte di chiunque abbia a cuore la democrazia. Anche la stampa, direttamente colpita da questo evento ( perché l' attentato non è solo contro Ranucci ma contro tutta la stampa libera) dovrebbe farsi sentire di più. Vedo troppa rassegnazione e questo fa veramente male.

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  6. Sono mesi che Report è sotto attacco, il giornalismo d'inchiesta in Italia dà fastidio. Massima solidarietà a Ranucci e la redazione di Report.

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    1. Infatti. Ranucci ha fatto presente di aver ricevuto altri messaggi di carattere minatorio. Ora c'è stata l' escalation dinamitarda che va fermata con la massima determinazione.

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  7. Mi è spiaciuto sentire questa notizia! Si vuole mettere paura, mettere a tacere chi vuole fare un' informazione seria e pulita. Segno anche questo dei tempi bui e incerti nei quali viviamo. Buona domenica.

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    1. L' attentato a Ranucci è, fra le altre cose, anche il frutto della campagna di delegittimazione e del disprezzo espresso nei suoi confronti anche da rappresentanti delle istituzioni. Ranucci è stato lasciato solo e, perciò ha subito questo attentato. Voglio ricordare una frase di Giovanni Falcone che descrive con una certa efficacia cosa accade quando chi è animato da spirito di giustizia e legalità viene abbandonato dallo Stato:"Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno..." Ranucci (e tutti i giornalisti d'inchiesta che svolgono un ruolo fondamentale al servizio della democrazia) vanno tutelati tutti i giorni e non vilipesi da uno Stato che, in caso contrario, si renderebbe complice degli attentatori e dei loro mandanti.

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