Mi sembra ancora di vedere quel tram a cremagliera rosso che, in una splendida giornata d'agosto, saliva lento verso il Colle di Superga. Nei miei occhi il panorama sulla città di Torino. Il Po che scorre pigro, la Mole, gli eleganti palazzi del centro, la periferia con le sue industrie e, più lontano ancora, le cime delle Alpi. Là, sul colle una lapide per ricordare ai viandanti un mito. Fra le mie mani di bambino un album delle Figurine Panini che, nel 1969, dedicava una pagina ai campioni del Grande Torino, tragicamente scomparsi, vent'anni prima, in un incidente aereo accaduto proprio a Superga. Giovani calciatori che persero la vita nel momento più alto della loro carriera sportiva, quasi a segnare quanto la gloria e il successo siano condizioni effimere nella nostra vita. Immagini sfumate come un sogno che svanisce. Fu così che appresi la storia di Valentino Mazzola e dei suoi compagni. Di quella invincibile squadra alla quale bastava il leggendario "quarto d'ora granata" per schiantare il più ostico degli avversari. Veri campioni capaci di destare l' ammirazione di tutti. Indipendentemente dal fatto di essere o meno tifosi del Toro. Perché quei giovani, periti a Superga, rappresentavano un calcio più morigerato rispetto a quello dei nostri giorni. Attraversato da meno affari, faccendieri e strane società. Un calcio che non c'è più. Carico di genuino talento, entusiasmo, e sana passione sportiva.
Oltre a Valentino Mazzola devono essere ricordati Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti e Giulio Schubert. Eroi di un calcio con la maglia bagnata di sudore, di tessuto non tecnico, i pantaloncini bianchi sporchi di fango. Fuoriclasse capaci di trattare con agilità e classe sopraffina un pesante pallone di cuoio.
Una grande squadra di calcio scomparsa nella nebbia di Torino.
RispondiEliminaUna terribile tragedia che sconvolse il mondo dello sport. Resta l'incancellabile ricordo di una squadra composta di straordinari e umanissimi campioni.
EliminaDel grande Torino me ne parlava sempre mio padre perché la riteneva una grande squadra. Lui è sempre stato un genoano sfegatato!
RispondiEliminaSono un tifoso del Cagliari ma la leggenda del Grande Torino, pur non avendola vissuta per ragioni di età, la porto sempre nel cuore. Fu quell'album 1968/1969 delle figurine Panini e poi le diverse estati trascorse a Rubiana, nella Val di Susa che mi fecero conoscere questa straordinaria vicenda sportiva, purtroppo culminata in tragedia. Quella gita a Superga di cui parlo è stata sicuramente una delle esperienze più emozionanti della mia infanzia.
EliminaL'epopea delle grandi squadre del passato,con giocatori di spiccata personalità ed umanità. Adesso prevalgono i muscoli,il danaro e la politica,ma almeno i mondiali sono stati vinti da una squadra completa e con giocatori di classe. In futuro non devono mancare i migliori esempi di artisti e di sportivi che aiutano la società a crescere in positivo.
RispondiEliminaInfatti furono oltre che straordinari campioni dei grandi uomini. Accolgo e condivido in pieno il tuo auspicio.
EliminaUna tragedia di quelle che lasciano il segno, tante vite ancora giovani falciate via in un attimo.
RispondiEliminaResta la leggenda calcistica, questo sì. Io, pur essendo bianconero, quando andai a Torino la prima volta andai anche a rendere omaggio alla stele commemorativa del Grande Torino vicino alla Basilica di Superga.
Ci ha colpito un po' tutti quella tragedia. Parlavo oggi con un amico juventino che mi ha espresso la volontà di recarsi a Superga per portare un mazzo di fiori presso la stele commemorativa. Ho pensato di accompagnarlo se sarà possibile.
EliminaUna squadra che ha emozionato e una storia, una tragedia che ha emozionato tantissimo. Specie noi che tanto ragazzini non lo siamo più
RispondiEliminaEppure anche tanti giovani calciofili mi sembra conoscano questo mito. Buon segno perché dai campioni del Grande Torino emana un esempio di straordinaria umanità e spirito sportivo.
EliminaAnch'io quando sono stato a Torino e salito a Superga ho visto la lapida tutta piena di fiori. Era luglio 2013, 64 - 65 anni dopo e ancora i fiori del giorno, ancora nella memoria della società.
RispondiEliminapodi-.
Nessuno dimenticherà mai quella grande squadra e un po' di granata, per questo sarà sempre nel cuore di tutti gli appassionati di calcio. Una squadra che ai suoi tempi, era la struttura portante della Nazionale italiana.
EliminaAggiungo: nella storia del Grande Torino non passa inosservata la presenza di ben 10 giocatori granata nell’Italia che l’11 maggio 1947 a Torino affrontò e batté l’Ungheria per 3-2.
EliminaMi piace ricordare anche lo Stadio Filadelfia in cui il Grande Torino sostenne tante epiche battaglie. Anche quello è un importante luogo della memoria.
RispondiEliminaUna storia ben presente nell'animo di ogni sportivo che si rispetti. Una leggenda che all'epoca schiantò il cuore dell'Italia tutta, e mai potrà essere dimenticata.
RispondiEliminaDomani ricorre il 74°.anniversario della sciagura di Superga. Son passati tanti anni ma quegli eroi resteranno per sempre nel nostro cuore.
EliminaUna tragedia immane, un dolore fortissimo per chiunque amante o meno del calcio.
RispondiEliminaÈ vero. C'è un profilo umano che non può essere trascurato e va oltre lo sport. La nostra vita è appesa un filo. Può durare anche poco e va ben spesa. La tragedia del Grande Torino ci fa riflettere anche su queste cose.
EliminaChe tragedia quella del Grande Torino !!! Era ancora il calcio quello vero, ora contano solo i soldi ! Io sono stata più volte a Torino ma non son mai salita a Superga, spero di andarci. Saluti.
RispondiEliminaTragedie indimenticabili, di vite perdute in un attimo.....confermano la mia folle paura di volare in aereo...
RispondiEliminaBuon mese di maggio caro Fabio
A vederlo ora quell'aereo era un trabiccolo. Arrivarono a Torino con condizioni meteorologiche pessime. Volare è sempre un rischio e la paura e comprensibile. L'aria non è il nostro elemento. Un caro saluto a te.
Elimina...perchè sono morti. Me lo domando ogni volta che leggo di loro
RispondiEliminaDisgrazia causata da condizioni di estremo maltempo e conseguente difficoltà
Eliminanel governare l'aeromobile. Quel che mi chiedo è perché non sia stata presa la decisione di atterrare altrove. Se si siano trovati improvvisamente in quelle condizioni. Un tragico incidente in ogni caso. Erano partiti per una gara amichevole, organizzata a Lisbona per aiutare un giocatore portoghese in serie difficoltà economiche. Questo ci aiuta ancor più a comprendere la grandezza d'animo di questo straordinario gruppo di giovani uomini.
È mai più esistita una squadra più forte? Il loro nome è leggenda… ovviamente il dolore di quel tragico incidente fa male ogni volta.
RispondiEliminaForse no. Almeno in campo nazionale. Vinsero cinque scudetti consecutivi. Poi, nella storia del calcio, ci son state anche altre leggende, ma questa è sempre quella che più di tutte portiamo nel cuore.
RispondiEliminaUn pezzo di Storia.
RispondiEliminaIndimenticabile e grande perché unisce tante persone nel ricordo e in un sano sentimento sportivo.
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